il Congresso uruguaiano ha votato a grande maggioranza (50 a 46) a favore della legalizzazione e di ipotizza che la legge sarà approvata dal Senato uruguaiano nel giro di poche settimane.

Marijuana, Narcotraffico & Controllo politico

Guerra alla droga.

6 / 8 / 2013

La recente iniziativa parlamentare in Uruguay per legalizzare la coltivazione e l’uso della canapa scardina ulteriormente le trame del controllo USA nel continente sudamericano, che, attraverso la ‘guerra al narcotraffico’ si è garantito il controllo politico sull’intera america latina.

Quanto pretestuosa sia stata e sia tale ‘guerra sucia’ lo mostra il proliferare del narcotraffico nel vicino Messico con le sue ‘bande’ radicate fin dentro Wall Street, su cui vi è una vasta letteratura che ci ha raccontato le sfumature delle connessioni tra le Zetas e il potere economico, finanziario e politico statunitense. Ne “Il potere del cane” Don Wislow ce lo ha raccontato con grande efficacia, da leggere o da rileggere. Altrettanto evidente lo è stato tale connessione in Colombia: solo ora che si è avviato un complesso percorso di uscita dalla quarantennale guerra civile vengono diffuse le informazioni relative alle implicazioni dei governi con i cartelli della cocaina.

Così, solo oggi, possiamo comprendere a fondo le difficoltà incontrate, con i golpe sempre incombenti, da Morales in Bolivia, da Correa in Equador, da Chavez-Maduro in Venezuela.

Qui di seguito una lettura del dato politico del saggista americano Peter Watt da

http://znetitaly.altervista.org

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L’Uruguay è pronto a diventare il primo paese  a legalizzare l’uso, la coltivazione e il possesso della marijuana dopo un secolo di leggi di  proibizionistiche spesso autoritarie in tutto il mondo. Con un voto storico sulla recente proposta del presidente José Muijca, il Congresso uruguaiano ha votato a grande maggioranza (50 a 46)  a favore della legalizzazione e di ipotizza che la legge sarà approvata dal Senato uruguaiano nel giro di poche settimane.

Il voto dell’Uruguay arriva nel mezzo di un momento di  accresciuto scetticismo nella regione sui vantaggi della proibizione e sulle strategie militari guidate dagli Stati Uniti per applicare la legge repressiva contro i narcotici. Perfino molti ex e attuali leader latino-americani della destra politica hanno richiesto la legalizzazione della marijuana, presumibilmente riconoscendo la terribile sofferenza socio-economica che la “guerra alla droga” ha  provocato  nei 40 anni passati.

Significativamente, la mossa fatta dal governo di Muijca è un’indicazione della crescente indipendenza della regione. John Kerry può anche riferirsi all’America Latina come al “cortile” degli Stati Uniti, ma è una parte del mondo che fugge sempre di più dalla morsa egemonica di Washington.

Dopo tutto, la guerra alla droga, è stata principalmente una trovata americana, iniziata dal presidente Nixon quando ha dichiarato che i narcotici erano il “nemico numero uno” del paese. Da allora, la guerra alla droga ha fornito il pretesto all’intervento militare e  politico in America Latina (e in Asia) e a un controllo sociale sempre più brutale e repressivo all’interno degli Stati Uniti. L’approvazione della nuova legge in Uruguay può essere un passo preliminare per smantellare una guerra la cui   disonestà  e ipocrisia sono  facilmente paragonabili alle loro omologhe Guerra Fredda e “guerra al terrore”……………………..

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