Messico - Risoluzione conclusiva dell'Assemblea Nazionale delle Vittime Ambientali

15 / 10 / 2010

A settembre si è svolta in Messico l'Assemblea Nazionale delle Vittime Ambientali (ANAA) che ha salutato come "organizzazione sorella" la Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale (RIGAS), appoggiando tutte le mobilitazioni in vista della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite di Cancun. Pubblichiamo integralmente il Pronunciamento finale.

 

 

Magdalena Ocotlán, Oaxaca, 12 settembre 2010


La Sesta Assemblea Nazionale delle Vittime Ambientali, riunitasi nei giorni 11 e 12 di settembre del 2010, nel municipio di Magdalena Ocotlán, Oaxaca, con la partecipazione di 500 rappresentanti delle comunità di San José del Progreso, Magdalena Ocotlán, El Cuajilote e Maguey Largo, così come 90 organizzazioni e 1135 visitatori da diverse lotte socioambientali del paese, provenienti in questo caso dagli stati di Jalisco, San Luis Potosí, Guanajuato, Veracruz, Puebla, Michoacán, Estado de México, Distrito Federal, Tlaxcala, Puebla, Morelos, Guerrero, Oaxaca e Chiapas, dichiara:che a un anno dall'avvenuta 5ª Assemblea Nazionale delle Vittime Ambientali, realizzata a Chichicuautla, Puebla, la grave situazione ambientale nella quale si trova il paese non solo non è migliorata né ha rallentato, ma piuttosto è peggiorata gravemente.


L'Assemblea ha preso atto nell'ultimo anno di decine di nuovi scandali di giustizia ambientale, sociale e climatica in diverse regioni del territorio nazionale. Devastazione che denunciamo con grande indignazione ma anche che comprendiamo sia inclusa nell'attuale politica di distruzione nazionale del mercato interno, dell'industria e dell'agricoltura sovrana, così come associata alla mancanza di protezione per i milioni di migranti messicani e centroamericani, alla carneficina umana che ha scatenato la pretesa guerra al narcotraffico, agli interminabili omicidi di giornalisti, alla tratta sessuale di persone e minorenni e tanti altri crimini e ingiustizie che in questo Bicentenario rendono manifesta la situazione di estremo rischio nella quale si trova il Messico.


La deregolamentazione ambientale si impone come risultato di una politica del libero scambio freddamente adottata due decenni fa, nonostante il problema sia già peggiore, perché la profondità dei disordini ambientali ha portato a violare la maggior parte delle norme e delle leggi, o meglio, a permettere che ciò accada corrompendo o smantellando i sistemi di vigilanza tossicologica, epidemiologica e ambientale, o passando direttamente a deteriorare il sistema giuridico nazionale. Noi, Vittime Ambientali del Messico non solo affrontiamo morti e gravi malattie regionali crescenti, incuria e dolo istituzionale, repressione, dislocamento di popolazione, spoliazione, divisione interna indotta, mancanza di precauzione e ulteriore incertezza, accerchiamento informativo e campagne di diffamazione, ecc., ma patiamo anche, insieme al resto dei messicani, un'aberrazione strutturale del potere e tutta la decadenza generale alla quale si è visto sottomettere lo Stato messicano.


Come parte di ciò, durante l'ultimo anno il paese ha sofferto atroci omicidi di vari attivisti ambientali e sociali, come Mariano Abarca, a Chicomuselo, Chiapas, morto per essersi opposto al progetto minerario dell'impresa canadese Blackfire, Miguel Ángel Pérez Cazales, del paese di Santa Catarina, nel municipio di Tepoztlán, Morelos, per essersi opposto alla speculazione urbana con le terre del Texcal nelle vicinanze della città di Cuernavaca, così come di Beatriz Cariño e Jiri Jaakola, a San Juan Copala, per aver protestato per gli omicidi avvenuti in precedenza di diversi membri di quel municipio autonomo di Oaxaca.


La ANAA si unisce così alla rivendicazione delle esigenze nazionali di giustizia, condannando energicamente la serie interminabile di omicidi, la situazione di crescente assedio paramilitare e la mancanza di garanzie che imperversano nel municipio di San Juan Copala, e denuncia che tutto ciò sta venendo opportunamente orchestrato nel cuore di una regione particolarmente ricca di giacimenti minerali.


Condanniamo la morte silenziosa di decine di persone che sta avvenendo, tra le varie cause, per effetto della pandemia di insufficienza renale, che insieme ad altre malattie degenerative si sta espandendo sulle rive del fiume Atoyac, a Tlaxcala, del fiume Santiago, a Jalisco e del fiume Blanco e Coatzacoalcos, a Veracruz. Tutte queste morti sono dovute alle discariche industriali non controllate nel loro percorso.


Condanniamo le provocazioni (che hanno già favorito la morte di varie persone) e la violenza esercitata dall'impresa Minera Cuzcatlán, appartenente all'impresa canadese Fortuna Silver Mines, contro le comunità di Ocotes de Ejutla, San José del Progreso, San Jerónimo Tabiche, Rancho del Toro, San Jacinto Ocotlán, Magdalena Ocotlán, El Cuajilote Maguey Largo, a Oaxaca. Esigiamo perciò che si fermi immediatamente la costruzione delle discariche di rifiuti tossici, la chiusura definitiva della miniera di San José del Progreso, l'uscita di Fortuna Silver Mines dal paese e la liberazione immediata del compagno Silvino Macrino Vázquez Sánchez. Allo stesso modo, ci dichiariamo contrari alla decisione di far sparire i poteri municipali e imporre un amministratore municipale affine a Ulises Ruiz Ortiz, a San José del Progreso. Ci dichiariamo contro la militarizzazione delle comunità delle Valli Centrali di Oaxaca e denunciamo le responsabilità del governo di Ulises Ruiz per le minacce e le molestie di cui è stato oggetto il Presidente Municipale di  Magdalena Ocotlán con pressioni per introdurre la tubatura di acqua esclusiva per la miniera da Ocotlán a San José del Progreso.


Condanniamo il modo in cui il territorio nazionale si sta butterando di centinaia di distruttivi progetti minerari a cielo aperto in numerosi stati del paese, senza che in nessuna di quelle regioni si affermino il diritto delle comunità ai propri territori, regolamenti ambientali, una minima applicazione della legge per fermare questi progetti, o una goccia d'informazione previa e trasparente né per queste comunità né per il pubblico in generale. Condanniamo anche l'aggressione e la detenzione ingiusta subita dai minatori di Cananea, a Sonora, per mano di gruppi paramilitari, tanto della PFP quanto dell'impresa Grupo Industrial Minera México, il 6 e 7 settembre scorsi.
Condanniamo la chiusura della Compañía de Luz y Fuerza del Centro, il licenziamento ingiustificato e l'assedio mediatico di 44 mila lavoratori, non solo perché si tratta di un atto incostituzionale e una evidente ingiustizia sociale, ma anche per la privatizzazione della rete di infrastrutture elettriche che ciò ha determinato, il dislocamento dei servizi elettrici nella zona centro e le conseguenze ambientali perniciose che ciò ha provocato per questa regione chiave del paese.


Condanniamo il modo in cui il governo messicano gestisce tutta la rete elettrica nazionale, favorendo la generazione di elettricità per conto di imprese private e multinazionali spagnole, aumentando le tariffe elettriche in tutto il territorio nazionale e facilitando la ipersaturazione delle centrali idroelettriche, già di loro sovraccariche per il cambiamento nel regime di piogge provocato dalla crisi climatica planetaria. Diamo la responsabilità al governo federale per la scandalosa assenza di vere politiche pubbliche di adattamento al male chiamato “cambiamento climatico” e di conseguenza per i disastri ambientali e sociali che esso sta provocando e che si potranno aggravare ancora di più nelle regioni basse di Veracruz e Tabasco.


A più di un anno dall'esplosione dell'irresponsabile campagna di paranoia che ha orchestrato lo Stato messicano con la storia dell'influenza suina (A1H1), non è ancora stata prestata attenzione ad alcuna delle richieste delle 26 comunità colpite dai mega-allevamenti di maiali dell'impresa Grajas Carroll de Mexico, proprietà della multinazionale statunitense Smithfield Foods. Non si è proceduto nemmeno a fare ricerca sulla contaminazione e sul sovra-sfruttamento delle acque della valle di Perote, né a realizzare studi autonomi epidemiologici, né tanto meno a cancellare questo tipo di mega progetti. Al contrario, si mantiene l'assedio giudiziario contro i leader comunitari mentre alla Conferenza delle Parti che avrà luogo prossimamente a Cancun (COP 16), il governo federale si appresta a presentare questo sporco affare come un esempio nazionale dei cosiddetti Meccanismi di Sviluppo Pulito.


Condanniamo l'irresponsabilità dell'impresa Dragón e la cospirazione delle autorità dello stato di Puebla e di Semarnat, per il modo in cui l'esplosione di un magazzino della fabbrica di sostanze agricole tossiche ha danneggiato pericolosamente la fragile salute dei 20mila abitanti della città di Izúcar de Matamoros, senza che a tutt'oggi sia stato operato un vero studio tossicologico ed epidemiologico. Al suo posto, ciò che è capitato è un tormento mediatico e politico che appoggia la pretesa dell'azienda irresponsabile nell'intento di riaprire il suo impianto. Solidarizziamo perciò con l'iniziativa diretta degli abitanti di Izucar che hanno chiuso questo impianto industriale dalla notte dell'esplosione e ci uniamo alle voci di questi compagni esigendo veri studi e programmi di riparazione ambientale e risarcimento per le vittime, così come la chiusura totale e definitiva dell'impresa irresponsabile Dragón ad Izucar o in qualunque altro luogo del paese.


Condanniamo la pretesa di tornare a mettere in marcia il progetto di costruzione della Diga La Prota, nello stato di Guerrero, così come i tentativi di avanzare nella costruzione delle dighe di El Zapotillo, a Jalisco, Paso de la Reina, a Oaxaca e le 113 mini-idroelettriche nello stato di Veracruz. Esigiamo la cancellazione definitiva di tutti questi progetti.


Solidarizziamo con le lotte di resistenza di numerose comunità contadine di Puebla, Tlaxcala, Morelos e del Distrito Federal contro progetti stradali inutili, al servizio di ampliamenti aeroportuali nei dintorni di Città del Messico, o anche per la localizzazione e l'ampliamento sregolato di nuove unità abitative insostenibili, il monopolio di gigantesche riserve territoriali e la speculazione immobiliare per conto di grandi imprese edili e di politici corrotti, così come la proliferazione di migliaia di centri commerciali internazionali (che siano megaipermercati o discount), distributori di benzina, università private, alberghi, centri per vacanze insostenibili, club di golf, ecc., che contribuiscono alla perdita di terre contadine, alla deforestazione, alla distruzione di Aree Naturali Protette e il sovra-sfruttamento e l'inquinamento senza limite delle riserve acquifere negli stati di México, Tlaxcala, Puebla, Morelos, Distrito Federal, ma anche negli stati di Michoacán, Jalisco, Veracruz, ecc.


Condanniamo in particolar modo la distribuzione autoritaria di diversi megaprogetti a Città del Messico, come ad esempio la costruzione della Linea 12 della metro, la costruzione delle megatorri, della Superstrada Ovest, del progetto biometropolis, del mega-acquario, l’espansione di Santa Fe e la costruzione di nuove stazioni di rifornimento nel Distretto Federale, a discapito delle migliaia di abitanti della città. Progetti ideati a favore dei grandi capitali privati e come aggressiva precampagna presidenziale di Marcelo Ebrard, per i quali si calpestano gli interessi degli afflitti abitanti della capitale del paese.


Condanniamo il modo in cui l’impresa di promozione ambientale, S.A. (PASA) tiene irresponsabilmente aperta la discarica di Loma de Mejia nei dintorni di Cuernavaca, Morales, contaminando con migliaia di tonnellate di rifiuti speciali la serie di pozzi che fornisce acqua a numerose comunità del municipio di Temixco. Ma condanniamo anche il modo perverso in cui il Municipio di Cuernavaca ha consolidato la privatizzazione del servizio di rifiuti, promuovendo una concorrenza feroce tra altre tre nuove imprese private che giocano senza scrupoli a buttare clandestinamente i rifiuti in diversi luoghi dello stato di Morelos. Condividiamo l’energica iniziativa del popolo e del municipio di San Antón di autogestire i propri rifiuti, creando 15 centri di raccolta a Cuernavaca e in altri luoghi, nei quali si promuove l’istruzione comunitaria riguardo la gestione dei rifiuti, la separazione degli stessi, la raccolta e il riciclaggio.


Questa lotta contro la gestione irresponsabile dei rifiuti è solo una prova delle numerose lotte nei dintorni delle grandi città o altrimenti in luoghi speciali dove si vogliono creare o già si sono creati grandi e pericolose concentrazioni di rifiuti municipali, industriali e ospedalieri. Condividiamo, dunque, le richieste e le lotte storiche degli abitanti di El Salto Jalisco, Alpuyeca Morelos, Xalapa Veracruz, Zimapán Hidalgo, Hermosillo Sonora, Santa Ana Xalmimiluco Puebla, o di San Luis Ayucan, municipio di Jilotzingo, di Providencia Tlanepantla, di Tecámac, di Temaxcalapa e di tutti gli altri nello stato del Messico, in molte altre regioni.

Condanniamo il progetto di apertura di migliaia di nuovi pozzi petroliferi di bassissima produttività che il governo messicano sta costruendo nella regione di Chicontepec,Veracruz, in combutta con l’impresa multinazionale statunitense Halliburton, alla quale si sono affidati incostituzionalmente i servizi della gigantesca impresa multinazionale di mercenari paramilitari Blackfire. Condanniamo l’uso completamente irrazionale di questa risorsa, così come la contaminazione e la distruzione delle terre contadine di questa regione del nord di Veracruz.


Come Assemblea, condanniamo la concessione di nuovi campi di sperimentazione del mais transgenico nelle narco-regioni degli stati di Sinaloa, Sonora, Tamaulipas e Chihuahua, in particolare, la pretesa della multinazionale Monsanto di impiantare 30mila ettari di mais transgenico per il consumo della popolazione messicana. Reiteriamo e ci uniamo alle milioni di voci che in questo paese esigono la proibizione totale del mais transgenico in Messico.


Rifiutiamo la mercificazione che si sta facendo delle nostre foreste, dei nostri territori indigeni e contadini, così come di altre aree di biodiversità, non solo a causa della vendita privata dei servizi ambientali che si stanno distribuendo, ma anche del modo in cui questi intendono approfittarsi dell’atroce miseria contadina regnante, promuovendo l’illusione tra le organizzazioni contadine che si tratti di una strategia di sopravvivenza, quando invece sta già comportando nuove forme di espropriazione a causa della privatizzazione dell’acqua, dell’aria e delle funzioni ecosistemiche che da millenni le comunità hanno gestito per il bene comune. Al contrario, sosteniamo tutte le iniziative di gestione sociale, comunitaria e intercomunitaria che si possono strutturare per la conservazione o la riappropriazione di diversi servizi ambientali.


Per quanto precedentemente detto, rifiutiamo lo sregolato e travolgente sviluppo di megaprogetti transnazionali (stranieri o messicani), sui territori delle popolazioni rurali e nei quartieri urbani, violando i nostri diritti a vivere dove abitiamo, alla consultazione, alla libera determinazione e tutto ciò che ci permette di condurre una vita dignitosa.


Come Assemblea Nazionale delle Vittime Ambientali salutiamo il trionfo della lotta del popolo di San Salvador Atenco per aver ottenuto la liberazione definitiva dei compagni Ignacio del Valle, Héctor Galindo Flores e Felipe Álvarez e la cancellazione dei mandati di arresto di América del Valle, membri prominenti di questa resistenza comunitaria. Allo stesso modo condividiamo il nuovo sforzo di questa comunità contro le pretese della CONAGUA per l’esproprio di terre attraverso l’applicazione dei programmi di compravendita dei terreni asseritamente spacciati per “ambientali”.


Salutiamo e condividiamo la lotta che è portata avanti dal Congresso Popolare, Sociale e Cittadino per la Difesa e la Rifondazione di Città del Messico, contro i megaprogetti nella zona sud-ovest del distretto federale e contro il modo profondamente antidemocratico di ricostruire la già caotica Città del Messico. Per questo salutiamo con favore l’Esodo di Tlalpan che coordina le lotte di Cuajimalpa, Álvaro Obregón, la Magdalena Contreras, Tlalpan, Xochimilco y Tláhuac.


Salutiamo tutti i partecipanti, dal Messico e dal resto del mondo, che parteciperanno dal 1 al 7 ottobre all’Incontro Mondiale contro le dighe che avrà luogo a Temacapulín, Jalisco.


Salutiamo e ci uniamo alle Carovane del Bicentenario Insorgente, guidate dal Sindacato messicano degli Elettricisti che sono partiti da Hermosillo, Sonora, Acapulco, Guerrero, Lázaro Cárdenas, Michoacán e Juchitán, Oaxaca, diretti al Distretto Federale.


Accogliamo lo sforzo del Congresso Sociale di costruire una nuova costituente, che si riunirà a Città del Messico i giorni 18, 19 e 21 novembre prossimi.


Infine salutiamo con molto entusiasmo la recente creazione della Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale, organizzazione nella quale operano già 60 associazioni di questo paese mediterraneo, impegnate nella difesa territoriale, ambientale e sociale del popolo italiano. L’Assemblea nazionale delle Vittime Ambientali del Messico saluta calorosamente questa nuova rete di lotta, resistenza e costruzione di alternative, come una nuova organizzazione sorella della nostra.


Per quanto detto dichiariamo,


La nostra volontà di vita e la nostra volontà di lotta. La nostra volontà di accogliere tutte le vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica che abbiano la volontà di organizzarsi e lottare dal basso. Lotte che non solo sono fatte per denunciare e resistere agli oltraggi delle autorità e delle imprese, ma anche per affermare la varietà dei modi di vita giusti e ecologicamente sostenibili che già esistono nel paese dal basso, e per esplorare in maniera autogestita la costruzione di alternative, forme collettive e sensate di usare le nostre condizioni materiali di esistenza.


Infine, manifestiamo la nostra decisione di partecipare, con la Vía Campesina, alle mobilitazioni di protesta prima della COP 16 del Convegno delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, che avrà luogo a Cancun dal 29 novembre al 10 dicembre.


L’Assemblea Nazionale delle Vittime e delle Alternative Ambientali solidarizza e fa suoi i progetti della Vía Campesina in vista di queste negoziazioni, così come rifiuta il mercato del carbonio, i programmi chiamati REDD, che implicano una nuova ondata di privatizzazioni delle foreste e un nuovo attacco ai diritti contadini e indigeni. Rifiutiamo la manipolazione genetica o la geoingegneria e altre false soluzioni che vogliono imporci le imprese ed i governi di fronte alla crisi climatica.


Noi, Assemblea Nazionale delle Vittime Ambientali insieme alla Vía Campesina abbiamo già cominciato a organizzare carovane di visibilizzazione della situazione di ingiustizia ambientale, climatica e sociale in cui versa l’allagato Messico e invitiamo a partecipare ad esse altre forze sociali, nazionali e internazionali. Queste carovane, con destinazione Cancun, passeranno per vari punti dove si concentrano lotte e resistenze dei popoli e delle organizzazioni dell’Assemblea, per rendere visibile la situazione disastrosa e le risposte popolari che da qui provengono, per denunciare la grave situazione nazionale che patiamo e per stabilire nuove reti locali, regionali, nazionali e internazionali di solidarietà con esse. Costruiremo, così, una mappa della devastazione ambientale e sociale che andremo a denunciare a Cancun, con la vera politica ambientale e climatica del governo messicano.

Traduzione di Roberto Trevini Bellini e Valentina Vivona

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