Fonte: repubblica.it - 27/12/2009

Iran. Secondo giorno di proteste e scontri in Iran

27 / 12 / 2009

Teheran. Secondo giorno di violenti scontri tra polizia e manifestanti anti-governativi a Teheran durante il corteo per la festività sciita dell'Ashura. Il sito d'opposizione Jaras ha riferito che la polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti e almeno quattro persone sono rimaste uccise e altre due ferite. Anche il sito Rahesabz parla di quattro morti, affermando che uno dei suoi reporter ne è stato testimone. Omid Habibinia, giornalista che è riuscito a entrare in contatto con alcune fonti a Teheran nonostante il blackout delle linee cellulari e di molti siti web, ha riferito invece di cinque vittime. Tra queste, secondo il sito Parlemannews, c'è anche il nipote del leader riformista Mir Hossein Moussavi: "Oggi, a mezzogiorno, Sayed Ali Moussavi, il nipote 35enne di Mir Hossein Moussavi, è stato colpito al cuore vicino piazza Enghelab ed è morto dopo essere stato trasportato all'ospedale Ebnesina". Altre cinque vittime, sempre secondo i siti web dell'opposizione, si sono registrate nella città nordoccidentale di Tabriz.

Le forze di sicurezza, dal canto loro, negano: "Finora non ci sono notizie di morti, nessuno è stato ucciso", ha detto il capo della polizia di Teheran, Azizollah Rajabzadeh, citato dall'agenzia Isna. Poi però è stata la televisione di Stato ad ammettere "numerosi" morti, tra cui anche il nipote del leader dell'opposizione, negli scontri nelle varie città dell'Iran. L'emittente iraniana 'Press tv' ha confermato che quattro manifestanti sono stati uccisi a Teheran da "sconosciuti". La polizia ha negato ogni coinvolgimento, sottolineando che le milizie schierate nella capitale "non sono dotate di armi da fuoco". "La polizia non ha sparato alcun colpo a Teheran", ha riferito all'agenzia Isna il capo della polizia della capitale iraniana, il comandante Azizollah Rajabzadeh. Un testimone ha raccontato alla Bbc di aver visto un van della polizia investire un manifestante

Jaras ha riferito che diversi agenti hanno rifiutato di obbedire all'ordine di sparare sui dimostranti, cercando di sparare in aria quando sono stati messi sotto pressione dai superiori. Dal web arriva inoltre la notizia di scontri anche a Isfahan, nel centro dell'Iran, e nella vicina Najafabad, città natale del grande ayatollah riformista Hossein Ali Montazeri, morto una settimana fa.

Dopo le manifestazioni di ieri, quando gli oppositori hanno cercato di tornare in piazza ma sono stati affrontati con durezza da poliziotti in assetto antisommossa e miliziani Basiji, oggi il centro di Teheran era presidiato da centinaia di poliziotti. In risposta ai cortei dell'opposizione migliaia di sostenitori del presidente Mahmud Ahmadinejad sono scesi in piazza a Enghelab, la lunga strada nel centro della capitale da cui la polizia aveva cacciato i riformisti.

Nonostante la massiccia presenza di forze di sicurezza, migliaia di persone, giunte a piccoli gruppi, si sono radunate nel centro di Teheran. La polizia è intervenuta prima con i gas lacrimogeni e poi caricando la folla, che ha incendiato dei cassonetti.

Gli scontri si sono propagati in un'area molto vasta. Dalla piazza Imam Hossein, a est, alla piazza Enghelab, a ovest, distanti alcuni chilometri tra di loro. Incidenti sono stati segnalati anche sulla piazza Ferdowsi, sul viale Vali Asr e sul viale Hafez. Lungo quest'ultima arteria, in particolare, testimoni hanno riferito di aver visto dimostranti rovesciare e incendiare due veicoli della polizia e mettere momentaneamente in fuga le forze di sicurezza che controllavano un ponte. Un altro testimone ha detto di aver visto agenti e miliziani in borghese in una strada laterale mentre si organizzavano in un clima di nervosismo.

Le autorità hanno proibito qualsiasi manifestazione dell'opposizione in occasione dei giorni di Tasua e Ashura, ieri e oggi, quando processioni religiose attraversano in lutto le città iraniane nel ricordo del martirio di Hussein, il terzo Imam sciita, avvenuto a Kerbala nel 680 dopo Cristo. Ma era scontato che il cosiddetto 'movimento verde' che si oppone al governo di Ahmadinejad avrebbe approfittato di questa occasione per tornare a far sentire la sua voce. Anche perché proprio oggi cade il settimo giorno dalla morte del grande ayatollah dissidente Hossein Ali Montazeri, i cui funerali, lunedì scorso, hanno vista riunita nella città santa di Qom un'enorme folla di oppositori. La tradizione sciita vuole che si torni a commemorare i defunti una settimana dopo il decesso.