Messico - Il Presidente Peña Nieto sul caso Ayotzinapa: nessuna responsabilità dei militari

da Il Proceso, 17 febbraio 2015

19 / 2 / 2015

Traduzione a cura di Rita Tamiello.

Mentre nel mondo si susseguono le manifestazioni di denuncia delle responsabilità statali nel caso Ayotzinapa, l’Esecutivo federale ha risposto, attraverso un documento reso pubblico martedì 17 Febbraio, alle 42 domande che gli erano state rivolte il 6 Novembre scorso dalla Camera dei Deputati. 

Il Presidente messicano Enrique Peña Nieto ha sollevato da ogni responsabilità, rispetto alla sparizione forzata dei 43 studenti normalisti, la Marina, l’Esercito e la Polizia Federale, affermando che si è trattato di un fatto commesso “dal crimine organizzato in collusione con le autorità locali”.

In risposta al ritardo con cui il governo è intervenuto nell'indagine  Peña Nieto ha spiegato che, nel rispetto del Patto Federale, la Procura Generale della Repubblica non ha potuto assumere l'indagine finché non è stata formalizzata una richiesta da parte del governo dello stato.

Ha dichiarato inoltre che in risposta all'indignazione che questi fatti hanno generato nella società civile messicana “il governo ha raddoppiato i suoi sforzi perché sia garantita la piena vigenza dello stato di diritto” anche promuovendo la creazione di “32 solide corporazioni di sicurezza statale”. Ha poi sottolineato di aver autorizzato il Congresso a promulgare una “legge contro le infiltrazioni del crimine organizzato all'interno delle autorità municipali” per poter agire prontamente “in modo opportuno e in tempo” quando ci siano indizi concreti sull'esistenza di autorità locali colluse con il crimine; un rafforzamento degli organi di polizia che saranno ulteriormente legittimati nell'uso della violenza.

Il Presidente ha voluto precisare inoltre che “non esistono protocolli internazionali rispetto alla sparizione forzata di persone” nell'ambito delle ricerche che sta facendo la Procura Generale della Repubblica “si stanno applicando i protocolli internazionali che disciplinano l’esumazione, il registro di catena di custodia, l’individuazione dei periti e l’attenzione alle vittime”.

Così, con queste dichiarazioni, l’Esecutivo federale cerca di convincere che il suo governo non ha commesso negligenze rispetto alla mancata applicazione dei protocolli sulla sparizione forzata e che per questo non esiste “alcuna omissione”.

Dopo le dichiarazioni di Peña Nieto, la Camera ha esortato la Commissione Giustizia affinché inizi l'analisi e la discussione delle proposte presentate in materia di sparizione forzata.