Il Consiglio supremo della radio e della tivù (Rtuk), organismo di controllo nominato da Erdogan, ha multato le piccole televisioni che hanno trasmesso in diretta le manifestazioni di protesta.

Sgomberate le piazze, ma gli alberi della libertà hanno radici profonde

Gezi Park è ancora presidiato

12 / 6 / 2013

Nelle prime ore del giorno di mercoledì, si legge su Al Jazeera on line, nuove squadre di polizia sono arrivate in piazza Taksim per dare il cambio ai loro colleghi, che hanno prestato servizio ininterrottamente dal tardo pomeriggio di martedì. Alcuni scontri si sono verificati anche al parco Gezi, dove il 28 maggio scorso era stata organizzata la prima manifestazione contro il progetto di costruire un centro commerciale distruggendo parte del parco cittadino. Da allora, le manifestazioni si sono estese a molte altre città della Turchia e sono diventate una protesta contro il governo di centrodestra di Erdoğan, accusato di essere sempre più autoritario e di mettere a rischio la laicità dello stato con leggi che tendono all’islamizzazione del paese e alla limitazioni delle libertà delle persone.

Come abbiamo cercato di dare conto su Global quello di ieri è stata una giornata di continui scontri che si sono moltiplicati nel pomeriggio e nella notte, non solo a Istanbul ma anche ad Ankara, dove si è determinata una situazione parallela, con l’occupazione di piazza Kizulay dove si era allestita una tendopoli, come in  piazza Taksim, così come era avvenuto per il movimento degli indgnados spagnoli e per gli egiziani di piazza Tashir o gli Occupy  americani ed inglesi, andando a determinare una TAZ, una zona temporaneamente liberata nel cuore delle metropoli, dove confrontarsi, organizzarsi e partire con le iniziative di movimento.

Una mobilitazione, dunque, quella turca che parla un linguaggio universale di lotta e di rivolta contro l’ordine costituito, che ha attraversato l’Europa, il Meditterraneo, soffermandosi in maniera più continuativa sulla sua sponda africana e medio orientale, dove le contraddizione, con ogni evidenza, sono molto più laceranti.

Oggi siamo al 13° giorno di rivolta in Turchia, una rivolta tumultuosa che ha interessato le principali metropoli: le agenzie riportano che sono state 84 le citta che ieri sono state attraversate da manifestazioni, moltissime dando luogo ad incidenti con le forze di polizia.

Tutta la giornata di ieri e la notte è stata costellata di scontri molto duri, probabilmente i piu' violenti dall'inizio delle proteste antigovernative, in Turchia dove la polizia ha ripreso il controllo di Piazza Taksim a Istanbul dopo otto ore di guerriglia con i manifestanti, contro i quali il premier islamico Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato "tolleranza zero".

Finché alle 3 (le 2 in Italia) di mercoledì 12, la polizia - che aveva già disperso ad Ankara una protesta di circa 5 mila persone anti-Erdogan - ha sferrato l'ultimo attacco con i lanci di lacrimogeni riconquistando il luogo simbolo di Istanbul. 

Dopo che la polizia anti-sommossa ha disperso la folla lanciando ancora raffiche di gas e getti d'acqua, piccoli gruppi di manifestanti hanno continuato la schermaglie per ore, poi e' tornata la calma. E gli scontri nel vicino Parco Gezi sono continuati fino a stamane; poi all'alba i bulldozer hanno portato via detriti, macerie e le barricate che erano state erette tutto attorno ma il parco di Gezi è ancora presidiato da manifestanti.


Dopo aver riconquistato piazza Taksim, il governo ha inoltre imposto una nuova misura destinata a scatenare altre proteste. Il Consiglio supremo della radio e della tivù (Rtuk), organismo di controllo nominato da Erdogan, ha multato le piccole televisioni che hanno trasmesso in diretta le manifestazioni di protesta.
«Hanno danneggiato lo sviluppo fisico,morale e mentale di bimbi e giovani», è stata la giustificazione della Rtuk.

La situazione nel paese rimane incandescente, tanto che la stessa Casa Bianca ha espresso preoccupazione per quanto sta succedendo, esigendo il rispetto della liberta' di espressione, di assemblea e di associazione, e di avere "una stampa libera e indipendente". Il bilancio degli scontri è pesantissimo, si parla di 3000 feriti nella giornata di ieri, mentre non si ha avuto conferma della notizia che è circolata nei network di 1 manifestante morto.

SMS DIRETTA MULTILINGUA:

http://gezipark.nadir.org/index_ita.html

Tarabini da dinamopress

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