Non è finita.
L'attivista sahrawi Aminatou Haidar, si trova agli arresti domiciliari
dal 18 dicembre scorso, data del suo rientro nel Sahara Occidentale,
dopo 32 giorni di sciopero della fame. La polizia marocchina avrebbe circondato la sua casa, tenendola agli arresti.
Nessun commento giunge per il momento da Rabat.
La
"Gandhi Sahrawi" era rientrata a El Aiun ormai in fin di vita dopo più
di un mese di sciopero della fame. La donna era stata espulsa dalle
autorità marocchine il 14 novembre scorso, a Lanzarote, nelle isole
Canarie.
Dopo che il peso dell'opinione pubblica si è fatto
sentire sul governo spagnolo, il Ministro degli Esteri di Madrid si è
attivato per avviare i colloqui che avrebbero portato al rientro
dell'attivista. Ma il vero regista del negoziato, sembra essere stato
il presidente francese Nicolas Sarkozy, che avrebbe fatto pressioni sul
Marocco perché restituisse il passaporto marocchino alla donna,
permettendole di tornare nel suo paese.
Incarcerata più volte da
Rabat, lo scorso anno la Haidar venne insignita del premio "Robert
Kennedy" per i Diritti Umani e nel 2006 del premio Juan Maria Bandres.
Il
Marocco ritiene che il Sahara occidentale, ex colonia spagnola annessa
nel 1975, faccia parte integrante del suo regno ed è disposto, dopo un
conflitto di 15 anni e 18 anni di negoziati, a concedere solo
un'autonomia alla regione che resterebbe sotto la sua sovranità.