7 accordi bilaterali e 28 intese commerciali siglati sono il risultato della visita in pompa magna di Putin in Italia, passata per il Vaticano e il Quirinale.

Italia Russia - Il business prima dei diritti umani

27 / 11 / 2013

7 accordi bilaterali e 28 intese commerciali siglati sono il risultato della visita in pompa magna di Putin in Italia, passata per il Vaticano e il Quirinale.

Incontri ed un pacchetto di relazioni economiche che passa sopra ogni discorso sui diritti umani, oltre Greenpaece, la criminalizzazione delle opposizioni politiche quali che siano, Pussy Riot, vetero comunisti o miliardari fuori controllo. Business is business!

Letta nella conferenza finale non esita a dire "Ventotto accordi sono il miglior segno e la dimostrazione del successo di questo vertice e di un'ottima cooperazione in campo economico e sociale, migliore dimostrazione del tanto lavoro che abbiamo da svolgere insieme". Gli risponde Putin "si sono create nuove ed avanzate relazioni in tutti i campi di cooperazione che hanno un carattere che va oltre i partiti", miglior modo di affermare che al di là dell'amicizia con Berlusconi gli affari che contano.

Tra gli accordi siglati ce n'è per tutti i gusti, basta sfogliare la lista delle imprese coinvolte in particolare nel settore energia, finanza e industria.

Italia e Russia hanno firmato un fondo di investimento congiunto per progetti nei due paesi dove guarda caso ha un ruolo importante la nostrana Cassa Depositi e Prestiti.

Oltre a accordi per facilitare le procedure doganali ed ovviamente l'ampiamento delle relazioni energetiche.

Dietro le numerose firme a calce degli accordi una conferma della prospettiva di delocalizzazione industriale per le imprese italiane che dopo Romania e Ucraina vede l'orizzonte russo come ulteriore meta, questa volta senza le vesti dei grandi marchi, come lo furono Fiat o Benetton, ma una prateria aperta per la piccola e media impresa italiana, in grande difficoltà a reggere sul mercato la concorrenza forte - soprattutto - nel contenimento del costo della manodopera.

Nel settore energetico spicca il ruolo dell'Eni, che che ha firmato due accordi sul gasdotto South Stream controllato da Gazprom che dal Mar Nero, passerà per i Balcani per arrivare in Europa dal Tarvisio, confermando il suo ruolo di impresa trasnazionale nello sfruttamento energetico e nella gestione delle pipeline che approvigionano l'Italia e mezza Europa.

La lista degli accordi ed intese potrebbe continuare non manca niente al banchetto a cui si siederanno Mediobanca, Poste, Unicredit, Pirelli, Enel etc .. etc ...

Sullo sfondo la presidenza italiana dell'Ue per l'anno prossimo che potrà rappresentare un ulteriore passo per "rafforzare il partenariato politico ed economico con la Russia" senza dimenticare che la Russia fa parte dei Brics ed è ritornata ad essere, dopo le guerre caucasiche, una delle potenze determinanti del multipolarismo imperialista, dato non secondario nello scacchiere globale.

Ma la visita di Putin fuori dai palazzi è stata anche l'occasione per riaffermare che questi accordi e relazioni ad ogni livello calpestano i temi dei diritti umani e delle libertà in Russia, che al massimo sono citati come argomenti su cui "dialogare" nel prossimo futuro.

La vicenda delle Pussy Riot, le leggi antigay, l'incarcerazione degli attivisti di Greenpeace per la denuncia dello sfruttamento dell'Artico sono il volto reale del sistema-Putin. Non si possono nascondere come ha voluto affermare chi ha manifestato per ricordarlo durante le tappe della visita di Putin in Italia.

Rassegna Stampa

Il Piccolo

Nota Ansa

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La Stampa