Iraq - Appello di Un Ponte per ..

10 / 8 / 2014

Il dramma umanitario si fa sempre più forte per le migliaia di persone in fuga dalla devastante avanzata dell'Isis. Mentre gli americani continuano i raid aerei, scattati per impedire l'arrivo a Erbil dell'Isis, dopo che il governo iracheno aveva inviato l'aviazione a sostegno dei combattenti curdi, le migliaia di profughi in fuga sulle montagne sono in condizioni durissime.

Pubblichiamo un appello e l'ultimo report tratto dal sito di Un ponte per ... di un  paio di giorni fa che testimonia quanto sia grave la situazione.

Alla luce delle persecuzioni di centinaia di migliaia di cristiani, yazidi, turcomanni e membri di altre minoranze irachene da parte dell’Isis, Un ponte per… chiede alla comunità internazionale di:

  • Inviare subito dei voli umanitari ad Erbil nel nord Iraq per far fronte all’emergenza. Molte sono state le morti per fame e sete nelle ultime ore come denunciato anche dall’Unicef. Il clima raggiunge fino a 48 gradi.
  • Assicurare sostegno alle autorità del Governo Regionale Kurdo in Iraq affinché possano rispondere tempestivamente all’emergenza.
  • Garantire visti umanitari per l’ingresso in Europa dei casi più a rischio.
  • Organizzare lanci aerei di aiuti destinati agli sfollati fuggiti sulle montagne del nord Iraq e sono ancora oggi isolati.
  • Proteggere le minoranze irachene dall’ennesimo sterminio, garantendo loro  l’accesso alle aree sicure del paese.

Dopo l’area di Sinjar sono state nuovamente attaccate le enclave cristiane, tra cui Qaraqosh, Bartella e Bashiqa. E’ un dramma senza fine per le minoranze irachene.

Iraq, Karkuk, Kirkuk , un ponte per, pozzi, raffineria, minoranz

Un membro della comunità yazida. Foto di Pierluigi Giorgi.

Dalla caduta di Mosul per mano delle forze dell’Isis, due mesi fa, sono oltre 850.000 gli sfollati in Iraq. 1,4 milioni circa dall’inizio dell’anno, quando le autorità irachene hanno perso il controllo della provincia di Anbar.

Tante le aree, le città e soprattutto le dighe e le raffinerie contese: si rimbalzano voci e informazioni contrastanti, frutto di un conflitto in divenire che vede diversi attori coinvolti – non solo Isis, peshmerga ed esercito iracheno. Facebook e Twitter, probabilmente per ragioni di sicurezza, non sono più in funzione in quasi tutto il Paese. La situazione è molto confusa e infine, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha “autorizzato interventi aerei qualora l’Isis dovesse raggiungere Erbil”.

Proprio da Erbil sono i nostri operatori a parlare di una situazione drammatica, “perché la gente sta affollando le strade, i parchi, i campi da gioco, proprio fuori dai nostri uffici qui nel quartiere cristiano”.

“Vengono principalmente da Qara Qosh”, ci riferisce il nostro capo missione, Marco Labruna. “Non è facile perché è successo di nuovo tutto all’improvviso, ma stiamo cercando di capire il modo migliore ed immediato per assistere queste persone”.

Iraq, Qaraqosh, un ponte per, Kakai, Wardek, workshop UPP

Un iracheno di fede kaka’i. Foto di Pierluigi Giorgi

Marco ci informa inoltre che più di 2.000 individui hanno raggiunto, in condizioni disperate, il distretto di Ainkawa, a nord di Erbil, dove hanno passato già due notti attorno alle chiese di Mar Yousif e Martiahmony.

A pagare, come sempre, sono dunque i più deboli. Un ponte per… è al lavoro per gli yazidi, i cristiani e tutti coloro che stanno subendo persecuzioni in Iraq ed ha avviato una raccolta fondi per distribuire aiuti agli sfollati. I primi aiuti sono in fase di distribuzione grazie al sostegno della Tavola Valdese e di molti generosi donatori privati italiani. 

Per sostenere il nostro lavoro in quest’ultima, drammatica emergenza clicca qui.

Qui invece tutte le news e informazioni.
Tratto da: