L'EZLN torna a parlare, dopo la grande iniziativa del 21 dicembre. Sulla pagina di Enlace Zapatista è apparso un comunicato della dirigenza dell'organizzazione. Gli zapatisti anticipano che nei prossimi giorni renderanno pubbliche una serie di iniziative, civile e pacifiche; e che riprenderanno i contatti con le organizzazioni del Messico e del mondo Aderenti alla Otra Campagna che ancora credono nella possibilità di un'altra forma di fare politica, in basso e a sinistra.
Inoltre sono apparse due lettere dell'EZLN rivolte ai poteri politici messicani. In una di esse si fa riferimento ad una serie di personaggi dell'attuale governo, ricordando la loro implicazione in casi di violenze e corruzione negli anni passati. Nell'altra si rivolgono a Luis Alvarez, funzionario del governo che negli anni passati ha svolto un incarico all'interno di una commissione per la pace in Chiapas, che nei fatti si è rilevato uno strumento per mettere in atto la controinsurrezione contro le popolazioni di civili del Chiapas.
Pubblichiamo di seguito la traduzione del comunicato:
(per leggere il comunicato originale e le due lettere, vai alla pagina di Enlace Zapatista)
Comunicato del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Messico
30 dicembre 2012
Al popolo del Messico:
Ai popoli e governi del mondo:
Fratelli e sorelle:
Compagni e compagne:
Lo scorso 21 di dicembre del 2012,
all'alba, decine di migliaia di indigeni zapatisti ci siamo
mobilitati e abbiamo occupato, pacificamente e in silenzio, 5 città
nello stato sudorientale del Chiapas.
Nelle città di
Palenque, Altamirano, Las Margaristas, Ocosingo e San Cristóbal de
las Casas, vi abbiamo guardato e ci siamo guardati in silenzio.
Non è il nostro un messaggio di rassegnazione.
Non è di guerra, di morte, di distruzione.
Il nostro messaggio è di lotta e di
resistenza.
Dopo il colpo di stato mediatico che ha fatto
tornare al potere dell'esecutivo federale l'ignoranza mal simulata e
ingannevole [il riferimento è al ritorno al potere del PRI, n.d.t.],
ci siamo fatti sentire per farvi sapere che se essi non se ne sono
mai andati, nemmeno noi.
Sei anni fa, un segmento della classe
politica e intellettuale cercò un responsabile per la sua sconfitta
[il riferimento è al partito di centro sinistra, PRD, e ad una fetta
di intellettuali e giornalisti di sinistra che accusarono l'EZLN come
colpevole della sconfitta elettorale del PRD, n.d.t.]. In quel
momento noi stavamo, nelle città e comunità, lottando per la
giustizia in una Atenco che non era allora di moda.
Allora ci
calunniarono prima, e vollero zittirci dopo. Incapaci e disonesti per
riconoscere che era ed è in loro stessi la causa della loro rovina,
tentarono di farci sparire con la menzogna e il silenzio complice.
Sei anni dopo, due cose restano chiare:
Loro non hanno bisogno di noi per
fracassare.
Noi non abbiamo bisogno di loro per
sopravvivere.
Noi, che non ce ne siamo mai andati anche se è
quello che hanno cercato di farvi credere i mezzi di comunicazione di
ogni parte, risorgiamo come indigeni zapatisti che siamo e che
saremo.
In questi anni ci siamo rafforzati ed abbiamo
migliorato significativamente le nostre condizioni di vita. Il nostro
livello di vita è superiore a quello delle comunità indigene vicine
al governo di turno, che ricevono elemosine e le sprecano in alcool e
prodotti inutili.
Le nostre case migliorano senza danneggiare
la natura imponendogli soluzioni che le sono aliene. Nei nostri
villaggi, la terra che prima era per ingrassare i capi di bestiame
dei latifondisti e dei proprietari terrieri, adesso è per il mais, i
fagioli e le verdure che illuminano le nostre tavole.
Il
nostro lavoro riceve la soddisfazione doppia di dotarci del
necessario per vivere onoratamente, e di contribuire alla crescita
collettiva delle nostre comunità.
I nostri bambini e bambine vanno in una
scuola che gli insegna la loro propria storia, quella della
loro
patria e del mondo, così come le scienze e le tecniche necessarie
per crescere senza smettere di essere indigeni.
Le donne indigene zapatiste non sono
vendute come merci. Gli indigeni priisti vanno nei nostri ospedali,
cliniche e laboratori perchè in quelli del governo non ci sono
medicine, nè apparecchi, né dottori, né personale qualificato.
La
nostra cultura fiorisce, non isolata ma invece arricchita dal
contatto con le culture di altri popoli del Messico e del mondo.
Governiamo e ci governiamo noi stessi, cercando sempre
l'accordo prima dello scontro.
Tutto quetso è stato
raggiunto non solo senza il governo, la classe politica e i mezzi che
li accompagnano, ma anche resistendo ai loro attacchi di ogni tipo.
Abbiamo dimostrato, ancora una volta, che siamo ciò che
siamo. Con il nostro silenzio ci siamo fatti presenti.
Adesso con la nostra parola annunciamo che:
Primo.-riaffermeremo e consolidaremo la nostra presenza nel Congresso Nazionale Indigeno, spazio di incontro con i popoli originari del nostro paese.
Secondo.-riprenderemo il contatto con i
nostri compagni e compagne Aderenti alla Sesta Dichiarazione della
Selva Lacandona in messico e nel Mondo.
Terzo.-tenteremo di
costruire i ponti necessari verso i movimenti sociali che sono sorti
e sorgeranno, non per dirigere o imporci, ma invece per apprendere da
essi, dalla loro storia, dai loro percorsi e direzioni.
Per
questo abbiamo ottenuto l'appoggio di individui e gruppi in
differenti parti del Messico costituiti in gruppi di appoggio alle
commissioni Sexta e Internazional dell'EZLN, in modo che si
convertano in catene di comunicazione tra le Basi d'Appoggio
Zapatiste e gli individui, gruppi e collettivi Aderenti alla Sesta
Dichiarazione, in Messico e nel mondo, che ancora mantengono la loro
convinzione e impegno per la costruzione di una alternativa non
istituzionale di sinistra.
Quarto.-continuerà la nostra
distanza critica verso la classe politica messicana che, nel suo
insieme, non ha fatto altro che arricchirsi alle spalle delle
necessità e delle speranze della gente umile e semplice.
Quinto.-rispetto ai mal governi
federali, statali e municipali, esecutivi, legislativi e giudiziari,
e i mezzi di comunicaizone che li accompagnano diciamo questo:
I
mal governi di tutto il panorama politico, senza nessuna eccezione,
hanno fatto tutto il possibile per distruggerci, per comprarci, per
farci arrendere. PRI, PAN, PRD, PVEM, PT, CC e il futuro partito RN
[partito nato dal movimento MORENA, del candidato del PRD alle
passate elezioni, Lopez Obrador, n.d.t.], ci hanno attaccato da un
punto di vista militare, politico, sociale ed ideologico.
I grandi mezzi di comunciazione hanno
cercato di farci sparire, con la calunnia servile e opportunista
prima, con il silenzio subdolo e complice poi. Coloro cui servirono e
dei cui soldi si allattarono adesso non ci sono più. E coloro che
adesso li rilevano non dureranno più che i loro predecessori.
Come
è stato evidente il 21 di dicembre del 2012, tutti sono
fracassati.
Resta allora al governo federale, esecutivo,
legislativo e giudiziario, decidere se continuare nella politica
controinsurgente che ha solamente realizzato una fragile simulazione
debolmente sostenuta nella strumentalizzazione mediatica, o riconosce
e compie i suoi impegni riconoscendo a livello costituzionale i
diritti e la cultura indigeni, nel modo in cui lo stabiliscono i
cosiddetti “Accordi di San Andres”, firmati dal governo federale
nel 1996, capeggiato allora dallo stesso partito che adesso è
nell'esecutivo.
Resta al governo statale decidere se continua
la strategia disonesta e rovinosa del suo predecessore, che oltre ad
essere corrotto e bugiardo, spese soldi del popolo del Chiapas per
l'arricchimento proprio e dei suoi complici, e si dedicò al comprare
le voci e le penne nei mezzi di comunicazione, mentre manteneva il
popolo del Chiapas nella miseria, nello stesso tempo che usava
poliziotti e paramilitari per cercare di frenare l'avanzamento
organizzativo dei villaggi zapatisti; o, in cambio, con verità e
giustizia, accetta e rispetta la nostra esistenza e si renda conto
che sta fiorendo una nuova forma di vita sociale in territorio
zapatista, Chiapas, Messico. Un fiorire che attrae l'attenzione di
persone oneste di tutto il pianeta.
Resta ai governi municipali
decidere se continuare a spendere denaro pubblico per sostenere le
organizzazioni antizapatiste o presuntamente “zapatiste” che
aggrediscono le nostre comunità; o invece usare i soldi per
migliorare le condizioni di vita dei loro governati.
Resta al
popolo del Messico che si organizza nelle forme di lotta elettorale e
resiste, decidere se continua a vedere in noi dei nemici o rivali sui
quali scaricare la loro frustrazione per le frodi e le aggressioni
che, in fin dei conti, tutti subiamo, e se nella loro lotta per il
potere continuano ad allearsi con i nostri persecutori; o, invece,
riconoscono in noi un'altra forma di fare politica.
Sesto.-nei
prossimi giorni l'EZLN, attraverso le sue commissioni Sexta e
Internazional, darà a conoscere una serie di iniziative, di
carattere civile e pacifico, per continuare a camminare insieme agli
altri popoli originari del Messico e di tutto il continente, e
insieme a chi, in Messico e nel mondo intero, resistono e lottano in
basso e a sinistra.
Fratelli e sorelle:
Compagni e compagne:
Prima abbiamo avuto la buona
avventura di un'attenzione onesta e nobile di differenti mezzi di
comunicazione. Li ringraziammo allora. Però, questo è stato
completamente cancellato con il loro comportamento successivo.
Coloro che scommisero che esistevamo
solo mediaticamente e che, con l'assedio di menzogne e silenzio,
saremmo scomparsi, si sbagliarono.
Quando non c'erano
telecamere, microfoni, penne, orecchi e sguardi, esistevamo.
Quando ci calunniarono,
esistevamo.
Quando ci zittirono, esistevamo.
Ed eccoci qui,
esistendo.
Il nostro cammino, come è stato
dimostrato, non dipende dall'impatto mediatico, ma invece dalla
comprensione del mondo e delle sue parti, dalla seggezza indigena che
governa i nostri passi, dalla decisione indistruttibile della dignità
in basso e a sinistra.
A partire da adesso, la nostra parola
comincerà ad essere selettiva verso il suo destinatario e, salvo in
poche occasioni, solo potrà essere compresa da coloro che hanno
camminato e camminano con noi, senza arrendersi alle mode mediatiche
e congiunturali.
Qui, con non pochi errori e molte difficoltà,
è già realtà un'altra forma di fare politica.
Pochi, molto
pochi, avranno il privilegio di conoscerla ed apprendere da essa
direttamente.
19 anni fa vi sorprendemmo prendendo le vostre
città con fuoco e sangue. Adesso lo abbiamo fatto di nuovo, senza
armi, senza morte, senza distruzione.
Ci differenziamo così
da chi, durante i loro governi, hanno ripartito e ripartono la morte
tra i loro governanti.
Siamo gli stessi di 500 anni fa, di 44
anni fa, di 30 anni fa, di 20 anni fa, di appena pochi giorni
fa.
Siamo gli zapatisti, i più piccoli, quelli che vivono,
lottano e muoiono nell'ultimo angolo della patria, quelli che non
esitano, quelli che non si vendono, quelli che non si
arrendono.
Fratelli e sorelle:
Compagni e compagne:
siamo gli zapatisti, riceviate il nostro abbraccio.
Democrazia!
Libertà!
Giustizia!
Dalle montagne del sud est
messicano.
Per il Comitato Clandestino
Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'Esercito Zapatista di
Liberazione Nazionale
Subcomandante Insurgente
Marcos.
Messico. Dicembre del 2012 – gennaio del 2013.