Messico - Polizie Comunitarie e iniziative di sicurezza dal basso di fronte alla violenza

Alcune chiavi di lettura per comprendere le eterogenee esperienze di polizie comunitarie e gruppi di autodifesa

26 / 11 / 2014

Dalla fine di settembre la scuola Normal di Aytozinapa è presidiata da membri della Polizia Comunitaria di Tixtla, che proteggono gli studenti da possibili attacchi o rappresaglie dei gruppi criminali o delle forse dello stato.

In tutto il Guerrero si contano nell'ordine delle centinaia le località in cui operano gruppi di civili armati che in maniera autonoma dalle istitutzioni statali garantiscono la sicurezza nei loro territori. Anche in altri stati del paese, in particolare in Michoacan, sono sorte recentemente numerose esperienze simili come risposta alla violenza generalizzata.

Parlare di pratiche di sucurezza autorganizzate e dal basso nel Messico di questi giorni significa parlare di situazioni molto eterogenee e differenti tra loro: alcune sono di recente costituzione, altre hanno già alcuni anni di esistenza, altre ancora provengono da forma tradizionali di organizzazione delle comunità indigene o da loro riattualizzazioni; alcune sono espressioni delle assemblee delle comunità, altre sorgono a partire dell'iniziativa di organizzazioni sociali o di gruppi di abitanti; alcune si interessano solo alla sicurezza, altre praticano forme autonome di amministrazione della giustizia; molte sono pratiche genuine ed emancipatorie, altre sono caratterizzate da ambiguità e contraddizioni.

Con questo articolo vogliamo provare a dare alcune chiavi di lettura per comprendere questo complesso ma interessante fenomeno che oggi giorno in Messico è diventato sempre più attuale. Un fenomeno che ci parla di gruppi di cittadini che sfidano il monopolio della violenza allo stato, per difendersi da una violenza diffusa di fronte alla quale lo stesso stato non solo è negligente e inefficiente, ma piuttosto è spesso direttamente responsabile e complice, in quanto narcostato colluso con i gruppi criminali.  

La Polizia Comunitaria in Guerrero

L'esperienza più conosciuta e più organizzata è quella della Polizia Comunitaria del sud del Guerrero, conosciuta con il nome di CRAC-PC (Coordinadora Regional de Autoridades Comunitarias-Policia Comunitaria).

E' nata nel 1995 su iniziativa di alcune comunità indigene per affrontare il problema dell'alto tasso di criminalità che investiva la loro regione, una delle più povere del paese. Questa esperienza rappresenta non solo una risposta all'inefficienza degli apparati di sicurezza dello stato, ma è anche un tentativo di affermare spazi di autodeterminazione a livello locale a partire dalle forme di gestione della sicurezza e della giustizia di queste popolazioni. Infatti è nelle assemble degli abitanti di ogni comunità che ogni anno vengono nominate delle persone che svolgeranno il servizio volontario e non retribuito di poliziotto comunitario. Queste stesse assemble sono le istanze dalle quali dipendono i gruppi di poliziotti comunitari ed inoltre esistono forme di coordinamento regionale tra varie località che si danno attorno alle cosiddette Case di Giustizia. Queste ultime sono dei luoghi dove non solo si organizzano attività di pattugliamento congiunto nelle vie di comunicazione e nel territorio in generale, ma vi operano dei consigli di autorità comunitarie eletti nelle assemblee regionali che svolgono l'attività di amministrazione della giustizia secondo le forme di giudizio e di castigo delle comunità locali.

Dalla sua costituzione ad oggi, la Polizia Comunitaria ha tenuto rapporti variabili con le istitusioni e le forze dello Stato. Si sono alternati momenti di repressione, in cui sono stati arrestati dirigenti comunitari che per la loro attività venivano accusati di sequestro di persona, a momenti di tolleranza e sostegno, visto che la loro attività ha abbattuto significativamente i tassi di criminalità nella regione e ha ottenuto un ampio consenso nella popolazione. Per questi ultimi motivi tra il 2012 e 2013 si è assistito all'adesione di molte nuove comunità al progetto. Se fino ad allora erano poco più di 70 le località che vi facevano parte, in poco tempo numerose altre hanno costituito dei loro gruppi di polizia comunitaria e hanno aderito alla CRAC-PC. Questo rapido allargamento del progetto di sicurezza e giustizia autonoma fu percepito come una minaccia da parte del governo statale e da alcuni sindaci a livello locale collusi con i gruppi criminali; così a metà del 2013 fu messo in atto una repressione contro queste nuove polizie comunitarie che portò alla detenzione dei loro dirigenti e comandanti. Alcuni di essi, tra cui Gonzalo Molina comandante della Polizia Comunitaria di Tixtla, municipio in cui si incontra la scuola di Ayotzinapa, sono tuttora detenuti in carceri di massima sicurezza.   

   

Polizia comunitaria Guerrero

Gruppi di Autodifesa

Tra il 2013 e 2014 sono sorti in molti luoghi dei gruppi di cittadini armati per affrontare il problema dell'insicurezza, che spesso si nominano come Gruppi di Autodifesa. Con questo termine si fa riferimento a situazioni molto differenti tra loro, la cui principale differenza con le Polizie Comunitarie è il fatto di non costituirsi a partire delle tradizionali assemblee delle comunità -come incarico all'interno del sistema di servizi non retribuiti a cui deve adempiere ogni membro della località- ma sorgono su iniziativa di organizzazioni sociali (come il caso della UPOEG in Guerrero) o di gruppi di cittadini (come in molti casi in Michoacan) che hanno un certo consenso o una certa influenza in un determinato luogo.

Anche se generalmente sono state delle risposte alla situazione di vessazioni e di violenza che si vive in certe regioni, in certi casi -come alcuni dei gruppi nati a inizio 2014 in Michoacan- si è trattato di dinamiche ambigue in cui era difficile distinguere la partecipazione di cittadini realmente esasperati da quella di ex-funzionari di apparati di sicurezza statali o membri di cartelli narcotrafficanti che si approfittavano del malcontento generale per colpire gruppi criminali rivali.

Inoltre, in questo scenario complesso si registrano pure iniziative di cittadini delle periferie di alcune città che stanno organizzando ronde di vigilanza notturne o altri tipi di strategie per garantire il controllo e la sicurezza notturna nei loro quartieri.  

   

Esperienze di sicurezza e controllo del territorio nelle comunità indigene

Per molte comunità indigene il tema della sicurezza è stato da sempre una delle problematiche da affrontare collettivamente attraverso le proprie forme organizzative. In tutto il paese si incontrano numerose esperienze al riguardo, alcune provengono da strutture sociali tradizionali altre sono delle loro riattualizzazioni riemerse in questi anni di fronte al problema della violenza e dell'attacco ai loro territori da parte di interessi capitalisti.

Gli Yaqui dello Stato di Sonora, nel nord del Messico, sono un etnia di poche migliaia di persone che si sono caratterizzati nella storia come popolo guerriero che è stato sconfitto solo a fine del XIX secolo. Tuttora contano con una struttura organizzativa incaricata della sicurezza e del controllo del territorio che raggruppa le varie comunità. Questa struttura ha giocato un ruolo importante, in quanto ambito di organizzazione, nella lotta che il popolo Yaqui sta portando avanti per la difesa dell'unico fiume che attraversa il loro territorio, che rischia di essere deviato per rifornire delle centrali idroelettriche e dei distretti industriali.

Nel Michoacan si trovano numerose altre esperienze di questo tipo soprattutto in comunità del popolo Purepecha o nella comunità Nahua di Ostula. Quest'ultima è sorta pochi anni fa su iniziativa di contadini senza terra che occuparono dei terreni sulle coste del Pacifico e da allora hanno costituito una loro polizia comunitaria per difendersi dagli attacchi di gruppi criminali e dell'esercito che stanno tentando di sgomberarli. Parte delle loro terre sono in concessione per attività di estrazione di minerali in cui è coinvolta anche una azienda italiana. La difesa del loro territorio è costata fino ad oggi ad Ostula più di 30 abitanti uccisi o desaparecidos.

Un altro esempio interessante è rappresentato da Cheran, un municipio con popolazione Purepecha, sempre nel Michoacan. Nel 2011 gli abitanti hanno imboscato nel loro centro abitanto e si sono scontrati con una colonna di veicoli di narcos che fino ad allora controllavano il taglio illegale della legna dei loro boschi. Da quel momento, oltre ad aver mantenuto per mesi delle barricate istallate in tutte le vie d'accesso alla loro località per proteggersi dalle rappresaglie, hanno ricostituito formalmente la loro “ronda comunitaria”, cioè un organo incaricato della sicurezza che dipende dall'assemblea comunitaria. Inoltre, tutta questa dinamica portò la popolazione a cacciare i partiti politici dal loro municipio e a rimettere in moto dei processi di presa delle decisioni in assemblea che portarono alla costituzione di un loro organo comunitario di autogoverno.


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