Il report del Dipartimento di Giustizia, marzo 2015

Le elezioni di Ferguson, BlackLivesMatter, e pratiche di attivismo locale

21 / 4 / 2015

A inizio marzo 2015 il Dipartimento di Giustizia americano ha rilasciato due differenti report collegati a quanto avvenuto a Ferguson nell'agosto 2014. Uno dei due report documenta l’indagine relativa all'operato di Darren Willson, l’agente che ha ucciso Michael Brown, residente diciottenne di Ferguson; questo primo report conferma la non perseguibilità dell'ufficiale concentrandosi su come le prove a disposizione non consentano di dimostrare che questi non abbia agito per legittima difesa. Il secondo report contiene invece i risultati dell'indagine condotta dal Dipartimento di Giustizia sulle dinamiche interne al dipartimento di polizia e della corte municipale di Ferguson. Il report documenta dettagliatamente le strategie di monetizzazione e fiscalizzazione razzista basate su un’applicazione violenta, pedissequa e fortemente pregiudiziale del codice municipale della città.

A questo proposito, il report scrive che “l’enfasi messa dalla Città sulla generazione di introiti influenza profondamente l’approccio del dipartimento di polizia di Ferguson (FPD) nell’amministrazione della legge. Incarichi e programmi di pattugliamento sono regolati in maniera tale da implementare un’applicazione violenta del codice municipale di Ferguson. [...] Giudizi e promozioni degli agenti dipendono in maniera spropositata dalla loro “produttività,” ossia dal numero di mandati di comparizione emessi. In parte come conseguenza delle priorità della Città e del FPD, molti agenti sembrano considerare i residenti, specialmente quelli dei quartieri a maggioranza Afro Americana [...] come potenziali aggressori e quindi come risorse di introito.”

Il report aggiunge che “Ferguson ha consentito che il focus sulle entrate compromettesse in maniera fondamentale il ruolo della corte municipale cittadina. La corte municipale non agisce in qualità di neutrale arbitro della legge o come organo di controllo del comportamento illegale delle forze dell'ordine. Al contrario, la corte utilizza primariamente la propria autorità giudiziaria come mezzo per obbligare al pagamento di multe e imposte che avanzano gli interessi finanziari della Città. [...] Le pratiche della corte impongono un danneggiamento eccessivo e violento a soggetti Afro Americani, e sono in conflitto con la sicurezza pubblica. Colpisce particolarmente il fatto che la corte emetta mandati d’arresto municipali non sulla base di bisogni di sicurezza pubblica, ma come routine alla mancanza comparsa in tribunale o a mancati pagamenti di ammende.” Il report riassume una consistente dose di esempi di persone la cui vita è o si è ritrovata a repentaglio, riportando che “[tali pratiche] impongono particolari difficoltà ai residenti più vulnerabili di Ferguson, particolarmente quelli che vivono al di sotto della soglia di povertà. Reati minori possono generare debiti paralizzanti, risultare in incarcerazione per impossibilità di assolvere ai pagamenti delle ammende, e nella perdita della patente di guida, del lavoro, e dell’abitazione. [...] L’approccio di Ferguson all’applicazione della legge riflette e rinforza il pregiudizio razziale [...]. I danneggiamenti del dipartimento di polizia e della corte di Ferguson ricadono in maniera sproporzionata sugli Afro Americani, e ci sono le testimonianze che dimostrano che questo è dovuto in parte a intenzionali discriminazioni su base razziale.”

Il report del Dipartimento di Giustizia ha portato, in marzo, all'allontanamento del dirigente finanziario di Ferguson, John Shaw, del capo della polizia di Ferguson Thomas Jackson ( a mesi di distanza dalle richieste degli attivisti che per mesi hanno occupato le strade del sobborgo e che ne avevano reclamato la fuoriuscita dal giorno stesso della morte di Michael Brown), e del del giudice municipale Ronald J. Brockmeyer. Questi tre allontanamenti sono visti da diversi attivisti e commentatori semplicemente come una strategia di continuità che consente alla città di accondiscendere blandamente alle richieste del dipartimento di giustizia evitando ingerenze maggiori da parte dello stato federale nella composizione del dipartimento di polizia e della corte municipale.

2. Le elezioni del consiglio cittadino a Ferguson, aprile 2015

Il 7 aprile hanno inoltre avuto luogo le elezioni per il consiglio cittadino di Ferguson, elezioni che sono state sotto i riflettori nazionali a seguito del caso di Brown e perché il consiglio cittadino è ora investito dell’incarico di riformare il dipartimento di polizia e la corte municipale, lavorando con il sindaco e il dipartimento di giustizia. Dei sei seggi, tre andavano rinnovati a seguito di scadenze del mandato dei precedenti occupanti, che hanno deciso di non ricandidarsi per motivazioni che non sono stati disponibili a chiarire con i media. Si sa tuttavia che uno dei tre consiglieri uscenti, Kim Thien, precedente agente di polizia, è sotto accusa per il pestaggio, comminato quando ancora in servizio, di un lavoratore edile, che sarebbe stato anche multato da Thien per distruzione di proprietà privata, in riferimento alla divisa dell’agente, macchiata di sangue a seguito dell’aggressione.

Parte delle organizzazioni attive durante le proteste degli ultimi mesi a Ferguson si è dedicata a sensibilizzare la cittadinanza al voto, e a iscrivere ai seggi numerosi residenti Afro Americani, per cercare di bilanciare la rappresentanza in un comune dove, a fronte del 67% di residenti di colore, il sindaco e cinque dei sei consiglieri sono bianchi e potenzialmente coinvolti o conniventi con il giro di affari collegato all'amministrazione cittadina. L’affluenza al voto è stata contenuta, anche se le elezioni del sette aprile hanno effettivamente presentato una percentuale raddoppiata rispetto all'ultima tornata elettorale nel (30% di turnout su 12738 votanti), e descritte dai media statunitensi come le più razzialmente diversificate nella storia di St. Louis. Adottando la retorica razializzata e identitaria fortemente radicata nel paese, che spesso rende impossibile sviluppare un dibattito politico più articolato che consideri e sorpassi la questione delle quote razziali per focalizzarsi su cosa queste quote effettivamente consentano o meno di fare (e cosa le renda necessarie in primo luogo), si è evidenziato come per la prima volta otto candidati Afro Americani si siano presentati alla corsa per il consiglio cittadino. Ora il consiglio ha due nuovi consiglieri Afro Americani, ed arriva ad un totale di tre non bianchi; il terzo seggio è stato vinto da un rappresentante bianco della circoscrizione più benestante di Ferguson. Questa, salutata da alcuni come una possibilità storica per la regione, è in realtà percepita da molti come una difficile situazione di stallo che lascia aperto l’interrogativo su come i poteri forti potranno essere intaccati da tre individui piuttosto staccati da una base fortemente impoverita e ghettizzata, e che ricopriranno un incarico altamente sottopagato (350 dollari al mese) per tre anni. A Ferguson si è segnalato un parziale cinismo verso la tornata elettorale, e la fascia più giovane dell’elettorato ha disertato le urne, dove peraltro i consiglieri in corsa non erano tra quelli supportati da alcune delle organizzazioni e degli attivisti che hanno partecipato alle proteste negli ultimi mesi. La vittoria è stata riportata da Ella Jones, già in corsa per le elezioni prima dell’uccisione di Brown, e con alle spalle esperienza nella commissione per i diritti umani della città; Wesley Bell, giudice municipale in un comune limitrofo e insegnante in una scuola locale; e Brian Fletcher, precedente sindaco che correva contro un giornalista indipendente sostenuto da alcuni attivisti locali. 

I tre dovranno unirsi ad un tavolo in cui verrà selezionato il futuro dirigente finanziario cittadino, che a sua volta eleggerà il prossimo capo della polizia. Il consiglio cittadino dovrà quindi occuparsi di come affrontare le domande del report del dipartimento di giustizia. Le domande del report si focalizzano sulla riforma del dipartimento di polizia e della corte cittadina, e insistono sulla riduzione dello scarto e dell’alienazione tra forze di polizia e residenti, sulla modifica dell’approccio violento e ingiustificato nell'applicazione del codice municipale, e l’eliminazione o riduzione drastica delle incarcerazioni finalizzate ad estrarre denaro dalle persone fermate. Il report invece non fa menzione del recente processo di militarizzazione delle forze dell’ordine e dei dipartimenti di polizia statunitensi, che ha accompagnato ed è emerso nei media parallelamente al caso di Michael Brown.

3. Al di la delle elezioni di Ferguson, prima durante dopo

Se isolato da alcune delle correnti di attivismo che si sono sviluppate o rafforzate in altre parti del paese in precedenza e in seguito allo sviluppo di BlackLivesMatter, il risultato elettorale di Ferguson rischia di rimanere debole e problematico. Questo perché tale risultato si appoggia per ora su un discorso di riformismo colorista, che ammiccando alla retorica del “tutto che cambia per rimanere immutato,” avviene nel vuoto e nella corruzione delle strutture governamentali di un sobborgo altamente impoverito e polarizzato in termini razziali, e gestito secondo una politica aziendalista che fa leva su discorsi securitari e sulla criminalizzazione razziale per finanziare le casse cittadine attraverso l’accanimento sulle fasce più impoverite della popolazione (un accanimento che lavora a doppio filo con il sistema industriale carcerario). South Bronx e Oakland contengono esperienze di autonomizzazione che in questo senso sono interessanti da seguire. Nel South Bronx ci si sta concentrando su un lavoro di progressiva e intenzionale rimozione degli agenti cittadini in alcuni isolati del quartiere - qui attivisti e residenti si organizzano per apprendere e insegnare a gestire situazioni di tensione tra persone e gruppi locali, tenendo nel frattempo gli agenti fuori dai “block” in maniera tale che la gente non coinvolta in situazioni di tensione non diventi bersaglio di vessazioni poliziesche e legali basate su stereotipazione razziale; questo processo aiuterebbe anche a valutare come ristabilire rapporti con (quali) agenti a partire dalle richieste e necessità dei locali. Nel Midwest stesso (St. Louis, Detroit) il gruppo WeCopwatch si occupa di documentare l’operato delle forze dell’ordine con telecamere, la cui necessità per contrastare l’omertà su cui si reggono molti dipartimenti di polizia è stata dimostrata dalla recente uccisione di Walter Scott in South Carolina, dove l’ufficiale è stato arrestato grazie al video girato col cellulare da Feidin Santana. 

In termini di azioni radicate nel territorio, ad Oakland diversi gruppi coordinano giardini comunitari, che diventano spazi di socialità e laboratori locali di dibattito politico e culturale. In questi casi si cerca di riutilizzare lotti abbandonati e di sottrarli agli speculatori edilizi e alla gentrificazione, fenomeni che si accompagnano sempre ad un rafforzamento di controllo poliziesco imposto dall'esterno del quartiere, nonché a pratiche di dislocamento forzato degli abitanti; questi gruppi si concentrano anche sull'usare le istituzioni locali e cittadine portando ad esempio i rappresentati locali a intentare cause contro gli sviluppatori che cercano di calpestare ed ostacolare le esperienze di vita, lavorative, educative, culturali e di resistenza di chi abita i quartieri. 

E’ evidente il peso di presenze ed esperienze simili in ogni territorio urbano statunitense, perché l’operato dei “primi (cittadini di qualsiasi colore) eletti nella storia della (città x)” assuma qualsivoglia significato rispetto allo sviluppo di nuove pratiche, significati e domande rivendicate dalle persone che popolano e attraversano questi territori.

Foto: therideordieproject.com