Tratto da:Amisnet.org

Parma: nuove proteste contro Pizzarotti per la “TAV” israeliana.

9 / 4 / 2011

Continuano le proteste per il coinvolgimento italiano nella costruzione della ferrovia ad alta velocità tra Tel Aviv e Gerusalemme. La prossima mobilitazione è prevista per il 9 aprile alle 10.00 sotto la sede dell’ azienda Pizzarotti di Parma, il general contractor italiano che si occuperà della realizzazione di un ampio tratto della ferrovia. La linea ferroviaria A1 permetterà ai cittadini d’ Israele di spostarsi tra Tel Aviv e Gerusalemme in soli 28 minuti, contro i 90 necessari con la ferrovia attualmente in servizio. Oltre al tempo di percorrenza, l’altra differenza significativa tra la ferrovia di oggi e quella in costruzione è tutta nei 6,5 km del suo percorso che attraversano i Territori Palestinesi Occupati andando a confiscare nuove terre ed isolando ulteriormente i villaggi palestinesi di Beit Surik e Beit Iksa, comunità già pesantemente colpite ed isolate dai propri terreni agricoli e da Gerusalemme dal muro di separazione voluto da Israele. Il tutto in violazione della legalità internazionale, tra cui la IV Convenzione di Ginevra, che vieta alla potenza occupante lo sfruttamento delle terre a beneficio esclusivo della propria popolazione. L’ impresa Pizzarotti di Parma contribuisce a questo progetto fornendo uno know how fondamentale per la realizzazione di tunnel e ponti ferroviari per il tratto C del percorso del treno ed è per questo che un ampio cartello formato sopratutto da associazioni della società civile ha costituito una coalizione e promosso una campagna di pressione sull’ azienda emiliana perchè rinunci all’appalto. In questi mesi c’è stato dapprima uno scambio di lettere con la Pizzarotti che ha coinvolto anche organizzazioni sindacali e partiti ed in parte si è svolto a mezzo stampa, un paio di sit in di protesta ed un appello della coalizione stop that train impregnato su tre richieste:

  1. All’ Impresa Pizzarotti S.P.A.  perchè si ritiri immediatamente dal progetto A1
  2. Al governo nazionale, ai governi locali e ai consigli cittadini perchè pongano fine ai contratti con la Pizzarotti S.p.A., e a non ne stipulino di nuovi se Pizzarotti non risolverà il contratto per la costruzione della A1
  3. Alle persone di coscienza, perchè si avviino effettive campagne di disinvestimento rispetto a titoli ed istituti finanziari collegati alla Pizarotti S.p.A

Il 23 marzo l’ Impresa Pizzarotti ha accettato di incontrare la Coalizione Stop That Train, un incontro che si è concluso con le due parti che sono rimaste sulle loro posizioni ma da cui è emerso che sostanzialmente la Pizzarotti non era a cooscenza della situazione sul territorio interessato dai lavori e che lo stato di avanzamento degli stessi e gli investimenti già effettuati dall’ azienda emiliana rendono difficile un eventuale ritiro da questo progetto. Una politica aziendale frettolosa e superficiale quindi, che pone la Pizzarotti in disaccordo con lo stesso codice etico che si è data. La coalizione ha fatto presente all’azienda come già altre imprese si siano ritirate, in particolare quelle tedesche che hanno fatto un passo indietro su invito del ministero degli esteri, ed ha invitato i dirigenti della Pizzarotti per una “visita guidata” nei Territori Palestinesi Occupati ed in particolare a Beit Iksa e Beit Surik perchè possano vedere di persona l’ impatto del loro lavoro.