Lula non sfonda, in Brasile si va al ballottaggio

Lula ha ottenuto oltre 57 milioni di voti pari al 48,43% mentre il suo avversario, un po' a sorpresa ha ottenuto oltre 51 milioni di voti, pari al 43,20%; ballottaggio il 30 ottobre.

4 / 10 / 2022

I risultati delle elezioni presidenziali vedono Lula in testa con oltre sei milioni di voti di vantaggio, ma la sua candidatura non sfonda e si dovrà attendere il ballottaggio del 30 ottobre per sapere chi sarà il nuovo presidente brasiliano per i prossimi quattro anni.

Lo spoglio delle schede non era iniziato nel migliore dei modi e aveva fatto temere un clamoroso flop delle inchieste di queste ultime settimane che davano Lula in netto vantaggio con la possibilità addirittura di vincere al primo turno. Fino ad oltre metà spoglio, infatti, Bolsonaro è rimasto saldamente in testa, per poi cedere lentamente con l’arrivo dei voti del nordest, tradizionalmente legati a Lula.

Con la totalità dei seggi scrutinati Lula ha ottenuto oltre 57 milioni di voti pari al 48,43% mentre il suo avversario, un po' a sorpresa rispetto ai sondaggi delle ultime settimane, ha ottenuto oltre 51 milioni di voti, pari al 43,20%. Briciole per tutti gli altri, al terzo e quarto posto Simone Tebet e Ciro Gomez hanno preso rispettivamente il 4,16% e 3,04% per un totale di oltre otto milioni e mezzo di voti che comunque potrebbero influenzare l’esito del ballottaggio. Secondo i dati del TSE (Tribunal Superior Eleitoral) i voti validi sono stati oltre 115 milioni, 1,9 milioni le schede bianche e 3,4 quelle nulle, con un’astensione del 20,90%.

Lula ha trionfato nelle regioni del nordest tradizionalmente a lui legate. Sono le regioni più povere del paese e tra le più colpite dalle politiche estrattiviste del governo di Bolsonaro. Il PT ha deluso nelle regioni “ricche” e bianche del sud dove Bolsonaro ha sbaragliato la concorrenza sia nelle presidenziali sia nelle elezioni subnazionali dove i candidati bolsonaristi hanno vinto, in particolare a San Paolo dove è uscito sconfitto l’ex candidato presidenziale Fernando Haddad al cospetto dell’ex ministro dell’energia Tarcisio Freitas, probabile vincitore del ballottaggio, Minas Gerais e Rio de Janeiro. Regioni che per stessa ammissione di Lula saranno l’ago della bilancia nella contesa con Bolsonaro di fine mese.

Per Lula un risultato al di sotto delle aspettative, nonostante l’allargamento verso il centro della coalizione che lo sosteneva. In particolare sembra non aver portato i risultati sperati la decisione di nominare a candidato vice presidente l’ex avversario politico Gerardo Alckmin, con un passato nel PSDB (Partito Social Democratico Brasiliano) e un presente nel PSB (Partito Socialista Brasiliano). A sostegno di Lula si era schierato anche l’ex presidente Fernando Henrique Cardoso (già vincitore proprio su Lula nelle elezioni del 1994 e 1998) che aveva esortato a «votare per la democrazia […] per rafforzare le istituzioni che garantiscano le libertà e restaurino lo storico ruolo del Brasile nello scenario internazionale».

Il cammino di Lula verso la presidenza si fa difficile ma non impossibile: la polarizzazione ha lasciato poco spazio ad agli altri candidati che comunque potrebbero ancora incidere sul voto del ballottaggio, in particolare Simone Tebet del MDB (Movimiento Democrático Brasilero), che porta in dote quasi cinque milioni di voti e che in campagna elettorale ha denunciato la corruzione all’interno del PT. Inoltre, al di là delle possibili alleanze, l’attuale presidente esce dal primo turno con la consapevolezza che il bolsonarismo è ben radicato nel paese e nel Congresso dove è stato il partito più votato alla camera dei deputati (100 seggi di 513) e al senato (15 seggi conquistati su 27).

Tuttavia, le dichiarazioni dell’ex presidente e attuale candidato fanno trasparire fiducia e ottimismo. Lula è sceso in strada a festeggiare nella avenida paulista a San Paolo tra il suo entourage e i suoi sostenitori annunciando i prossimi passi: «Da domani, saremo in campagna. Non riposeremo. Siamo la soluzione migliore per risolvere la vita del popolo brasiliano».

Credits foto: Mauricio Zina.