Tunisi - Manifestazione per la Palestina conclude il FSM

La Carovana Liberè e Democratie si sposta al sud del paese

31 / 3 / 2013

L'ultimo giorno del FSM inizia al''Università El Manar con l'assemblea di convergenza Masrehk Maghreb. Un assemblea molto infuocata, come ci raccontano quelli che hanno cercato di capire qualcosa tra gli interventi in arabo. Questioni spinose che ce ne sono non poche: dalla situazione siriana, come abbiamo raccontato in questi giorni, alla presenza, per altro nutrita in Tunisia, di sostenitori del Baath  il partito di Saddam Hussein, alla vicenda del Sahara ed il nazionalismo marocchino sulla questione, al grande tema dell'islam politico. Per il resto il campus appare meno frequentato dei giorni scorsi, a parte un corteo interno fatto da attiviste e attivisti algerini che denunciabo la repressione del governo che si incrocia con un altro corteo dei disoccupati tunisini. l'UDC, con un bavaglio sulla bocca anche loro come segno di protesta contro la mancanza di libertà.

La censura, la persecuzione di blogger e giornalisti va per la maggiore un pò ovunque con una gradualità diversa a seconda dei luoghi e la libertà di comunicazione, come abbiamo sentito in maniera trasversale è una delle rivendicazioni generali.

Nel pomeriggio il FSM si sposta in Avenue Borghiba dove l'aiuola centrale fin dall'ora di pranzo è animata da musiche ed installazioni.

Il corteo dedicato alla Palestina parte di nuovo da Piazza 14 gennaio intorno alle 16.00. La partecipazione è diversa sia in quantità che in qualità dalla grande manifestazione di martedì scorso.

Se la manifestazione di apertura del FSM è stata l'occasione per i tunisini di scendere in piazza alla grande (si parla di più di 25.000 persone) con la partecipazione di tanti sia organizzati sia sciolti, quella di oggi è una manifestazione composta più da spezzoni organizzati (circa 8000 persone). Tutti sventolano la bandiera palestinese. E quando diciamo tutti intendiamo veramente di tutto: a sostenere la causa palestinese ci sono i militanti del partito Baath con le immagini di Saddam, i filo iraniani con la foto di Khomeni, i filo-regime di Assad e non ultimi i salafiti locali e non con le loro inquietanti bandiere nere, che peraltro verranno poi allontanati, così come fli esponenti di Ennadah al governo, dai militanti del sindacato tunisino. Come spesso accade la "causa" palestinese accomuna, come molte volte a casa nostra, tutto ed il contrario di tutto. Ancora una volta la logica del "nemico del mio nemico, è mio amico" si accompagna allo sbandierare della bandiera palestinese, in molti casi usata strumentalmente per la propria rappresentazione e per i propri interessi. E forse questa riflessione sarebbe ora emergesse con forza per costruire un futuro diverso per i palestinesi e per tutti, fatto di un idea di alternativa all'occupazione o meglio alle occupazioni basata su fondamenti di libertà e diritti reali.

Nel corteo ci sono poi le tante realtà che hanno animato il Forum.

La Carovana Libertè e democratie, nello spazio degli internazionali e della delegazione della rete italiana del FSM, attira non poco l'attenzione con gli slogan dedicati ad un Euromediterraneo di diritti e libero dalla  violenza delle frontiere. In tanti ragazzi e ragazze tunisine si riconoscono negli slogans e nella vivacità dello spezzone che si ingrossa man mano che ci si avvia verso l'ambasciata palestinese.

Alcuni ragazzi girano tra il corteo con la maschera di Anonimous e come ci dicono nell'intervista "la rete è uno spazio di conflitto da agire contro ogni censura e controllo, costruendo forza e resistenza collettiva.

Nella diretta di Globalproject tra le voci ed i volti del corteo, ci sono i Saharawi e la loro lotta per l'indipendenza. Tema che è stato al centro di numerose discussioni nei giorni scorsi.

Le nuvole minacciose per fortuna scaricano solo una spruzzata di pioggia sul corteo, che poi è accompagnato da un arcobaleno in lontanza. Quando si arriva all'ambasciata palestinese dal tetto si svolgono alcuni interventi finali, dopo che sono stati allontanati sia salafiti che esponenti di Ennadah.

Infatti quando il corteo stava arrivando nella strada che porta all'ambasciata palestinesi, gruppi dell'islam radicale hanno cercato di prenderne la testa, ma sono stati respinti dal servizio d'ordine dei volontari del FSM, formato in gran parte da giovani del sindacato UGTT. A questo punto il corteo si è ricompattato e gli islamisti si sono riorganizzati in una via laterale. Si è creata una sorta di rincorsa a raggiungere l'ambascia palestinese da due vie diverse. La testa del corteo e il gruppo degli islamici si sono ritrovati uno di fronte all'altro davanti all'ambasciata, divisi da un cordone di polizia. Da una parte il corteo di miglaia di persone dall'altra circa duecento militanti islamisti. Mentre i due gruppi stavano arrivando quasi al contatto, è iniziata una sorte di mediazione fatta dai palestinesi. Ovviamente tutta l'attenzione delle telecamere si è spostata, come spesso accade, sugli islamisti che hanno continuato a provocare, salendo in tre o quattro giovanissimi, aizzati in particolare da anziano, sul cornicione e sventolando le loro bandiere. La folla ha iniziato a gridare "Degage", cioè andatevene. I volontari del servizio d'ordine a quel punto hanno allontanato  duramente i responsabili più vecchi dell'azione e hanno scortato i ragazzini via dalla zona,

Si chiude così con la grande ricchezza e le grandi tensione che oggi vive la Tunisia e non solo, la presenza della Carovana Libertè e Democratie nella capitale. Domani si parte per il sud del paese: un'altra realtà ben diversa da quella urbana aspetta la Carovana che raggiungerà lunedì Sidi Bouzid, dove tutto è iniziato nel dicembre di due anni fà.

LaCarovana Libertè e democratiè è promossa da In coalizione Associazioni Ya Basta Emilia Romagna, Marche, Nordest, Perugia  con l'adesione diAssociazione Sport alla Rovescia Palestra Popolare TPO (Bologna), Polisportiva Assata Shakur (Ancona), Palestra Popolare Rivolta (Marghera), Polisportiva Independiente (Vicenza), Aut Side Social Football (Rimini), Polisportiva Ackapawa (Jesi), Polisportiva San Precario (Padova), Hic sunt leones Football Club (Bologna) e la partecipazione del Progetto Melting Pot Europa

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