«Senza abbassare gli occhi mai». Geografia dell’estrema destra francese a 5 anni dall’uccisione di Clémént Meric.

20 / 9 / 2018

Il 5 giugno 2013, uno studente sindacalista e militante antifascista di 18 anni veniva ucciso in strada, nel 9ème arrondissement di Parigi, da un gruppo organizzato di nazisti. Ci sono voluti cinque anni per condannare gli assassini. 

Gli autori - Esteban Morillo, Samuel Dufour e Alexandre Eyraud - sono ex-militanti del gruppo nazista Terza Via, dissolto formalmente nel 2013. Si erano presentati tatuati con croci celtiche e vestiti con magliette "White Power" - "100% pura razza" - e "Blood and Honour" in un locale adibito a vendita privata di abbigliamento, provocando una rissa che è immediatamente degenerata causando la morte di Clément.

Al processo, i tatuaggi sono stati cancellati per accreditare la versione della «lite fra bande rivali», ma per cinque anni numerose false notizie sulla morte di Clémént Meric sono state propagate dai media e dalle reti di informazione dell'estrema destra.

ll processo ha comunque permesso, anche se parzialmente, di elucidare i fatti: Clémént e i suoi compagni sono stati aggrediti dai tre skinhead perché antifascisti.  Si tratta di un omicidio politico. Gli ammiratori del regime hitleriano, che rischiavano vent'anni di carcere, sono stati condannati a 11 e 7 anni, uno dei tre è stato rilasciato.

Dall'inizio del processo, il 4 settembre, fino alla sua conclusione, il 14 settembre, numerosi presidi si sono susseguiti in differenti luoghi che ripercorrono la lotta antifascista in città, dal ponte du Carrousel dove Brahim Bouarram è stato gettato nella Senna dai fascisti nel 1995, al luogo della morte di Clément, poi a Saint Michel, a Belleville, alla Bourse du Travail. Infine si è svolta una manifestazione a République con centinaia di persone per ricordare che l'azione antifascista parte dalla lotta contro le violenze poliziesche, la stigmatizzazione e le discriminazioni sociali (http://lahorde.samizdat.net/).

Per combattere il nazi-fascismo e le sue idee, l'antifascismo insegna che è importante  anche diffondere la sua carta d'identità. Individuare e riconoscere la rete della destra radicale che compone il sottobosco, neanche tanto nascosto, del Rassemblement National, ex-Front National di Marine Le Pen.

In questi anni, il "nuovo" FN ha tentato di fondersi nel paesaggio politico franco-europeo simulando un distacco dalle correnti storiche del nazionalismo francese, correnti incarnate dalla linea nazional-repubblicana di Florian Philippot e da quella nationalista e conservatrice di Marion Maréchal-Le Pen. Questa tattica si è valsa dell'appoggio di gruppuscoli sovranisti ed ha permesso l'entrata in scena di figure come Philippe Vardon (Identitaires) e Axel Lousteau (GUD) che non hanno affatto rinnegato il passato.

L'estrema destra francese copre 4/5 del territorio nazionale.

In seguito alla sconfitta al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2017, il FN ha perso Marion Maréchal che ha cancellato il cognome Le Pen e si è installata all'università di Lione con dei corsi di formazione e di propaganda fascista, e Philippot che ha creato un proprio gruppo che si fa chiamare "movimento"les Patriotes. Il FN ha cambiato nome diventando Rassemblement National.

I cugini più vicini sono Les Républicains, partito che riunisce la maggior parte della destra conservatrice, razzista, xenofoba, omofoba e islamofoba. Rivalizzano con i nazi-fascisti sul terreno "identitario", su quello della "sicurezza" e sulle politiche che riguardano l'immigrazione. Similmente al Partito socialista, quando è stato al governo con ministri dell'Interno come Valls con Hollande e Collomb con Macron.

Il discorso portante del loro leader, Laurent Wauquiez, è formulato su un'anacronistica «protezione dell'identità francese», che si tratti di indigeni, produzione industriale o agricola, un Km zero garantito dall'origine e controllata per nascita e riproduzione biologica. Il liberalismo conservatore ha subìto una mutazione nella destra francese che è passata nell'arco di pochi anni dalla difesa dei valori repubblicani a quelli nazionalisti grazie a correnti e lobby ultra-conservatrici come Sens Commun e Oser la France che tende la mano ai sovranisti dell'ex-FN.

I "sovranisti" sono la foglia di fico del fascio-nazionalismo, si sono costruiti negli anni ‘90 in opposizione all'europeismo, i pionieri sono il Mouvement pour la France fondato da Philippe de Villiers e altre piccole formazioni, tra le quali CNIP e Debout le France di Nicolas Dupont-Aignan, oppure l'UPR di François Asselineau, costituite con l'intento di federare i nazionalisti per affinità locale e regionale, ma anche di tessere legami e fecondare relazioni con i movimenti di estrema destra e i movimenti "di sinistra" sovranisti europei.

La costellazione della destra estrema include l'ampio paesaggio della destra cattolica, quella della Manif pour Tous che nel 2012-2013 ha organizzato numerose manifestazioni di massa contro il progetto di legge sull'unione matrimoniale per le coppie omosessuali.

La forte mobilitazione per la difesa della famiglia tradizionale, come l'omofobia, sono non il collante ma il cemento armato della propaganda dell'odio armato nazi-fascista. 

Se i seguaci della Manif pour Tous sembrano oggi meno gagliardi che in passato, non si può non segnalare strutture come l'Avant-Garde e riviste come l'Incorrect che contano su personaggi mediatici come Eric Zemmour o Elisabeth Levy, o su politici televisivi come Jean-Frédéric Poisson del Parti Chrétien Démocratique che riattiva le posizioni anti-abortiste.

Non mancano infatti all'appello i cattolici "tradizionalisti", strati densi di popolazione nelle zone della cosiddetta "France profonde", composti da parrocchiani che finanziano giornali nazionalisti come Présent o media come Radio Courtoisie, e persino un'associazione, Agrif, che contrasta la "critianofobia" e il "razzismo anti-bianco". Con la parola d'ordine "Dio, Famiglia, Patria", Civitas è la principale organizzazione politica cattolica. Animata da Alain Escada, può contare sull'operato di Alexandre Gabriac, ex-militante del FN e dell'Oeuvre française (gruppo pétainista oggi dissolto), per consolidare France Jeunesse Civitas che ha come priorità la battaglia contro l'aborto: le "Marce per la vita" organizzate ogni anno a cui partecipano migliaia di persone. Mentre sparuti gruppi di anziani pregano in ginocchio davanti alle cliniche, i giovani, come i Survivants, i sopravvissuti, apparsi nel 2016, si attivano per ostacolare l'accesso all'interruzione della gravidanza. Attivismo particolarmente seguito nelle zone rurali, cioé i 3/4 del territorio francese, sostenuto dalla Fondation Lejeune che dal 1996 associa un lavoro di ricerca scientifica sulle malattie geneticamente trasmissibili all'impegno anti-abortista.

E poi ci sono i nostalgici. Ironia della storia, Jean-Marie Le Pen, fondatore e presidente del FN per quarant' anni, è stato messo al bando dalla figlia. A quasi 90 anni non ha certo un avvenire politico, ma il suo carisma gli permette di restare star indiscussa dell'estrema destra e attirare i nazional-fascisti più radicali nei Comités Jeanne. Alleato di Le Pen senior c'è anche il Parti de la France, fondato nel 2009 da Carl Lang, ex-vice presidente del FN che tenta di strutturare istituzionalmente l'insieme delle tendenze nazionaliste, incluse quelle nazi-fasciste. Elettoralmente insignificante, la composizione militante va dagli skinhead ai notabili di estrema destra. Riescono in ogni caso a formare una redazione, quella della rivista Synthèse Nationale diretta da Roland Hélie, che ogni anno organizza una "Giornata nazionale e identitaria"; nel 2017 ha accolto gli interventi di Jean-Marie Le Pen, Alain Escada, Carl Lang, Steven Bussuel, Richard Roudier, e Serge Ayoub di Terza Via. Invece, La Ligue du Sud, creata nel 2005 da militanti Identitaires e dell'ex-FN da Jacques Bompard, sindaco di Orange e membro fondatore del FN, è un'organizzazione locale che si rivendica indipendente dal FN.

I gruppi più radicali dell'estrema destra hanno una storia che risale al XIX secolo. L'Action française è il più vecchio movimento nazionalista francese ancora attivo. Movimento monarchico che formava i quadri della destra - oggi diretto da S. Blanchonnet - organizza dibattiti, conferenze, seminari ma da circa un anno si manifesta con azioni dirette che hanno attirato una nuova generazione di militanti. Mentre il GUD esiste solo più a Parigi e ha ridotto l'interveno alla diffuzione di autocollanti e qualche riunione pubblica, a Lione, sotto la guida di Steven Bissuel, è diventato nel 2017 il Bastion social, scimmiottamento di Casapound. Con l'occupazione durata due settimana di uno spazio in cui si pretendeva di aiutare i "francesi di pura razza", il Bastion social si è fatto pubblicità senza peraltro aiutare nessuno. Dal 2017 altri spazi simili con lo stesso nome sono stati aperti a Marsiglia, Aix en Provence, Chambery, Strasburgo, ma servono più per organizzare riunioni che come accoglienza "sociale". Sono presenti in alcune facoltà del sud-est della Francia, la tendenza dal 2017 è quella di manifestarsi occasionalmente contro le occupazioni dei movimenti studenteschi, a volte con attacchi di estrema violenza come durante la stagione di lotte della scorsa primavera nelle università del sud e del nord.

Gli Identitaires, dalla creazione nel 2002 cercano di marcare le distanze dall'estrema destra tradizionalista senza affermare un'ideologia alternativa alle formazioni storiche. Privilegiano la comunicazione e il web ma di fatto Génération identitaire con la sua struttura più recente viene messa in avanti solo quando si tratta di provocare mediaticamente e fare propaganda, ma non sono riusciti a crearsi uno spazio politico distinto dal FN e l'affiliazione al FN del loro leader, Philippe Vardon, li ha indeboliti ulteriormente. Altri gruppi, come il Parti Nationaliste Français che operano in continuità con l'Oeuvre française, dissolta nel 2013, che raccolgono i nostalgici del regime collaborazionista di Vichy durante l'occupazione nazista o dell'Algeria francese, o Dissidence française di Vincent Vauclin, sono quasi estinti.

Gli Skinheads di estrema destra sono raggruppati in bande locali informali, non esiste un'organizzazione che accomuni i gruppi a livello nazionale anche per via del fatto che hanno vita breve, ma che putroppo si fanno notare per le loro aggressioni armate. Dalla dissoluzione - nel 2013 - di JNR e di Troisième Voie di Serge Ayoub ( riciclato con la fondazione di Black 7 France, un club di bikers), gli accoliti del nazismo hitleriano in Francia sono dispersi nel paesaggio politico dell'estrema destra. Per farli divertire, Pride France organizza dei tornei clandestini di free fight  oppure concerti "neonazisti" con lo scopo delle collette militanti.

Nell'informazione, l'estrema destra privilegia internet e promuove la "re-informazione" , ovvero la visibilità delle teorie di pensiero e le tesi politiche più reazionarie del XXI secolo nello spazio mediatico sviuppando i propri media. Uno degli artefici della re-informazione è Jean-Yves Le Gallou, ex-FN, ex-GRECE ed ex del Club de l'Horologe che nel 2003 ha creato il gruppo Polémia.

Con il pretesto di un informazione "pluralista" e l'intento di affermarsi rispetto ai media "ufficiali", siti come Breizh Info o Languedoc info si sono specializzati nei dibattiti che danno spazio agli argomenti razzisti e sessisti. Alcuni, come Méridien Zéro e TV Libertés, sono dichiaratamente posizionati all'estrema destra. Altra variante dal 2007, Riposte laïque che esprime e diffonde un'islamofobia ossessiva offrendo la parola a numerosi militanti nazionalisti, in particolare a Richard Roudier della Ligue du Midi

Dulcis in fundo, Égalité & Réconciliation, fondata da Alain Soral nel 2007 che aveva l'ambizione di mettere insieme nazionalisti di destra e patrioti di sinistra. Oggi fan-club di Soral stesso che si caratterizza per un virulento antifemminismo e per un osceno antisemitismo. Il delirante negazionismo che, con il contributo dello showman Dieudonné, ha invaso la scena pubblica deve il suo successo non solo al Soral nazionale ma anche a Robert Faurisson, incontestata vedette dei "dissidents" , e a Vincent Reynouard che ha esteso il dominio di influenza mediatica delle tesi negazioniste e da una dilagante disinibizione intellettuale estremamente violenta. Sintonizzati con E&R, Daniel Conversano, Henri Lesquen e Ismail Ouslimani alias Raptor Dissident si sono fatti conoscere attraverso dei video in cui esibiscono il loro sessismo, il loro razzismo nonché il loro incondizionato amore per il nazismo. Questo attivismo virtuale, che consiste nell’invitarsi reciprocamente per dire insieme sempre le stesse cose, potrebbe dare l'idea di una solida comunità di pensiero; in realtà resta un sodalizio illusorio, nutrito da egocentrismi tanto effimeri quanto sterili che sfociano nella maggior parte più in polemica che in progetto politico.

Questa mappatura si limita ad una descrizione sommaria ma allo stesso tempo rende evidente la trasformazione non più latente sia dell'estrema destra storica che della destra dissolta nell'estrema destra sul territorio francese e ai suoi confini, come dimostrano le vicende dei blocchi dei migranti ai valichi con l'Italia. Una certa naïveté, accompagnata da un ingiustificata presunzione morale e intellettuale, ha portato la sinistra francese a sottovalutare il rischio permanente che rappresentano le idee e le pratiche fasciste e naziste in questi ultimi anni. Una latitanza responsabile in particolare rispetto all'effetto delle politiche di austerità e la conseguente decapitazione dei principi che garantisco la redistribuzione economica atrraverso il  welfare, sostituito oggi dal workfare, dal 'debito sociale' imposto agli ampi strati impoveriti e sempre più fragili della popolazione. Oggi, l'ideologia meritocratica a fronte della precarietà nel lavoro adottata come metodo di gestione imprenditoriale dello Stato a carico del governo Macron non può che diventare linfa per una radicalizzazione dei razzimi e del sessismo. La legittimazione delle politiche dell'estrema destra è passata ora non resta che lottare contro di esse ogni giorno senza «abbassare gli occhi» mai, come ha fatto Clément.