Russia - Nadia, la Pussy Riot incarcerata in Siberia, potrà pare vedere il marito

Solo dopo 26 giorni le autorità ufficializzano il suo trasferimento punitivo

15 / 11 / 2013

Nadia Tolokonnikova potrà forse rivedere suo marito la prossima settimana nella prigione in Siberia orientale dove si trova detenuta.

"All'inizio della prossima settimana la potro' incontrare", ha dichiarato il marito Piotr Verzilov all'agenzia Interfax.

Solo mercoledì le autorità russe hanno ufficialmente comunicato che Nadia si trova nella prigione siberiana, come ha riferito il marito sottolinenado come  "per la prima volta in 26 giorni, l'amministrazione carceraria ha concesso a Nadia di contattarmi e di dirmi dove si trova e come si sente".

Pare che Nadia si trovi in una struttura ospedaliera nella regione di Krasnoyarsk, per accertamenti di routine. 

Il trasferimento di Nadia dal campo di lavoro in cui aveva iniziato lo sciopero della fame per protestare contro le inumane condizione detentive e le persecuzioni è stato chiaramente punitivo. E' se ci fosse bisogno di conferma allo spregio dei diritti nel sistema penitenziario russo molto "candidamente" Vladimir Lukin, responsabile diritti umani russo, ha ricordato di recente che deve passare il periodo di quarantena previsto dopo ogni trasferimento, perche' legali e parenti possano riprendere i contatti con la detenuta. La legge, dice che i famigliari devono essere messi al corrente del luogo in cui e' detenuto il condannato, entro 10 giorni dall'arrivo nella prigione di destinazione.

Per Nadia, questo periodo di tempo in cui di una detenuta o un detenuto spariscono e non ve n'è traccia, è stato ben più lungo, a dimostrazione della vera e propria persecuzione a cui la giovane attivista, madre di un piccolo bimbo, è sottoposta.

Intanto Maria Aliokhina, 25 anni, condannata assieme a Nadia per la performance anti-Putin nella Cattedtale di Mosca, continua ad essere detenuta in una diversa colonia penale. Maria ha rinunciato a chiedere una pena più mite per solidarietà con Nadia ed anche per chiedere che l'amnistia di facciata, che il governo russo si appresta ad approvare, sia reale e ne possano beneficiare molte delle donne e madri rinchiuse nei campi di detenzione. 

Yekaterina Samutsevich, anche lei condannata a due anni, ma scarcerata il 10 ottobre 2012 con la condizionale perchè avrebbe avuto un ruolo minore nella performance anti-Putin, continua a lottare contro il rgime di Putin e poche settimane fa ha lanciato un appello a boicottare i Giochi invernali di Soci che si terranno a febbraio in Russia.