Paraguay, notte di fuoco ad Asuncion

3 / 4 / 2017

La notte del 31 marzo il regime politico corrotto, antipopolare e repressore del presidente Horacio Cartes (tra i principali promotori, assieme ad Argentina e Brasile dell’opposizione neoliberale alla rivoluzione bolivariana nel continente), ha subito un duro colpo.

Tutto nasce dalla proposta della modifica della costituzione per permettere al presidente la rielezione. La costituzione paraguayana varata nel 1992 dopo la dittatura di Alfredo Stroessner, infatti, vieta la rielezione e stabilisce in soli 5 anni il mandato presidenziale. A questa modifica costituzionale è favorevole anche Fernando Lugo, l’ex presidente  vittima di un “colpo di stato” con il quale è stato destituito nel 2012.

Contro questa riforma, si è espressa con forza la popolazione che, dopo la votazione favorevole del Senato (in mano al partito di Cartes), si è riversata nelle piazze della capitale. Al principio la protesta ha avuto carattere pacifico, con slogan trasversali contro Cartes e Lugo: “Cartes basura, vos sos la dictadura”, “Cartes, bandido, Lugo está contigo”. Con il passare delle ore però la situazione è divenuta sempre più accesa e, mentre il ministro degli interni Tadeo Rojas assicurava che la polizia non aveva l’ordine di reprimere i manifestanti, nelle strade si cominciavamo a contare i feriti da arma da fuoco, tra i lacrimogeni e lo sfrecciare dei mezzi con gli idranti.

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Verso le 19 il ritiro delle forze di polizia dalla zona e la contemporanea divulgazione in rete delle immagini dei feriti ha riacceso la protesta: i manifestanti hanno trovato la via libera per il parlamento e hanno preso il controllo dell’edificio legislativo, cominciando a distruggere ogni cosa sul loro cammino. Infine, hanno dato fuoco allo stesso edificio e per i pompieri ci sono volute diverse ore per avere la meglio sul fuoco.

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Gli incidenti sono proseguiti per ore in diverse parti della capitale, con auto della polizia bruciate, saccheggi di uffici governativi e fiamme in giro per la città.

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La risposta della polizia non si è fatta attendere: centinaia i feriti con pallini di gomma e diversi anche i manifestanti arrestati, ma il dramma della giornata è avvenuto a mezzanotte nella sede del Partito Liberale, dove si erano riuniti i membri del partito per discutere su come continuare la mobilitazione. 

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Durante un’irruzione un poliziotto ha sparato alle spalle a Rodrigo Quintana, leader dell’ala giovanile del Partito Liberale, uccidendolo all’istante e calpestandolo successivamente. Il poliziotto si è difeso dicendo che pensava di avere pallottole di gomma.

Qui il video dell'assassinio di Rodrigo Quintana - Attenzione, immagini forti

Ritornata la calma, il presidente è stato costretto a rimuovere il Ministro degli Interni Tadeo Rojas e il Comandante della polizia Crispulo Sotelo.

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Il giorno successivo, le strade di Asuncion si sono riempite per continuare la protesta e per ricordare e chiedere giustizia per l’attivista ucciso, Rodrigo Quintana. 

proteste

Quello che sta avvenendo nei piani alti non ha niente a che vedere con la democrazia: è un gioco di potere in cui gli attori in gioco, il conservatore Cartes e l’oppositore Lugo, sono alleati nel cercare di costruire un sistema che miri alla conservazione del loro potere personale. In tutto questo non hanno fatto i conti con la popolazione paraguayana, che ha ancora impresso nella memoria la dittatura di Alfredo Stroessner e che vede in questa modifica della costituzione il tentativo di riprodurre gli stessi meccanismi di potere. 

*** È attivista del Centro Sociale Rivolta di Marghera e dell’associazione Ya Basta! Êdî bese! con cui ha organizzato numerose carovane in Messico e collaborato alla realizzazione di progetti di solidarietà con le comunità indigene zapatiste, tra i quali il progetto El Estadio del Bae, Agua Para Todos e Que corra la voz. Saltuariamente racconta su Sportallarovescia il doping nel ciclismo. Nel tempo sottratto alla libertà dal capitalismo, fa l’educatore a ragazzi con disabilità. Quando può cammina domandando per il mondo...