New York ha un sindaco "comunista"

Una gelata storica per bloccare l’attivismo del neosindaco.

di Bz
12 / 1 / 2014

Un mese fa Bill De Blasio è diventato sindaco di New York con un voto plebiscitario (72%), un cambiamento con una forza suggestiva negli Stati Uniti, paragonabile, con una adeguata scala, alla elezione di Obama ma che in Italia non è stata segnalata dalla grande informazione, tutta attenta a seguire le miserie politiche nostrane.

Questa non vuole essere una agiografia di Bill De Blasio ma la segnalazione di un paradosso: New York la metropoli straniante e avvolgente, simbolo dello sviluppo capitalistico del Novecento con il suo Empire State Building, con il suo Word Trade Center è governata da un sindaco anomalo, con un pedigree rapportabile a quello di un Pisapia più allegro e scanzonato, che ha vinto dichiarando di voler combattere, anche da sindaco, contro le disuguaglianze sociali facendone pagare i costi ai ricchi, ai padroni della città.

È diventato sindaco proprio mentre veniva annunciato, altro paradosso, che la Cina, Stato governato da un Partito  comunista almeno sulla carta, è diventato il primo paese esportatore e il secondo importatore, superando, appunto, gli Stati Uniti. Poveri noi: gli appici simbolici del capitalismo nel XXI secolo guidati da soggetti eticchettati quali comunisti!!!

Sarà la realtà dei fatti a mostrarci quanto di vero c’è dietro la sua propaganda del neosindaco, intanto i suoi concittadini se la devono vedere con una gelata degna di ‘the day after tomorrow’ che procurerà sicuramente un raffreddamento anche dei suoi dei bollenti spiriti.

Bill De Blasio, dunque, non è soltanto il primo sindaco democratico dopo venti anni, ma anche il primo ad avere un passato di ‘comunista’, di militante dei diritti civili negli slum di Brooklyn, di sostenitore attivo del e nel Nicaragua sandinista, poi per un decennio ammanicato con le strutture di base del Partito Democratico e ancora Public Advocate, una sorta di carica elettiva minore in cui ci si batte per i diritti degli altri, infine, forte di una popolarità conquistata sul campo, ha condotto una campagna elettorale affermando di voler far pagare più tasse, ai più abbienti per garantire maggiori e migliori servizi pubblici. Ha una moglie caraibica, militante per i diritti degli omosessuali, 2 figli con look e comportamenti da strada, è il quarto sindaco italo-americano di New York.

Prima di lui due nomi che hanno segnato la storia della Grande Mela, Fiorello La Guardia, primo cittadino dal 1934 al 1945 durante il nazifascismo, e Rudolph Giuliani, il sindaco con la pistola e dell’attacco alle torri gemelle, in carica dal 1994 al 2001. Il terzo, meno conosciuto di origine siciliana, è Vincent Impellitteri, che guidò la città dal 1950 al 1953.