Shady Hamadi: Lampedusa, la Siria e il dovere di schierarsi

Intervista con il giornalista e blogger italo-siriano al Internazionale Festival di Ferrara, il ruolo dell'intellettuale, la necessità di schierarsi, le proprie origini.

9 / 10 / 2013

Incontriamo il blogger e giornalista Shady Hamadi durante il festival di Internazionale a Ferrara, è venuto a presentare il suo ultimo libro La felicità araba. Storia della mia famiglia e della rivoluzione siriana - Add editore.

Un libro scritto per far capire cosa sta succedendo in Siria in questi mesi per cercare di non dimenticare la storia e la memoria. Che cosa sa l’Occidente della storia siriana? si chiede e ci chiede Shady. Poco o niente e quel poco che sa viene affrontato distrattamente e senza una reale volontà di capire perché si sia arrivati a un conflitto che dal suo scoppio, nel marzo del 2011, ha causato 90.000 vittime e più di un milione di profughi.

Sono i giorni dopo la tragedia di Lampedusa e la nostra chiacchierata parte proprio dai profughi; non li vogliamo? non abbiamo politiche di accoglienza? bene quanto meno facciamoli passare, transitare verso quei paesi che hanno scelto altre politiche di accoglienza. Siamo o non siamo la porta del Mediterraneo? Cambiare le leggi e aprire un corridoio umanitario solo per cominciare. Più che domande una accusa vera e propria sulle tematiche a lui care.

Shady sottolinea la necessità di costruire una memoria comune in uno spazio comune, in questo caso l'Euromediterraneo, per questo la necessità di raccontare la storia delle proprie origini, o meglio della parte siriana della famiglia. Ma è anche  un dovere; quello di schierarsi di prendere parte come scelta consapevole di chi si vuole definire intellettuale e per lui figlio di profughi lo schierasi è tenere insieme queste due parti ma scegliendo di militare.

Intervista a Shady Hamadi