Iraq - Continua l'esodo dei profughi tra le montagne sostenuto dalla resistenza curda

Seconda corrispondenza dal Rojava, mentre migliaia di profughi cercano di sfuggire agli attacchi dell'Isis

14 / 8 / 2014

Continua il grande esodo attraverso le montagne di migliaia di profughi in fuga dagli assalti dell'ISIS; ultimo tra questi l'assalto al tempio di Lalish, 60 km a nord di Mosul, raso al suolo e la conseguente fuga di migliaia Yazidi. 

Il primo ministro iracheno Nuri al Maliki ha ribadito che non si dimetterà fino a quando la Corte Costituzionale non si sarà espressa sul suo ricorso per la nomina del nuovo premier Haydar al Abadi, che lo stesso Maliki giudica come “una violazione della Costituzione”. Intanto continuano le esplosioni di autobombe a Baghdad, e ai lanci umanitari e raid aerei americani si aggiunge l'intervento dei marines atterrati sul monte Sinjar per “gestire” la fuga dei profughi.

L'UE prevede un vertice per la definizione di un piano d'azione, mentre la Francia rende noto che intende rifornire le regioni del Kurdistan di armi per combattere l'IS: da qui la necessità di rivedere gli accordi che prevedono la fornitura militare al solo esercito regolare Iraqeno.

Se si concretizzasse un nuovo progetto nel nord dell'Iraq da parte delle forze militari americane e UE, potrebbe prospettarsi un nuovo capitolo sulle contraddizioni che da decenni riguardano l'interesse occidentale in medio-oriente e la guerra al terrorismo degli ultimi anni.

Una ristrutturazione, forse, del modello profittevole che ha condizionato i fronti di guerra in quella parte di mondo.

La tragedia di Şengal - La popolazione è in attesa di soccorsi!

di Suveyda Mahmud 

A Şengal le forze delle YPG e dell’HPG, attraverso un canale di fuga sicuro, hanno salvato decine di migliaia di Yezidi dal massacro attuato delle squadre dell’ISIS.

In Kurdistan e in Europa  sono state avviate campagne di aiuti in favore degli  ezidi scampati al massacro e mentre la popolazione del Rojava condivide con i  fratelli ezidi cibo e indumenti, il resto del mondo sembra aver chiuso gli occhi di fronte alla tragedia che ha colpito i curdi Yazidi.

Le bande che hanno occupato Şengal hanno raso al suolo i luoghi di culto degli Yazidi, hanno tentato di convertire la popolazione all’Islam, hanno ucciso e rapito  e stanno mettendo in atto il genocidio del Ventunesimo secolo, con metodi disumani, strumentalizzando l’Islam. Le decine di migliaia di Yazidi in fuga dal genocidio, che sta avvenendo davanti agli occhi del mondo intero, sono stati portati nel cantone del Cizîrê in Rojava attraverso il passaggio di sicurezza aperto  dalle YPG.

Circa 12 mila Yazidi sono ospitati presso il campo Newroz di Dêrik (Rojava-Cantone di Cizîrê): in gran parte bambini, donne e anziani, ma il numero aumenta di giorno in giorno. Gli ezidi sottratti alle bande dell’ISIS a Şengal, sebbene contenti di trovarsi in una zona sicura, sono molto preoccupati per i parenti e i membri delle loro famiglie rimasti indietro, dai quali non ricevono più notizie.

Ospitati nella tendopoli messa a disposizione dall’amministrazione del Cantone di Cizîre e soddisfatti in ogni loro esigenza, gli Yazidi piangono coloro si sono lasciati alle spalle.

Dai racconti, intrisi di dolore, delle decine di migliaia di Yazidi rifugiatisi nel campo emerge come il genocidio messo in atto dalle bande dell’ISIS a Şengal sia ancora davanti ai loro occhi. Si parla di bande che hanno rapito giovani e donne, ucciso gli anziani rimasti indietro e depredato le loro abitazioni.
Nonostante il silenzio delle forze giunte senza aver nota di quanto accaduto e di quelle che tacciono di fronte alle aggressioni delle bande che stanno massacrando la popolazione, gli scontri si verificano molto frequentemente in diversi luoghi, scontri in cui otto guerriglieri dell' YPG hanno perso la vita.

Così è stata avviata nel cantone di Cizîrê la mobilitazione per Şengal, considerata di massima importanza dalla popolazione curda.

Il governo del Cantone di Cizîrê, che ha inviato in aiuto  a TilKoçer  migliaia di veicoli, sta facendo appelli di aiuto e di solidarietà per gli Yezidi in ogni zona della Cizîrê.

Nel quadro della campagna di mobilitazione, intrapresa con grande spirito di solidarietà, la popolazione della Cizîrê lavora senza sosta per soddisfare i bisogni dei curdi Yezidi e condivide con loro i propri abiti, il proprio cibo e i propri averi. Mentre nella tendopoli le squadre di Heyva Sor a Kurdistan fanno di tutto per risolvere i problemi di salute della popolazione, affamata e assetata ormai da giorni, curando i feriti gravi negli ospedali.

Le donne e i bambini ritrovatisi faccia a faccia con le conseguenze più gravi della guerra, stanno ancora cercando di rimuovere il trauma vissuto.
A Şengal, affinché i bambini che hanno perso i propri genitori non restino soli, vengono presi con sé dalle donne Yezide che non fanno discriminazioni tra loro e i propri figli.

La popolazione sfollata riporta episodi di donne che si sono suicidate per evitare di cadere nelle mani delle bande, e afferma di non riuscire a dormire dal giorno in cui sono iniziati gli attacchi. Alcuni bambini, con ferite  gravi alle gambe o che si sono scottati sotto il sole cocente, sono molto deboli a causa della fame patita per giorni e del trauma vissuto. Questi bambini hanno conosciuto troppo presto il lato più negativo della guerra, e la maggior parte di loro piange in continuazione, perché in queste condizioni avvertono in ogni modo un dolore a loro estraneo fino a poco tempo fa, cercando tra le tendopoli i propri genitori scomparsi.

Come a Sengal i neonati in fasce le cui madri sono state uccise dalle bande e che hanno bisogno di essere allattati sono affidati alle donne del campo.
Secondo le dichiarazioni delle YPG ,circa 100.000 persone sono arrivate nel Rojava attraverso le montagne, e sono state dislocate in diversi campi.

Gli Yezidi attendono con ansia il giorno in cui le YPG e l’HPG salveranno nuovamente Şengal e loro potranno tornare nella propria terra. 

Iraq - esodo