19 luglio 2009: 30 anniversario della rivoluzione sandinista

Nicaragua: 30 anni dopo il nemico rimane lo stesso

Comunicato del Movimento Autonomo delle Donne in Nicaragua

23 / 7 / 2009

Questo 19 luglio si compiono 30 anni da quando il popolo del Nicaragua ha rovesciato la dittatura di Somoza, al fine di vivere nella libertà e nella giustizia sociale. Donne di tutte le classi e le età, ci siamo impegnate in questo poema epico nazionale, aspirando a stabilire una società democratica e paritaria, vedendo nella rivoluzione non solo il corso di una liberazione nazionale, ma della nostra emancipazione dalla schiavitù di genere.

Ecco perché le prime  femministe del ’79 hanno intravisto nella rivoluzione non solo la possibilità di un nuovo contratto sociale, che comprende il riconoscimento dei diritti e la parità delle donne, ma una forza politica e uno stato che soddisfa le promesse enunciate nel Programma Storico del Fronte Sandinista di trasformare la condizione delle donne. 30 anni più tardi, sotto il secondo mandato della ex leader rivoluzionario Daniel Ortega, abbiamo constatato l'involuzione dei diritti conquistati con un costo elevatissimo e l'anticipo dell’insturazione di una nuova dittatura familiare, che rappresenta il ritorno del somozismo mascherato come di "sinistra" . Che questo venga dalla mano del FSLN è una crudele ironia storica, ma che si pretenda anche che ci troviamo in una "nuova tappa della rivoluzione" è, oltre ad un errore, una sanguinosa beffa perché Ortega è uno dei principali architetti del fallimento della rivoluzione del ‘79.

I diritti conquistati dalle donne non furono nessuna bella concessione della rivoluzione o dei dirigenti del FSLN.. È stata la spinta e la massima partecipazione delle donne in tutti gli ambiti della vita nazionale e la domanda dei loro diritti, che obbligarono al loro riconoscimento. Le donne contribuiscono a gettare le basi democratiche della fondazione del paese, per assicurarsi che si incorporassero nella stesura della Costituzione i diritti fondamentali come l’assoluta e incondizionata della parità tra uomini e donne. L'unico costante alleato che le donne hanno trovato nella dirigenza sandinista fu Carlos Nunez Tellez, che è stato presidente della Assemblea nazionale che conosceva e aveva capito le esigenze delle donne, in particolare per quanto riguarda lo Stato laico e il diritto alla vita stessa . Rappresenta un vero e proprio tradimento della sua eredità e delle donne, ciò che ha fatto suo fratello, l'attuale Presidente della Assemblea Nazionale, che ha facilitato ai gruppi fondamentalisti l'abrogazione dell’aborto terapeutico, un diritto che nanche il somozismo ha osato toccare.

E 'stata la sfida delle donne al maschilismo prevalente nello stato-partito del Frente sandinista, che ha obbligato a gettare nel 1987 il Proclama sulle Donne dato che denunciavamo la disuguaglianza politica, del lavoro e sociale, e si reclamava la democratizzazione del paese, nelle organizzazioni e nella casa, la pena per violenza sessuale e la depenalizzazione dell'aborto, che fu quindi negato per "ragioni di stato."

Le donne sono state le prime a chiedere la libertà di organizzarsi in maniera autonoma e nel tempo trascorso dopo la caduta della rivoluzione, il movimento delle donne è stato l'unico che si è esteso, diversificato e autonomizzato, costruendo la propria agenda. Ogni legame politico che avrebbe potuto essere mantenuto dal Programma Storico del FSLN è stato definitivamente rotto nel 1998 quando l'attuale presidente del Nicaragua è stato accusato dalla sua figliastra per abusi sessuali. Denuncia che avrebbe portato un leader meno cinico e più serio alla sue dimissioni dalla carica di segretario generale del suo partito. Se il FSLN fosse stato a sua volta una dignitosa e coerente organizzazione rivoluzionaria, lo avrebbe ritirato come candidato presidenziale. La perdita di legittimità e di credibilità, ha portato in seguito Ortega a stabilire il patto corrotto con Arnoldo Alemán, per mezzo del quale tuttie due si concessero l'impunità per i loro atti e si ripartirono il potere. Poi è arrivata la capitolazione dello Stato laico, la criminalizzazione dell’aborto terapeutico, il manipolato il ritorno al potere, gli attacchi ai diritti e le libertà, e, infine, la palese frode elettorale che ha violato la sovranità del popolo e installati nelle stanze del potere gli usurpatori.

il ritorno al potere di Ortega, si è realizzato con l’inganno, la manipolazione, la frode, la corruzione e gli abusi. Ma anche per la confisca delle gesta libertarie del popolo, che rappresenta una presa in giro di Sandino e delle migliaia di nicaraguensi che morirono in quelle gesta. Per questo è contraddittorio e patetico che si incontrano in Nicaragua i rappresentanti dei partiti di sinistra e leader dei movimenti sociali per celebrare il 30 ° anniversario di una rivoluzione che esiste solo nella demagogia e nella testa della coppia presidenziale. Ma anche che considerano di "sinistra"  una forza che rappresenta il ritorno del passato più scuro di Somoza.

Ciò indica che i membri del Forum di San Paolo sono anche "desizquierdizados" e lontano dalla etica politica, o meglio che sono un gruppo di ingenui che non sono riusciti a leggere le lezione a sinistra dalla rivoluzione sandinista, che persistono nella lettura manicheista e  sparuta di guardare la realtà e vedono in Ortega un santone della rivoluzione. L'elenco delle rimostranze sulla sinistra per le donne in America Latina è lunga come sulla destra, con la differenza che la destra non ha mai promesso parità ed emancipazione. Per questo, al compimento dei 30 anni del cercare una utopia democratica, vogliamo fare questo aggiustamento dei conti e della coscienza, davanti alla truffa politica che rappresentano.

La tragedia del Nicaragua e il nostro contributo alla lotta per il cambiamento, ci dà il permesso di interpellare coloro che pervertono la giusta aspirazione dei popoli alla libertà, alla giustizia sociale e alla uguaglianza. Riaffermiamo il carattere indispensabile della democrazia come condizione preliminare per lo sviluppo e l'inclusione, e quindi, il riconoscimento del pluralismo politico e la diversità della società. Noi respingiamo la persecuzione di quelli che la pensano diversamente e la pretesa di annientare gli avversari politici in nome della "lotta di classe", che sono solo servite a giustificare una "accumulazione primitiva di capitale" e creare una nuova oligarchia "rivoluzionaria" per sostituire la vecchia e per giustificare qualsiasi tipo di arbitrarietà e di abuso.

Pertanto, denunciamo questo governo che usurpa e falsifica le gesta del popolo del Nicaragua e riaffermiamo che non claudicheremo nella lotta, perché il Nicaragua ritorni ad essere una repubblica.

Managua, in Nicaragua 17 luglio 2009.

Democrazia sì, dittatura no

Né patti, nè colpi di stato, nè frode

No all’ Orteghismo

Movimento Autonomo delle Donne   

(traduzione a cura di Associazione Ya Basta! Moltitudia)

in lingua originale:

 30 años después el enemigo sigue siendo el mismo

Este 19 julio se cumplen 30 años de que el pueblo de Nicaragua derrocó a la dictadura somocista, a fin de vivir en libertad y con justicia social. Mujeres de todas las clases y edades nos involucramos en esta gesta nacional aspirando a la instauración de un régimen democrático e igualitario, viendo en la revolución no sólo el cauce de la emancipación nacional, sino de nuestra propia emancipación de la servidumbre de género.

Por eso es que  las tempranas feministas del 79 vislumbramos en la revolución la posibilidad no sólo de un nuevo contrato social, que incluyera el reconocimiento de los derechos y la igualdad de las mujeres, sino de una fuerza política y un Estado que cumpliera las promesas enunciadas en el Programa Histórico del Frente Sandinista de transformar la condición femenina.  30 años después, bajo el segundo mandato del otrora dirigente revolucionario Daniel Ortega, constatamos la involución acelerada de los derechos conquistados a un altísimo costo y los anticipos de la instauración de una nueva dictadura familiar, que representa el retorno del somocismo disfrazado de "izquierda". Que esto venga de la mano del FSLN es una cruel ironía histórica, pero que se pretenda además de que estamos en una "nueva etapa de la revolución" es, aparte de un disparate, una sangrienta burla  dado que Ortega es uno de los principales artífices del fracaso de la revolución del 79.

Los derechos conquistados por las mujeres no fueron ninguna concesión graciosa de la revolución o de los dirigentes del FSLN. Fue el empuje y la masiva participación de las mujeres en todos los órdenes de la vida nacional y la demanda por sus derechos, que obligaron a su reconocimiento. Las mujeres contribuimos a echar los cimientos de la fundación democrática del país al lograr que se incorporara en la redacción de la Constitución derechos fundamentales como la igualdad absoluta e incondicional entre hombres y mujeres.  El único aliado consistente que las mujeres encontramos en la dirigencia sandinista fue a Carlos Núñez Téllez, quien fue presidente de la Asamblea Nacional y quien supo entender las demandas de las mujeres, particularmente en relación a la laicidad del Estado y al derecho a la propia vida.  Representa una verdadera traición a su legado y a las mujeres, el que haya sido su hermano, el actual Presidente de la Asamblea Nacional, quien facilitó a los grupos fundamentalistas la derogación del aborto terapéutico, derecho que ni el somocismo se atrevió a tocar.

Fue la impugnación de las mujeres al machismo prevaleciente en el Estado-partido del Frente Sandinista, la que los obligó a lanzar en 1987 la Proclama sobre la Mujer dado que  denunciábamos la desigualdad política, laboral, social y se reclamaba la democratización en el país, en las organizaciones y en la casa, la sanción a la violencia sexual y la despenalización del aborto,  que fue negado entonces por "razones de Estado".

Fuimos las mujeres las primeras en demandar la libertad de organizarnos de manera autónoma y  en el lapso transcurrido desde la caída de la revolución, el movimiento de mujeres fue el único que se expandió, diversificó y autonomizó, construyendo su propia agenda. Cualquier vínculo político que se pudo haber mantenido a partir del Programa Histórico del FSLN quedó definitivamente roto en 1998 cuando el hoy Presidente de Nicaragua fue denunciado por su hijastra por abuso sexual. Denuncia  que en un dirigente menos cínico y más serio, hubiera provocado su renuncia al cargo de  Secretario General de su partido.  Si el FSLN hubiera sido  a su vez  una organización revolucionaria digna y coherente, lo hubiese retirado como candidato presidencial. La pérdida de legitimidad y credibilidad, llevó después a Ortega a establecer el corrupto pacto con Arnoldo Alemán, por medio del cual  ambos se concedieron mutua impunidad por sus actos y se repartieron el poder. Después vino la claudicación del

Estado laico, la penalización del aborto terapéutico, el amañado retorno al poder, el ataque a los derechos y libertades, y por último el descarado fraude electoral que violenta la soberanía popular y ha instalado usurpadores en las alcaldías.

El retorno de Ortega al poder se ha realizado a partir del engaño, la manipulación, el fraude, la corrupción y el abuso. Pero también por la confiscación de la gesta libertaria del pueblo, que representa un escarnio a Sandino y a los millares de nicaragüenses que murieron en ella. Por eso resulta contradictorio y patético que se reúnan en Nicaragua representantes de partidos de izquierda y dirigentes de movimientos sociales para celebrar el 30 aniversario de una revolución que no existe más que en la demagogia oficial y en la cabeza de la pareja presidencial. Pero además que consideren de "izquierda" a una fuerza que representa el retorno del más oscuro pasado somocista.

Ello indicaría  que los integrantes del Foro de Sao Paulo están igualmente "desizquierdizados" y  alejados de la ética política  o bien, que son un grupo de crédulos que no han sabido leer las lecciones dejadas por la revolución sandinista por la cual persisten en lecturas maniqueas y trasnochadas de la realidad y ven en Ortega un santón de la revolución. La lista de agravios de la izquierda a las mujeres en América Latina es larga, tanto como la de la derecha, con la diferencia que esa nunca ha prometido igualdad o emancipación. Por eso, al cumplirse 30 años de intentar la utopía democrática, queremos  hacer este ajuste de cuentas y de conciencia, ante la estafa política que representan.

La tragedia vivida por Nicaragua y nuestro aporte a la lucha por el cambio, nos autoriza a interpelar a quienes pervierten las justas aspiraciones de los pueblos a la libertad, la justicia social y la igualdad. Reafirmamos la indispensabilidad de la democracia como precondición del desarrollo y la inclusión, y por lo mismo, el reconocimiento al pluralismo político y a la diversidad de la sociedad. Rechazamos  la persecución de quienes piensan distinto y las pretensiones de aniquilar a los adversarios políticos en nombre de la "lucha de clases", que sólo ha servido para justificar una "acumulación primitiva de capital"  y crear una nueva oligarquía "revolucionaria" para sustituir  la vieja y para justificar todo tipo de arbitrariedades y abusos.

Por ello, denunciamos a este gobierno que usurpa y falsifica la gesta del pueblo de Nicaragua y reafirmamos que no claudicaremos en la lucha porque Nicaragua vuelva a ser república.

Managua, Nicaragua 17 de Julio 2009.

Democracia sí, dictadura no

Ni pactos, ni golpes, ni fraudes

No al Orteguismo

Movimiento Autónomo de Mujeres