Centinaia di migliaia di persone provenienti da diverse parti della Spagna hanno attraversato le strade di Madrid, per protestare contro i tagli del governo e per chiedere un referendum delle misure adottate con l'appoggio della Comunità Europea. Migliaia di maglie verdi contro i tagli alla scuola pubblica, bianche per quelli alla sanità, e poi famiglie, lavoratori autonomi, studenti. Molte le bandiere delle comunità autonome, qualcuna spagnola ma soprattutto, bandiere, cappellini, stemmi e palloncini con le sigle di tanti sindacali e organizzazioni sociali.
Una "marcia su Madrid", organizzata dalla Cumbre Social, una piattaforma creata dai sindacati nel mese di luglio e da 150 organizzazioni sociali, che sono ora più di 200, che da inizio quell'autunno caldo che i sindacati promesso prima dell'estate; gli organizzatori non hanno fornito dati di affluenza, fonti sindacali stimano che abbiano partecipato circa mezzo milione di persone. A mezzogiorno, momento in cui i dieci cortei di manifestanti, divisi per settori sociali e territori di provenienza, dovevano partire dai concentramenti, la piazza del comizio finale era piena già piena; tutti gli interventi dal palco hanno sottolineato come questa mobilitazione sia non la fine di qualcosa, ma l'inizio.
Due le richieste che lancia da questa manifestazione la Cumbre Social, un percorso che porti ad un nuovo sciopero generale e la convocazione di un referendum sulla tagli approvati dal governo. La campagna inizierà nei prossimi giorni: l'intenzione è quella di creare comitati referendari in ogni comunità, in ogni città e in ogni quartiere, come è stato fatto con il referendum la NATO nel 1986".
Durante la manifestazione circa 200 persone hanno cercato di raggiungere la sede di PP, ma la polizia li ha bloccati. Ci sono stati anche quattro arresti per resistenza di alcuni militanti che stavano tentando di arrivare sotto il Parlamento per lanciare il prossimo appuntamento del 25 settembre.