Sudafrica - Fermate la repressione di Abahlali

5 / 10 / 2013

La morte di Nqobile Nzuza, uccisa il 30 settembre dalla polizia di Durban, e l’arresto di Bandile Mdlalose, ha provocato un’ondata di proteste in tutto il Sud Africa e in diverse città del mondo. Nqobile aveva diciassette anni, prima di lei altre due persone del movimento dei baraccati Abahlali baseMjondolo sono state uccise negli ultimi mesi nelle periferie di Durban. Una lettera aperta di Noam Chomsky, John Holloway, Slavoj Zizek, Silvia Federici, Raj Patel e altri denuncia a livello internazionale le violenze contro uno dei più straordinari movimenti sociali del mondo, “violenze che includono l’assassinio, la tortura, la sfratto dalle proprie case, l’arresto”. La lettera chiede di fermare subito il massacro e la liberazione immediata di Bandile Mdlalose. Abahlali ha proposto a Comune-info e ad alcune persone da sempre vicine alle lotte del movimento Abahlali di rilanciare questa denuncia in Italia: è possibile firmare la lettera in fondo nello spazio “commenti”. Per favore, fatela rimbalzare in rete

a cura di Filippo Mondini e Gianluca Carmosino

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Lettera aperta di Chomsky, Zizek, et altri presidente della Republica del Sud Africa Jacob Zuma,
(pubblicata in the Mail & Guardian, Johannesburg, per protestare contro la repressione di Abahlali baseMjondolo in Durban)
Mail & Guardian (Johannesburg), 4 ottobre 2013

A James Nxumalo, Mayor, eThekwini Municipality, Durban, South Africa

Senzo Mchunu, Premier, KwaZulu-Natal

Jacob Zuma, President, Republic of South Afric

Scriviamo a voi per esprimere la nostra profonda preoccupazione per gli eventi che si svolgono nella baraccopoli Cato Crest a Durban.

Dopo uno sgombero illegale in Cato Crest da parte della municipalità di eThekwini nel marzo di quest’anno, il movimento dei baraccati ha occupato un pezzo di terreno adiacente. Hanno chiamato l’insediamento “Marikana”. Da allora, due attivisti sono stati assassinati,  Thembinkosi Qumbelo e Nkululeko Gwala. Un terzo, Nkosinathi Mngomezulu, è in condizioni critiche dopo essere stato colpito dalle Land Invasions Unit. Un certo numero di attivisti sono stati gravemente picchiati dalla polizia. Altri, tra i quali Bandile Mdlalose e S’bu Zikode del movimento Abahlali baseMjondolo che hanno sostenuto gli occupanti, sono stati minacciati di morte.

Il 30 settembre 2013, Nqobile Nzuza è stata uccisa dai servizi di polizia di Cato Manor. Aveva diciassette anni, studiava presso la Bonella High School. Quando la segretaria generale di Abahlali Bandile Mdlalose è arrivata a Cato Crest per esprimere solidarietà alla famiglia Nzuza, è stata immediatamente arrestata.

Tutto questo favorisce un clima di illegalità da parte delle autorità comunali e di polizia, Come ha scritto in una lettera apertai Ishmael Semeny, avvoato General Council of the Bar: “I residenti hanno chiesto con urgenza l’intervento dell’Alta Corte non meno di cinque volte, sostenendo che il loro sfratto era illegale. Hanno ottenuto tre interdizioni da tribunali intermedi, ma il Comune di Durban ha ordinato un nuovo sfratto senza approvazione del tribunale e, successivamente, i baraccati hanno ricostruito le loro case. Tuttavia, in ogni occasione le Municipality’s land invasion unit locali sono tornate e hanno distrutto, ancora una volta, le case dei residenti”.

Un certo numero di dirigenti dell’Anc hanno fatto dichiarazioni pericolose e riprovevoli per descrivere coloro che sono stati illegalmente cacciati dalle loro terre e le cui case sono demolite illegalmente in marzo, come outsider etnici che non dovrebbero essere a Durban.

Dopo l’assassinio di Thembinkosi Qumbelo, l’ufficio del consiglio comunale è stato bruciato. Questo atto, provocato da persone sconosciute, è stata utilizzato per giustificare l’omicidio, la violenza, la distruzione delle case degli attivisti e per una sfrontata repressione politica.

Esiste una storia ben documentata di repressione illegale e violenta delle lotte di base a Durban che ha incluso l’assassinio, la tortura, la sfratto di persone dalle proprie case e l’arresto con accuse inventate. Questo ha fatto danni enormi alle credenziali democratiche dell’amministrazione della città di Durban e del governo del Sud Africa in generale.

Vi scriviamo per informarvi che stiamo guardando molto da vicino la situazione in Cato Crest e per esortarvi a muovervi velocemente per fermare i violenti attacchi contro gli attivisti e le loro case, per indagare a fondo sugli omicidi e sugli altri violenti incidenti, per impegnarvi a risolvere le tensioni in Cato Crest attraverso negoziati democratici piuttosto che utilizzare l’intimidazione come avviene attualmente.

Noam Chomsky, docente, Massachusetts Institute of Technology; Slavoj Zizek, Senior researcher all’Institute of Sociology, University of Ljubljana; Judith Butler, docente, Departments of Rhetoric and Comparative Literature, University of California, Berkeley; Lewis Gordon, University of Connecticut and Mandela Visiting Professor (2014-2016), Rhodes University; V. Y. Mudimbe, docente, Literature, Duke University, Durham, North Carolina; John Holloway, Benemerita Universidad Autonoma de Puebla, Puebla, Mexico; William I. Robinson, docente di Sociology and Global and International Studies, University of California at Santa Barbara; Staughton Lynd, Independent Scholar, Youngstown, Ohio; Gill Hart, docente di Geography and Co-Chair of Development Studies University of California, Berkeley; Honorary Professor UKZN; David Szanton, Emeritus, Executive Director of International and Area Studies, University of California, Berkeley; Wendy Brown, docente of Political Science, University of California, Berkeley; Silvia Federici, professoressa emerita, Hofstra, University, Hempstead, New York; George Caffentzis, emerito professor, University of Southern Maine, Portland, Maine; Jane Gordon, University of Connecticut and President-Elect of the Caribbean Philosophical Association; Faranak Miraftab, docente and Director of PhD program, Dept of Urban and Regional Planning, University of Illinois, Urbana Champaign; Ananya Roy, docente, City & Regional Planning, University of California, Berkeley; Andrej Grubacic, Associate Professor and Department Chair, Anthropology and Social Change, California Institute of Integral Studies; Peter Linebaugh, docente, History Department, University of Toledo; Nigel Gibson, Emerson College, Boston; Raj Patel, Center for African Studies, University of California, Berkeley

STOP POLICE VIOLENCE IN DURBAN!(in inglese)
Letter from Chomsky, Zizek, Holloway, Patel et al to Jacob Zuma, president, Republic of South Africa: stop police violence in Durban http://comune-info.net/2013/10/stop-police-violence-durban/ 

http://chomsky.info (traduz. Comune-info)

* Filippo Mondini ha vissuto sei anni in Sudafrica a stretto contatto con le persone del movimento Abahlali baseMjondolo

SCHEDA: ABAHLALI BASE-MJONDOLO

In zulu, Abahlali base-Mjondolo significa «quelli che vivono nelle baracche». Si tratta di uno dei movimenti sociali più interessanti emersi a livello mondiale negli ultimi venti anni contro il liberismo e contro l’idea che il mondo si cambia con nuovi governanti, inclusi quelli dell’Anc di Mandela. Abahlali è il più grande movimento di impoveriti del paese, con sedi in più di quaranta città, in particolare nelle periferie di Durban, Pinetown, Pietermaritzburg e Port Shepstone, e fa dell’autorganizzazione (occupazione e autocostruzione di case, allacci alle reti elettriche cittadine, università popolare…) il suo principio cardine. Negli ultimi mesi Abahlali ha promosso molte occupazioni, manifestazioni e iniziative di protesta che sempre più spesso sono state represse con la violenza dalla polizia. Questo e altri movimenti di tutto il mondo, come spiega Raj Patel, “stanno scoprendo in se stessi il cambiamento che stavano aspettando. I lavoratori cinesi combattono una battaglia molto simile a quella dei braccianti di Immokalee (Stati uniti): una battaglia per il diritto di restare, il diritto di essere trattati con equità… né più né meno che il diritto alla politica negato ai baraccati del capitalismo sudafricano, il movimento Abahlali baseMjondolo. È una politica che impone innanzitutto di affrontare le disuguaglianze di potere, non soltanto tramite lo scontro diretto, ma anche attraverso un progetto costruttivo di autentica scienza sociale, nel quale la gente comune conduca esperimenti su come organizzare, immaginare e costruire relazioni sociali in modi nuovi.”.

Secondo alcuni esiste una connessione tra Abahlali e il movimento degli zapatisti: entrambi portano avanti una critica del potere e sono profondamente impegnati in prassi di democrazia profonda, Abahlali probabilmente sostituisce il legame con la terra con una visione più urbana e cosmopolita. In Sudafrica Abahlali ha promosso la Poor People’s Alliance insieme al Rural Network, al Landless People’s Movement della zona di Johannesburg e all’Anti Eviction Campaign di Città del Capo. Il movimento ha buoni rapporti anche con la Treatment Action Campaign e con l’Anti Privatization Forum. Diversi delegati d Abahlalai  sono stati accolti in questi anni in «tour sociali» a New York come nel Regno unito, ma anche Brasile, Italia e a Nairobi per il Forum sociale mondiale.

DA LEGGERE:

* Il sito del movimento: http://abahlali.org/

Mondiali al contrario: il movimento Abahlali in Italia per raccontare i “mondiali di calcio”

Poco settimane prima dell’inizio dei mondiali di calcio in Sudafrica 2010, una delegazione del movimento Abahlali ha incontrato associazioni, movimenti e cittadini italiani per raccontare che cosa significa la Coppa del mondo per i sudafricani più poveri, per parlare della lotta di Abahlali per terra, case, dignità e democrazia nel Sudafrica post-apartheid

Il Sudafrica è in guerra

18 agosto 2012

Il movimento dei baraccati

Parla il padre di Nqobile Nzuzacati interviene a proposito del massacro dei minatori

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