Stati Uniti: ancora una protesta di massa dopo l'ennesimo episodio di violenza poliziesca

A Kenosha, nel Wisconsin, due agenti sparano a freddo contro Jacob Black, afroamericano. Proteste e scontri in varie città

25 / 8 / 2020

Si è trattato di un tentativo di esecuzione in piena regola quello fatto da due agenti di polizia ai danni di Jacob Blake, avvenuto domenica 23 agosto a Kenosha, nel Wisconsin. L’uomo, un afroamericano padre di tre figli, è stato  trasportato in elicottero in un ospedale di Milwaukee e lotta ora tra la vita e la morte.

Le immagini di un video che circola sui social sono a dir poco agghiaccianti: si vedono gli agenti inseguire Jacob per alcuni metri con la pistola spianata e poi esplodere sette colpi di pistola mentre lui stava salendo sulla sua auto. Alla scena hanno assistito anche i tre figli dell’uomo, che si trovavano in auto e che ora sono in stato di shock, come affermato da Ben Crump, un avvocato per i diritti civili che rappresenta anche la famiglia di George Floyd.

Appena si è diffusa la notizia, un folto gruppo di manifestanti si è riunito al Civic Central Park e ha iniziato a marciare verso il commissariato di polizia cittadino. La polizia in tenuta antisommossa ha bloccato i manifestanti e per diverse ore ci sono stati scontri nelle strade di Kenosha. Il giorno dopo, come accaduto in seguito all’uccisione di George Floyd, la protesta si è estesa anche ad altre città statunitensi. Lo sceriffo della contea di Kenosha, ha disposto un coprifuoco per le notti di lunedì e martedì, mentre gli agenti coinvolti sono stati messi – come da prassi - in congedo amministrativo.

JAcob Blake protest

Jacob Blake protest

Mentre accadeva l’ennesimo episodio di violenza poliziesca, alla convention repubblicana intervenivano Mark e Patricia McCloskey, avvocati bianchi di 63 e 61 anni che alcune settimane fa hanno puntato le armi contro i manifestanti di Black Lives Matter a St. Louis. «Le nostre armi le terremo in pugno contro quella folla selvaggia perché è nostro diritto» hanno detto i coniugi, a testimonianza di quanto sia radicata la cultura suprematista tra i conservatori statunitensi.

Di tutt’altro tenore il commento della super star dei Los Angeles Laker LeBron James, che già aveva preso una dura posizione dopo l’omicidio di Floyd, come altri campioni dello sport a stelle e strisce: «e vi chiedete perché diciamo quello che diciamo della Polizia! Un altro nero che viene preso di mira: questo è così sbagliato e così triste! Sentitevi dispiaciuti per lui, per la sua famiglia e per le nostre persone! Vogliamo giustizia!».