I risultati ufficiali del referendum, che si è svolto in gennaio, dicono che il 98,83% dei sud sudanesi si è espresso per la creazione di uno stato autonomo da Khartoum. Positive le reazioni internazionali. Sul tappeto tanti problemi aperti.
Era ampiamente previsto. Di più, i dati provvisori resi noti il 30 gennaio avevano già indicato questa cifra: il 98,83% dei sud sudanesi hanno scelto l'indipendenza nel referendum che si è tenuto dal 9 al 15 gennaio. Da ieri sera questo dato è ufficiale: significa che su 3.837.406 votanti, solo 44.888, cioè l'1,17%, si sono espressi per l'unità con il Nord Sudan.
Dunque il referendum - punto focale dell'accordo di pace che nel
gennaio 2005 ha posto fine al oltre vent'anni di guerra tra il nord
musulmano e arabo, e il sud cristiano e popolato da etnie nere - ha
indicato l'avvio della creazione di un nuovo stato. Ora, secondo i
termini dell'accordo, la separazione effettiva avverrà il 9 luglio. Nel
frattempo vanno trovare mediazioni su alcune questioni irrisolte: la
delimitazione delle frontiere, la divisione dei proventi petroliferi, la
gestione del debito estero, la collocazione della regione petrolifera
di Abyei...
Reagendo ai risultati ufficiali, il presidente sudanese Omar
el-Bashir ha affermato che intende rispettarli e che s'impegna a
mantenere buone relazioni, «fondate sulla cooperazione», tra Nord e Sud.
Da parte sua, Salva Kiir, presidente del Sud-Sudan semiautonomo ha
ribadito che l'indipendenza «non è la fine della strada perché i due
paesi non possono essere nemici», e si è detto disponibile a contribuire
a far annullare il debito estero del Sudan e a far togliere le sanzioni
economiche Usa contro Khartoum.
Il presidente Usa, Barack Obama, ha reagito dichiarando che in
luglio il suo paese riconoscerà il Sud Sudan «sovrano e indipendente»,
mentre la responsabile della diplomazia dell'Unione europea, Catherine
Ashton ha sottolineato che l'Ue intende sviluppare un partenariato
stretto e di lunga durata con il Sud Sudan.
Infine, il segretario Onu Ban Ki-moon ha lodato Khartoum e il Sud
Sudan per aver saputo mantenere pace e stabilità in questa fase
cruciale.