Tunisia - Continuano in tutto il Paese le mobilitazioni in seguito all'omicidio di Brahmi

di Lda
29 / 7 / 2013

Continuano in tutto il Paese le mobilitazioni di protesta contro il Governo di Ennadha ritenuto responsabile dell’omicidio di Mohamed Brahmi, il secondo esponente dell’opposizione assassinato nell’arco di pochi mesi in Tunisia.

A Tunisi questa mattina il presidio pacifico che era stato convocato dinnanzi alla sede dell’Assemblea Nazionale Costituente per chiederne lo scioglimento è stato brutalmente disperso dai lacrimogeni e dalle cariche della polizia. In tutto il Paese si contano diversi feriti negli scontri di questi giorni, tra cui un esponente del Fronte Popolare che verserebbe ora in gravi condizioni. Ieri a Gafsa un altro manifestante è stato ucciso dopo essere stato colpito alla testa da un lacrimogeno sparato dalla polizia ad altezza d’uomo.

Nel Governatorato di Sidi Bouzid, luogo d’origine di Brahmi, le manifestazioni degli scorsi giorni hanno portato alla cacciata del Governatore, sostituito da un Comitato di Salute Pubblica composto dai partiti di opposizione e da esponenti della società civile locale che ha dichiarato l’autogoverno della regione. Per tutta risposta il Ministro dell’interno ha diffidato i funzionari e i dipendenti pubblici dal proseguire il proprio lavoro, cercando così di paralizzare l’apparato amministrativo locale.

Contestualmente proseguono in tutta la regione le manifestazioni che chiedono a gran voce la caduta del governo. Anche oggi, come raccontatoci da Arbi, un membro dell’Unione dei Disoccupati Laureati (UDC) di Regueb, è stato indetto un corteo che dalla piazza di Sidi Bouzid si è diretto alla sede del Governatorato che si trova completamente circondata da militari e barricate di filo spinato. La polizia non è intervenuta ma il corteo è stato attaccato con lanci di pietre dalle milizie islamiche legate al partito confessionale Ennadha, che si sono poi rifugiate nella vicina moschea.

La situazione in Tunisia resta instabile e dopo la dimissione di diverse decine di deputati si aspetta a giorni una presa di posizione del Governo che potrebbe indire delle nuove elezioni cogliendo la richiesta della società civile e delle formazioni partitiche d’opposizione o, viceversa, acuire la repressione.

BB sherwood.it