Ancora a proposito della "bufala" sullo smascheramento del SubComandante Marcos e sul ruolo dei mezzi di comunicazione

Messico - Chiapas - A chi servono i “grandi” media?

Dalla rubrica Los de Abajo

8 / 4 / 2010

A nessuno importa più la verità? Quando e chi porrà un limite alle bugie flagranti dei “grandi” mezzi di comunicazione? Si può mentire impunemente? Si può trascendere dal diffondere apertamente bugie su un movimento, persona o organizzazione? Queste bugie fanno parte dell’aggressione ufficiale contro il movimento o la persona che si sta diffamando? Sono complici alcuni mezzi di comunicazione dello Stato messicano? Per chi lavorano questi media? Saranno mai responsabili delle conseguenze delle bugie pubblicate?

Molte altre domande sorgono dalla grossolana notizia pubblicata ad otto colonne dal giornale Reforma lo scorso 27 marzo. Si è trattato di un’informazione in cui non si è mai messa in dubbio la veridicità di alcune fotografie nelle quali si presumeva apparisse senza cappuccio il subcomandante Marcos, portavoce e capo militare dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). La stessa notizia legava irresponsabilmente l’EZLN con l’organizzazione ETA.

La notizia in questione è stata ripresa da oltre 100 giornali ed agenzie di tutto il mondo. Nessun media, ad eccezione dell’agenzia italiana ANSA, si è preoccupato di mettere in discussione la veridicità delle fotografie e dell’informazione. Nel frattempo, a San Cristóbal de las Casas e in Italia, i parenti ed amici di Leuccio Rizzo, nome del giovane fatto passare per il subcomandante, si allarmavano per la diffusione della bugia e, soprattutto, si preoccupavano per l’integrità di Leuccio, che tutti hanno riconosciuto fin da subito.

Il 1º aprile Leuccio Rizzo dichiara apertamente che è suo il volto presentato come quello del portavoce zapatista. Il suo chiarimento, ovviamente, non ha trovato spazio né sul giornale che ha pubblicato la calunnia né presso le agenzie e media che l’avevano ripresa. Il giorno dopo la smentita, Reforma riporta la dichiarazione nelle pagine interne ed osa dubitare dell’identità di Leuccio che descrive come “un presunto cittadino italiano”.

La cosa preoccupante di tutto ciò è chi ha studiato e messo in moto questa calunnia e dove vuole arrivare. A questo punto delle cose, nessuno si preoccupa più né chiede dell’identità del capo militare zapatista, ma la falsa informazione ha più di un destinatario, tra questi i gruppi e gli individui di altri paesi solidali con la causa zapatista. Nessuno dimentica le campagne xenofobe di anni fa contro di loro, con persecuzioni ed espulsioni in massa. Come neppure dimentica il 9 febbraio 1995, quando la rivelazione della presunta identità di Marcos fu accompagnata dall’incursione di migliaia di soldati nelle comunità zapatiste. Tutti i media che continueranno a mentire saranno complici di quello che accadrà.

(Traduzione “Maribel” – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com)

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