Tra lotta e organizzazione. I gilets gialli a Commercy: resoconto dell'Assemblea delle assemblee

27 / 1 / 2019

Undici settimane, undici atti, un governo che non sa più cosa inventarsi per arginare quello che sta sempre più diventando un contropotere reale in tutta la Francia. Anche ieri manifestazioni in tutto il Paese, con scontri violenti in numerose città. A Parigi migliaia di manifestanti hanno «ripreso la Bastiglia», occupando la piazza dove è eretta la celebre Colonna di luglio, simbolo della rivoluzione del 1789. Ne sono seguiti scontri, con la polizia che ha nuovamente usato proiettili flash ball e cani antisommossa, che hanno provocato numerosi feriti gravi.

Ma ieri non ci sono state solo le, ormai consuete, mobilitazioni del week-end. Più di trecento persone hanno partecipato all'"Assemblea delle assemblee" dei Gilets gialli a Commercy. I tanti delegati e delegate delle assemblee territoriali, che hanno risposto all'appello dei gilets gialli di Commercy, si sono riuniti ieri ed oggi per condividere le rivendicazioni e il punto di vista delle tante realtà locali mobilitate dal 17 Novembre.

Nella giornata di ieri si è tenuta la prima plenaria, durante la quale sono intervenuti soltanto i delegati scelti dalle assemblee territoriali; una settantina i gruppi delegati, formati da un uomo, una donna e degli osservatori. Il mandato dei portavoce è quello di trasmettere le rivendicazioni locali all'assemblea e riportarne le proposte ai rispettivi comitati.

Durante l' assemblea è emersa la scelta unanime di limitare la plenaria a funzioni consultive: i delegati non hanno mandato decisionale, al fine di preservare le autonomie locali. Una scelta di difficile traduzione pratica, che ha animato gran parte della discussione. L'idea, ad uno stadio ancora embrionale, è di innescare una dialettica che mantenga la decisionalità dei territori, pur dotandosi di un quadro organizzativo nazionale.

Dopo un giro di interventi di presentazione dei gruppi in lotta, si è passati al voto di una piattaforma di rivendicazioni comuni, che i membri dell'assemblea di Commercy hanno stilato, sintetizzando programmi e proposte inviate dalle assemblee territoriali nelle settimane precedenti. Tra le rivendicazioni principali ritroviamo: redistribuzione della ricchezza, reintroduzione dell'imposta sul patrimonio, aumento del salario minimo e delle pensioni, ricorso al referendum di iniziativa cittadina (RIC), miglioramento del servizio pubblico.

A seguire, il dibattito aperto. L'assemblea si è dotata di una copertura mediatica autonoma, vietando a media e quotidiani di partecipare all'incontro; uno schermo all'esterno ne ha trasmesso le immagini. Tra i temi all'ordine del giorno spiccano questioni di ordine strategico: come continuare a occupare, bloccare e agire localmente per mantenere alto il conflitto con il governo; quali forme organizzative darsi per costituire processi di partecipazione e democrazia diretta; come difendersi dalla violenza istituzionale, poliziesca e penale che negli ultimi mesi si è abbattuta sul movimento; come rapportarsi alle elezioni europee e al Grand debat, lanciato dal presidente Macron negli ultimi giorni.

Hanno suscitato molti consensi, tra le altre, le proposte di unirsi allo sciopero generale del 5 febbraio (CGT) e all'apertura di case del popolo sul modello di diversi gruppi territoriali. L'assemblea ha inoltre a più riprese espresso piena solidarietà ai manifestanti del Nouveau Parti anticapitaliste, aggrediti a due riprese a Parigi da un gruppo di una trentina di neofascisti armati (Zouaves), ribadendo la necessità di allontanare l'estrema destra dai cortei.

Nella giornata di oggi, invece, si terranno diversi gruppi di lavoro per approfondire le posizioni discusse nella giornata di ieri e stilare un appello. Si è deciso, in ultimo, di rilanciare l'appuntamento nazionale, con un'assemblea a Saint-Nazaire tra due mesi e con un incontro a distanza di un mese in un luogo da definirsi. Sin dai primi giorni tante e diverse forme di organizzazione si sono sviluppate su scala locale, spesso oscurate dalle importanti giornate insurrezionali di Parigi.

L'assemblea di Commercy è un'importante momento costituente, un tentativo di moltiplicare i legami, condividere pratiche e forme organizzative per garantire e rafforzare l'autonomia del movimento, al riparo dalla recuperazione partitica e istituzionale e dai media di stato. Un'assemblea piena di passione politica, animata dal desiderio di organizzarsi a distanza dallo Stato, preferendo il conflitto sociale alle semplici rivendicazioni.