Tunisia - Libertà per gli 11 arrestati di Sidi Bouzid

16 / 10 / 2015

Sabato 10 ottobre, il giorno dopo l’attribuzione del premio Nobel al Quartetto tunisino, il tribunale di Sidi Bouzid ha condannato undici militanti della sinistra radicale a otto mesi di prigione senza possibilità di domiciliari. Le accuse, che arrivano proprio nella città dove ebbe inizio la rivoluzione, sono quelle di aver organizzato e partecipato a delle manifestazioni per i diritti sociali, e di avere realizzato foto e filmati non autorizzati. I giovani in carcere sono Montassar Haamdi, Zayer Sammari, Nizar Bakkari, Karim Fadhel, Ali Fadhel, Hatem Fadhel, Jamil Fadhel, Nejib Bakkari, Jawhar Bakkari, Seif Haamdi, Ammar Guendouzi.

Sembra trattarsi di un altro tentativo da parte dell’apparato securitario di vendicarsi sulla gioventù rivoluzionaria che lo umiliò nel 2011. 

Arresti e condanne ai danni dei “giovani della rivoluzione” non sono una novità, tant'è vero che una mobilitazione contro la repressione portò nel 2014 a una legge di amnistia per tutte le illegalità commesse tra il 17 dicembre 2010 e il 28 febbraio 2011 a condizione che abbiano contribuito “alla realizzazione e al successo della rivoluzione”. 

Non mancano però strategie alternative per la criminalizzazione del dissenso, per esempio l’uso della draconiana legge tunisina sul consumo di cannabis per l’incarcerazione di giovani politicamente scomodi. La condanna della settimana scorsa sembra però ancora più grave perché si tratta di una sanzione esplicita e anticostituzionale contro il diritto alla mobilitazione, proprio nel momento in cui il governo prepara la legge di riconciliazione economica e finanziaria per riabilitare gli uomini d’affari collusi con Ben Ali. I movimenti sono dunque unanimi nel chiedere l’immediata liberazione degli arrestati.

*** Lorenzo “Fe” Feltrin, di Treviso, è dottorando in scienze politiche alla University of Warwick, dove si occupa di sindacati e movimenti sociali in Marocco e Tunisia. Ha precedentemente collaborato con la casa editrice milanese Agenzia X, per la quale ha pubblicato il libro Londra Zero Zero sulle subculture anni zero della capitale inglese.