Kiev, pesantissimo il bilancio dei morti. Si apre in piazza la discussione sull'accordo

100 morti e molte centinaia di feriti ma i manifestanti tengono le piazze

di Bz
22 / 2 / 2014

In serata il Consiglio di Maidan avrebbe votato a maggioranza il 'sì' al compromesso mediato nella notte dagli emissari Ue con Yanukovich, alla presenza anche di un inviato russo, con l'obiettivo di mettere fine allo spettro della guerra civile, lo hanno riferito i ministri degli Esteri tedesco Steinmeier e polacco Sikorski.

Quanto sia rappresentativo il comitato incontrato dai ministri tedesco e polacco è un punto interrogativo aperto, ora lo si evince anche dalla diretta e dai tweet che ci arrivano da piazza Maidan: la discussione è ancora aperta.

L'accordo prevederebbe la revisione costituzionale con la limitazione dei poteri presidenziali, l'amnistia incondizionata per tutti i manifestanti, la liberazione differita di Giulia Timoshenko ma non le dimissioni di Yanukovich, una delle condizioni poste dai manifestanti.

Un segnale di distensione è dato dalle operazioni di ritiro delle forze di polizia dai luoghi centrali e simbolo della rivolta.

Nel frattempo si segnalano le pressioni congiunte della UE e degli Stati Uniti sui partiti di opposizione affinchè venga accolto il compromesso raggiunto sopratutto grazie alla mediazione europea, la Russia non ha sottoscritto come garante l'accordo e ha sospeso l'invio della seconda tranche di aiuti economici previsti dall'accordo siglato in precedenza.

La Russia stessa ha fatto filtrare la voce di un possibile intervento diretto a difesa della popolazione russofona e che tradizionalmente si considera russa quallora la situazione ucraina si destabilizasse mettendo a repentaglio l'unità territoriale.

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21 Febbraio

Tutta la mattinata di ieri è trascorsa con un rimpallo di notizie circa la trattativa in corso: sembra che Yanukovich sia disponibile a dimettersi, a modificare le prerogative del presidente presenti nell'attuale Costituzione, ad indire nuove elezioni. Sui tempi di attuazione di tale accordo non vi è convergenza tra opposizione e governo. Intanto Europa e Russia si sono dichiarate disponibili per aiuti economici straordinari.

Vanno segnalate le dimissioni di alcuni alti gradi dell'esercito per disaccordo circa l'uso dell'esercito in interventi di ordine pubblico. Così come la disponibilità della polizia municipale di Leopoli di intervenire, con le armi di ordinanza, a difesa dei manifestanti di Kiev.

La situazione, come le immagini in diretta da piazza Maidan ci mostrano, appare sospesa tra il precipizio di una guerra civile ed una soluzione - temporanea - che permetta una transizione istituzionale democratica. Le prossime ore potrebbero essere decisive, così come sembra emergere anche dalla lettura  che Lucio Caracciolo di Limes fa della situazione geopolitica dell'Ucraina.

Quella di ieri è stata una giornata di piombo e fuoco a Kiev: si è sparato per tutto il giorno, i cecchini della polizia dai tetti; mentre i manifestanti hanno risposto con rudimentali bombe e bottiglie molotov. Il bilancio che circolava in tarda serata parlava di un centinaio di morti, una situazione da guerra civile a tutti gli effetti.

Oggi le notizie che giungono sono di un accordo tra presidente ucraina, opposizione e inviati Ue. In nottata l'annuncio è arrivato dallo staff del presidente Yanukovich anche se mancano altre conferme.  
L'accordo da quanto circola prevederebbe elezioni anticipate, governo di coalizione e riforma costituzionale.  Ai negoziati hanno partecipato i ministri degli esteri di Polonia, Francia e Germania. 

La delegazione olimpionica ucraina ai giochi di Sochi si è ritirata.

Intanto la piazza ricomincia a riempirsi.

La diretta video ANSA da piazza Midan

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20 febbraio 2014

Da quello che si riesce ad interpretare dai messaggi twitter questa mattina sono ricominciati gli scontri nelle piazze centrali di Kiev dopo che dal tetto di un edificio 3 cecchini della polizia hanno sparato diversi colpi. I manifestanti hanno risposto con un fitto lancio di molotov mentre mentre attorno si sentono crepitare colpi di arma da fuoco.

I morti sono saliti a 28 e a 1000 - si dice - i feriti. I manifestanti stanno respingendo le forze di polizia e allargando la zona liberata, occupando edifici e i negozi ai piani bassi.

Yanukovich dopo aver scatenato, ieri, le forze speciali 'Berkut' a cui si possono imputare le decine di morti e centinaia di feriti tra i manifestanti, ora, incapace di pacificare col sangue le piazze minaccia l'uso dell'esercito, che fino ad ora era rimasto dietro le quinte del teatro degli scontri.

Le forze armate potrebbero entrare in azione contro i manifestanti antigovernativi in Ucraina. Lo annuncia il ministero della Difesa di Kiev in una nota pubblicata sul suo sito web ufficiale parlando di un intervento dei militari in una "operazione antiterrorismo".

Molti si chiedono il perchè di una cosi sanguinosa precipitazione della crisi ucraiana: si può azzardare nel affermare che il rilascio della prima trance di auti economici dalla Russia è stata consegnate poche ore prima dell'annuncio dell'ultimatum di sgomberare le piazze di Kiev. Putin potrebbe aver chiesto in cambio degli aiuti la testa dei manifestanti: in alcuni siti appaiono i nomi dei manifestanti uccisi: molti sono personaggi in vista nella protesta, nella direzione delle occupazioni.

Yanukovich grida al golpe da parte di gruppi fascisti e lo stesso Putin gli ha fatto eco, mentre nel'est Ucraina gruppi di manifestanti hanno assaltato le sedi di Svoboda, partito della destra, mentre nel ovest è successo il contrario.

L'obiettivo principale delle migliaia di dimostranti che stanno sfidando il potere e la polizia non è più avvicinarsi all'Europa ma è diventato un altro: cacciare Ianukovich e il suo "regime". La gita dei parlamentari europei è fuori tempo massimo.

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19 febbraio 2014

Sembrava che si stesse profilando una soluzione alla crisi politica che vede schierati da 3 mesi i manifestanti che occupano piazza Maidan/Indipendenza e dall’altro il governo di Yanucovich: i manifestanti avevano liberato i palazzi dl potere occupati ed acconsentito alla rimozione parziale di una parte delle barricate in cambio di una amnistia generale e della indizioni di nuove elezioni.

Ma le lungaggini parlamentari per l’emanazione di una vera amnistia, senza il trasferimento agli arresti domiciliari degli attuali detenuti in attesa di giudizio, i trucchi parlamentari del partito di governo per far slittare la riforma degli attuali poteri del Presidente, la crisi economica che si appesantisce anche per la sospensione degli aiuti economici promessi dalla Russia, che li ha messi in stand by in attesa di una chiarificazione della situazione politica hanno fatto detonare la protesta.

Si parla di oltre venti morti, di centinaia di feriti tra manifestanti e forze di polizia negli incidenti che hanno accompagnato le manifestazioni che si sono mosse oggi, quando oltre ventimila manifestanti hanno fronteggiato la polizia che proteggeva il Parlamento e i palazzi governativi rompendo parte dei blocchi.

I manifestanti antigovernativi hanno rioccupato la ‘Casa degli ufficiali’, in via Grushevski, che è stata teatro di violenti scontri a fine gennaio. Il ministero della Difesa ucraino è intervenuto ordinando agli insorti di sgomberare immediatamente l’edificio, di pertinenza del ministero stesso.

Viene dato l’ultimatum di sgombero per le ore 18, dopo di che è sarà l’esercito ad intervenire coadiuvando le forze di polizia: così è!! Da questa sera gli scontri si propagano velocemente in tutto il centro di Kiev.

La protesta esce dall’abituale piazza Indipendenza e apre due nuovi fronti, il primo al parco Marinski e il secondo in via Grushevski, già teatro dei combattimenti di fine gennaio in cui hanno perso la vita almeno quattro persone. Per quanto violenta, la protesta si concentra intorno ai palazzi del potere in circa due chilometri quadrati. Qui si registrano gli scontri più accesi, qui ci sono i blocchi della polizia e le barricate dei manifestanti.

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