«Stop coal now!». Continua la lotta contro la miniera di Hambach

Nelle giornate d'azione promosse da Ende Gelände, il sito minerario è stato occupato in più punti e i lavori sono stati fermati. Una delegazione del Nord-est ha partecipato alle azioni di blocco e al corteo europeo di Fridays for Future ad Aquisgrana di ieri.

22 / 6 / 2019

La lotta contro la Tagebau Hambach, il sito di estrazione di lignite più grande d’Europa e tra i più inquinanti al mondo. Dopo quasi 7 anni dalle prime occupazioni avvenute nella foresta adiacente la miniera - che col tempo cede ad essa sempre più spazio - la battaglia contro la compagnia elettrica RWE (Rheinisch-Westfälisches Elektrizitätswerk), che ha acquistato il sito nel 1978, sembra essere giunta in una fase cruciale.

Negli ultimi mesi si è moltiplicata l’azione repressiva contro occupanti e attivisti che combattono l’energia fossile. Allo stesso tempo sta diventando sempre più diffusa la percezione che vede in Hambach una delle più grandi contraddizioni di una Germania che, nonostante le continue enunciazioni green, non vuole liberarsi di questo vero e proprio ecomostro. Questo anche grazie all’incisività e capillarità che i movimenti climatici hanno saputo avere nella società tedesca.

Proprio nella vicina Aquisgrana si è tenuto ieri il primo climate strike europeo organizzato da Fridays for Future. Il legame con le giornate d’azione contro la miniera organizzate da Ende Gelände è emerso in più di un’occasione. Non a caso uno dei finger era composto principalmente da attivisti di Fridays for Future. Questo a testimonianza del fatto che il movimento sta acquisendo maggiore consapevolezza nel rivendicare e praticare azioni di disobbedienza e illegalità di massa.

A muoversi per primo, nel pomeriggio di ieri, è stato il green finger, che in serata è riuscito a raggiungere l'obiettivo di occupare le rotaie della linea che rifornisce di carbone la centrale elettrica. Attivisti ed attiviste hanno passato la notte sui binari, riducendo considerevolmente la produzione di energia della centrale, e continuano a oltranza l’occupazione. 

Ende Gelande

Il red finger e il pink finger sono stati invece bloccati dalla polizia, che ha usato ripetutamente violenza nei confronti degli attivisti, sia ieri che oggi.

Ende Gelande

L’ultimo a radunarsi è stato il gold finger, che si è dato appuntamento a mezzogiorno di oggi ad Hochneukirch, e si è diretto verso il confine nord della miniera. Intorno alle 15 un primo gruppo di attivisti – circa 1500 persone – è riuscito ad aggirare i nutriti blocchi della polizia e a introdursi nell’area della miniera. Circa mezz’ora dopo anche il resto del finger ha oltrepassato lo sbarramento.

Ende Gelande

Gli attivisti hanno superato un secondo blocco e si sono velocemente diretti all’escavatore, cuore del sito minerario, che era già fermo da diverse ore proprio in virtù della mobilitazione. A poche centinaia di metri dall’obiettivo il gold finger, ormai ricompattatosi, viene bloccato da agenti e dipendenti della Rwe. Una colonna di furgoni e pick-up si frappone tra l’escavatore e gli attivisti, che hanno comunque ottenuto il fatto di aver bloccato le attività della miniera e ridotto il transito di lignite verso la centrale elettrica.

Ende Gelande

Dopo una serie di avvertimenti, intorno alle 18 la polizia inizia a compiere i primi arresti, mentre gli attivisti oppongono resistenza passiva, continuando a dichiarare di voler rimanere nel sito a oltranza, rifiutando qualsiasi trattativa «perché il clima non può essere negoziato». L’identificazione di tutte le persone si è protratta fino a tarda sera. L’occupazione dei binari è continuata invece per la seconda notte consecutiva.