Messico, stato femminicida

Nel giorno di San Valentino protesta dei collettivi femministi a Città del Messico

15 / 2 / 2020

Nel giorno di San Valentino, i collettivi femministi messicani si sono presentati davanti al Palacio Nacional a Città del Messico per protestare contro l’ennesimo caso di femminicidio che ha avuto come vittima Ingrid Escamilla, giovane 24enne ammazzata a coltellate in casa dopo una banale lite dal suo compagno, che poi ha mutilato il suo corpo per cercare di nascondere le prove.

La protesta è montata dopo che le foto del corpo mutilato della ragazza sono finite in pasto all’opinione pubblica pubblicate da alcuni giornali messicani senza alcuno scrupolo e nessun rispetto per la vittima e per il dolore della famiglia. Obiettivo della protesta il presidente López Obrador e la sua amministrazione che, secondo le attiviste, non sta prendendo seriamente il problema dei femminicidi, mentre nelle strade, accusano, «ci stanno uccidendo». Arrivate al portone del Palacio Nacional la mattina presto, i collettivi femministi hanno chiesto al presidente di dichiarare l’emergenza e allo stesso tempo che il governo assuma come priorità la battaglia contro la violenza di genere. Il portone del palazzo è stato imbrattato con della pittura rossa, per ovvi motivi, e con molte scritte tra le quali spiccava l’inequivocabile “estado feminicida”.

E mentre all’esterno la protesta continuava, all’interno il presidente López Obrador dava la sua consueta conferenza stampa mattutina, dove è stato costretto ad affrontare il tema dei femminicidi dalle domande incalzanti dell’attivista e giornalista Frida Guerrera. Per AMLO «il movimento femminista merita tutto il nostro rispetto [...] celebriamo che le donne difendano il loro diritto alla sicurezza». Pressato dalle domande della giornalista, in merito alle azioni del governo, AMLO ha poi fornito un decalogo contro la violenza, base del suo attuare nel governo: «Sono contro la violenza in qualsiasi sua manifestazione; si deve proteggere la vita di uomini e donne, di tutti gli esseri umani; aggredire una donna è un atto codardo; il machismo è un atto di brutalità, anacronistico; le donne si devono rispettare; no alle aggressioni contro le donne; no ai crimini di odio contro le donne; punizione per i responsabili della violenza contro le donne; il governo che rappresento si occuperà sempre di garantire la sicurezza alle donne; vogliamo garantire la pace e la tranquillità in Messico».

La giornalista e attivista è stata poi interrotta da un collega che, preso il microfono in mano si è rivolto verso AMLO con queste parole: «Buongiorno presidente, cambiando un poco tema [...] che ne avete già parlato a sufficienza...». Un’interruzione sgradita e inopportuna che ha provocato molte polemiche in rete e che ha costretto il giornalista e la testata a chiedere scusa a Frida Guerrera attraverso un comunicato pubblico.

Fuori dal palazzo la protesta è continuata fino a quando le donne hanno ottenuto di essere ricevute dalla direttrice di Atención Ciudadana. L’incontro ha deluso le attiviste, in quanto la funzionaria del governo, dopo aver ascoltato le loro richieste, tra le quali le scuse pubbliche del presidente e la revisione delle cartelle dei casi di femminicidio, ha risposto dicendo loro che lei non aveva nessun potere decisionale. Tornata in piazza la delegazione, la madre di una vittima di femminicidio, ha raccontato che non hanno raggiunto nessun accordo e che, come con i governi precedenti, non c’è volontà politica di sradicare la violenza.

Le manifestazioni per chiedere giustizia per Ingrid sono continuate nel pomeriggio con un altro presidio davanti al Palacio de Bellas Artes e con una marcia fino alla sede del quotidiano La Prensa, una delle testate che hanno pubblicato le foto del corpo della ragazza. Le attiviste, che hanno incontrato anche il direttore di un altro quotidiano importante, Reforma, hanno chiesto le scuse pubbliche e l’impegno a non pubblicare in futuro foto simili. La marcia si è conclusa in Paseo de La Reforma con la messa in scena di “un violador en tu camino” e con la polizia che ha disperso le manifestanti che stavano accerchiando la sede del quotidiano La Prensa con un uso eccessivo di estintori.

Come ben sappiamo, la violenza in Messico ha raggiunto livelli da paese in guerra. Nel 2019 si è raggiunta l’agghiacciante cifra di oltre 35 mila persone morte in circostanze violente. Secondo i dati ufficiali elaborati dalla Secretaria de Seguridad y protección ciudadana [1] inoltre, i “presunti” delitti di femminicidio sono raddoppiati dal 2015 ad oggi, passando dai 411 del 2015 ai 976 del 2019, il primo anno del governo di López Obrador. Dati che sono però contestati dalle attiviste e dalle organizzazioni femministe in quanto molto spesso l’assassinio di una donna viene derubricato a omicidio semplice, vale a dire, non viene riconosciuta l’aggravante di genere: tanto che secondo i dati raccolti negli ultimi 4 anni sono 14.152 gli omicidi di donne in Messico ma solo 1 su 5 è considerato femminicidio [2].

Messico femminicidio

Una situazione drammatica a cui il governo non riesce a far fronte e che vede le organizzazioni femministe le organizzazioni femministe scendere costantemente in piazza per porre all’attenzione pubblica questo dramma. Molto forte, per esempio, è stata la protesta delle studentesse della UNAM contro gli abusi e le violenze all’interno degli ambienti universitari, dove dal novembre scorso è in sciopero (e in blocco delle lezioni) la facoltà di filosofia. Una protesta che nelle ultime settimane ha contagiato anche altre facoltà che si sono unite allo sciopero per protestare contro le violenze che le donne subiscono all’interno dell’università ma anche contro l’impunità per gli aggressori. Nei giorni scorsi il massimo organo della UNAM, il Consiglio Universitario, ha modificato il proprio statuto inserendo come “specialmente grave” le violenze di genere, senza però applicare sanzioni a questi gravi atti [3] e di fatto non dando risposta alle rivendicazioni di lotta.

Foto di copertina: Romina Gándara, SinEmbargo

[1] https://drive.google.com/file/d/1R3URXMUBiFMa46moO4k2v_G95fR5LVfp/view

[2] https://www.animalpolitico.com/2020/02/fiscalias-indagan-feminicidio-asesinatos-mujeres/

[3] https://www.animalpolitico.com/2020/02/unam-violencia-genero-falta-grave-sanciones-paro/