La violenta irruzione ad Al Aqsa anticipa ciò che farà la Guardia Nazionale di Ben-Gvir

5 / 4 / 2023

Picchiati selvaggiamente e arrestati durante la preghiera, mentre le sale della moschea vanno a fuoco e le cliniche vengono distrutte. Dopo settimane di proteste contro il suo governo, Benjamin Netanyahu ripristina lo status quo reprimendo i palestinesi durante il mese sacro del Ramadan.

Dopo diversi giorni di restrizioni e provocazioni, l'esercito israeliano ha fatto irruzione durante la notte nella moschea di Al Aqsa, nella Gerusalemme occupata, picchiando selvaggiamente centinaia di fedeli riuniti nella sala di preghiera di Qibli durante l’Iʿtikāf.

Immagini scioccanti mostrano decine di persone ammanettate a terra, donne e bambini gridare e invocare aiuto. “Ci hanno bloccato, ci vogliono uccidere”, sono le urla disperate di una donna che si sentono in uno dei video girati durante l’attacco. La clinica adiacente l’edificio è stata distrutta e diversi incendi sono divampati all’interno della moschea a causa dei lacrimogeni lanciati al suo interno. La Commissione palestinese per gli affari dei detenuti ha stimato tra i 400 e i 500 arresti.

Durante la notte, la Mezzaluna Rossa Palestinese ha ricevuto numerose richieste di intervento. Il bilancio provvisorio è di almeno 250 feriti: Alcuni video mostrano persone prive di conoscenza dopo le percosse subite. La Mezzaluna riporta inoltre che un dottore è stato aggredito durante i soccorsi dai militari, che a sua volta hanno ostacolato il recupero dei feriti.

Diverse proteste sono scoppiate durante la notte in tutta la Palestina occupata. Manifestazioni anche ad Amman, in Giordania, e in altri paesi a maggioranza musulmana.

Da Gaza sono stati lanciati alcuni razzi di risposta, tutti intercettati, a cui è seguito un bombardamento su diversi siti della striscia. Non si riportano vittime. “Ho chiesto una riunione di Gabinetto. La risposta contro Gaza deve essere più forte”, ha minacciato il ministro per la sicurezza Itamar Ben-Gvir. “È giunto il momento di lanciare un’operazione militare nel nord della Cisgiordania e di sferrare pesanti colpi su Gaza”, sono state le dichiarazioni del Ministro delle finanze israeliano, Bezalel Smotrich.

Durante la mattinata, sono proseguiti gli attacchi dell’esercito israeliano contro i fedeli in preghiera. Allo stesso tempo, i militari erano impegnati a proteggere le marce provocatorie dei coloni che in massa hanno preso d’assalto i cortili della moschea.

Il mese del Ramadan appena iniziato, si è caratterizzato sin da subito dalle violenze indiscriminate delle forze di occupazione. Solamente due giorni prima, in uno dei cancelli di accesso al cortile di Al Aqsa, i militari hanno ucciso con venti proiettili un medico che tentava di aiutare una donna brutalmente picchiata dai soldati.

Ad alimentare ulteriormente la tensione, è il rinnovo della richiesta dei coloni più estremisti di squartare pecore ed agnelli ad al-Aqsa, in occasione della Pasqua ebraica del 5 aprile.

La moschea rappresenta il terzo sito più sacro dell'Islam. I rituali non musulmani sono vietati in base ad accordi internazionali decennali e lo stesso rabbino capo di Gerusalemme proibisce di recarsi sul posto. In una lettera indirizzata giovedì al primo ministro Netanyahu e Ben-Gvir, 15 rabbini hanno affermato che “era nell'interesse nazionale di Israele poter eseguire il rituale”.

I gruppi più estremisti hanno promesso ricompense a chiunque avesse provato a recarsi sulla spianata delle moschee per eseguire il sacrificio. Un premio che potrebbe arrivare fino a 5.500 dollari qualora si riuscisse a compiere la missione.

Dopo settimane di proteste contro la riforma giudiziaria, non prive di cupe sfumature: Netanyahu ha deciso di sospendere i lavori. In cambio del sostegno dell’ala di Ben-Gvir, ha dato il via libera all’istituzione di una “Guardia nazionale”, richiesta a più ripartite per la repressione delle comunità palestinesi. Un’autentica milizia separata dal corpo di polizia che risponderà solamente agli uffici del Ministro kahanista e che ha suscitato le preoccupazioni anche dell’opposizione israeliana che teme possa venire utilizzata contro gli oppositori della destra sionista. Il ruolo della Guardia Nazionale è ancora in fase di definizione, ma i fatti di questa notte non possono che far da traccia alla drammatica direzione intrapresa dall’Occupazione.