Il sessismo è il problema!

Il comunicato di Interventionistische Linke Berlino in merito ai fatti di Colonia e le successive manifestazioni ed aggressioni xenofobe

16 / 1 / 2016

Dappertutto in Germania - nei paesi, nelle  città e nelle metropoli - le aggressioni sessuali e le molestie avvengono ogni giorno ai danni delle donne. Il sessismo è una routine quotidiana in Germania  ed in Europa,  non si è verificato soltanto a capodanno  sulla “Domplatte” di Colonia.

Già nel 2014 uno studio arrivò alla conclusione che almeno una donna su dieci in Europa ha avuto esperienza di violenza di genere fin dal suo quindicesimo  compleanno. Uno donna  su venti ha subito uno stupro. In aggiunta, le denunce alla polizia hanno portato ad una ulteriore traumatizzazione piuttosto che ad una giusta causa. La violenza sessualizzata, proprio come il comportamento maschile  dominante, sono una triste realtà in Germania di cui non si parla.

Gli eventi di Colonia, Amburgo e altre città hanno giustamente provocato un dibattito sulla  violenza di genere che troppo spesso è assente. Inoltre, la pressione  per riformare la legge sui reati di  genere sembra essere maggiore dopo i tentativi impantanati a settembre a causa del blocco imposto dall’Ufficio  del Cancelliere. 

Dall’altra parte la CDU ed alcune frazioni del SPD vogliono usare gli incidenti di Colonia per scongiurare ancor di più il diritto d’asilo. In generale, vogliono intensificare i processi di espulsione dopo ogni tipo di trasgressione. L’amara ironia della storia: anche le donne, le/i transessuali e gli/le intersessuali che stanno fuggendo dalla  violenza  di genere nei loro Paesi d’origine saranno colpiti da tutto questo.

Presumibilmente a essere protette saranno solo le donne tedesche; saranno protette dall’uomo migrante. Non è sorprendente il fatto che adesso i razzisti sessisti possano partecipare al dibattito dalla parte dell’accusa: primo fra tutti Horst Seehofer (CSU), che nel 1997 votò contro la trasformazione in reato dello stupro interno al matrimonio.

Il dibattito dopo gli incidenti è così rumoroso adesso perché il sessismo della maggioranza bianca ha trovato un evento per deresponsabilizzarsi: i violentatori sono sempre gli altri. Ma in questo dibattito non è posto sotto la giusta luce il gruppo più comune di assalitori, l’ambiente sociale più vicino: il partner, il fratello, il padre, lo zio, il vicino simpatico della porta accanto, il compagno di stanza e così via. L’80% di tutti i casi di violenza di genere accade all’interno di questo gruppo di assalitori. Non è una questione di sesso e basta, perché il vivere le relazioni sociali di potere in una forma estrema conta di più: è un qualcosa che al di là delle donne colpisce gli uomini che non sono visti sotto la lente egemonica del maschile, i/le transessuali e gli/le intersessuali. 

Coloro che in altro modo nei social media minacciano con lo stupro non agiscono come i protettori delle “nostre donne”, ma lo banalizzano o usano delle strategie decisamente anti-femministe. Negli ultimi mesi abbiamo visto non solo le agitazioni razziste sulle pagine di Facebook contro i centri di accoglienza per i rifugiati, ma allo stesso tempo un odio puro contro le donne che si impegnano nel lavoro di accoglienza ai rifugiati; sono state minacciate con ingiunzioni di violenza o di stupro. L’antifemminismo ed il razzismo vanno a braccetto. 

Le autorità, i media e gli antifemministi sono sempre celeri nel dare consigli alle donne colpite dalla violenza di genere – mettete i pantaloni invece delle gonne, evitate le folle se possibile, eccetera. Così come necessario è il consiglio per gli uomini: rifiutate l’impertinenza maschile di dominio, siate coinvolti se osservate un approccio sessista e, più di tutto, prestate attenzione ai limiti degli altri. Essere in solidarietà non significa proteggere il “sesso debole” ma riconoscere che ogni genere subisce le strutture patriarcali di potere. Empowerment invece che #UnBracciodiDistanza!

Le immagini della mascolinità che sono formate attraverso il dominio ed il potere e che sono caratterizzate dalla violenza incoraggiano la stessa violenza di genere e devono essere combattute! Vanno combattute nei club sportivi, nelle tribune dello stadio, nella vita professionale e nel proprio gruppo politico. Le confraternite maschili si stanno sviluppando sempre più velocemente e stanno riproducendo la quotidiana “apparente” predominanza. Anche se la società è cambiata negli ultimi decenni, il sessismo è e rimane un problema reale!

Tutte le persone colpite dalla violenza di genere perché sono state toccate senza consenso in una festa, attraverso il linguaggio sessista, oppure tramite l’indesiderato palpeggiamento durante il carnevale o tramite lo stupro: avete la nostra solidarietà. Che sia ieri o a capodanno sul “Domplatte” di Colonia, che sia domani o il giorno dopo.