Il Mondiale dell'esclusione in Brasile

Tratto da Desinformemonos

3 / 7 / 2013

“Dilma crede che la passione dei brasiliani per il calcio sarà più forte della loro indignazione, però qui a Fortaleza c'era più gente fuori dallo stadio a protestare che dentro a vedere la partita.” André Sousa, Articulatiòn National de los Comités de la Copa.

Le manifestazioni che stanno avendo luogo fuori dagli stadi che ospitano la Confederation Cup, il torneo organizzato dalla FIFA, mostrano chiaramente che l'ondata di proteste in atto in Brasile è ancora lontana dal giungere a termine. I manifestanti continuano a denunciare gli sgomberi di numerose comunità, l'esistenza di una rete internazionale di traffico di persone, la restrizione del diritto alla città e le speculazioni finanziarie riguardanti la costruzione di opere in relazione ai grandi eventi.

“Dilma crede che la passione dei brasiliani per il calcio sarà più forte della loro indignazione, però qui a Fortaleza c'era più gente fuori dallo stadio a protestare che dentro a vedere la partita”, ha sottolineato in un intervista a Desenformemos André Lima Sousa, rappresentante dell'Articulaciòn Nacionale dei Comités de la Copa e del Comité Popular de la Copa de Fortaleza (ANCOP).

I Comités de la Copa esistono dal 2010, da quando cioè sono stati annunciati i nomi delle 12 città che a breve ospiteranno i Mondiali di calcio del 2014. Sono composti da membri dei movimenti sociali, dalla popolazione colpita dagli sgomberi, da movimenti di resistenza urbana, così come da studenti e appartenenti alla società civile, e lavorano per disegnare una mappa e rendere pubblici gli impatti negativi dei mega eventi sportivi ma allo stesso tempo per rafforzare la resistenza delle comunità coinvolte.

Per il movimento, i Mondiali rappresentano un momento di incremento dell'emarginazione sociale e della subordinazione del governo brasiliano agli interessi delle grandi imprese e della FIFA. Il Laboratorio de Politìcas Pùblicas dell'Università federeale di Cearà ha calcolato che la spesa totale per le opere si colloca attorno a "70 e 100 mil miliones de reales, che lo colloca al primo posto come torneo più costoso della storia. Nelle sue dichiarazioni ufficiali, il presidente Dilma Roussef ha affermato che nel corso dei Mondiali non verranno spesi soldi provenienti da fondi nazionali. Tuttavia, il calcolo fatto dall'università mostra anche che circa il 90 % della somma viene finanziato dai governi statali e dal governo federale. “Il presidente ha mentito spudoratamente in faccia a tutti i brasiliani. Dire che non ci sono investimenti pubblici è una presa in giro. Gli stadi vengono costruiti grazie a risorse pubbliche, gran parte provenienti dalla Banca Nazionale per lo Sviluppo Sociale (BNDES), dalla Cassa Economica Federale e dai governi municipali e statali”, precisa André Sousa.

Questi fondi sono destinati alla costruzione di stadi, di mezzi di trasporto che mettano in collegamento le zone in cui si trovano gli alberghi di lusso alle sedi sportive, alla costruzione e al miglioramento degli areoporti e all'implemento dell'attività turistica. Anche se il governo dice che le opere ravvivono l'economia e creano posti di lavoro, i movimenti sociali fanno notare che, per la gente delle classi sociali più basse, il Mondiale significa esclusione, piuttosto che speranza.

La costruzione dell'esclusione

A Fortaleza, il progetto di costruzione di un Trasporto Leggero su Rotaia (Veìculo Leve sopre Trilhos o VLT) non è ancora uscito dalla carta che già crea problemi agli abitanti a causa degli sgomberi e della crescente speculazione finaniziaria. Sousa spiega il problema: “Quest'opera nasce per soddisfare un'esigenza della FIFA e per una sua immposizione alla città. Metterà in collegamento la zona degli alberghi di lusso con le aree circostanti lo stadio Castelao. È stata approvata una legge in suo favore, senza che noi venissimo consultati”. Per gli abitanti rappresentati dal Comité, l'opera costituisce uno spreco di denaro perché non risponde a delle necessità di mobilità urbana e di inclusione sociale. “Il VLT attraverserà le aree ricche della città. La presenza di 23 comunità popolari nella regione viene considerata un elemento di 'svalutazione'. Avrà luogo un processo di espulsione delle comunità”, valuta Sousa. Per adesso, si sono spesi già 9.5 mila miliardi di reales (circa 57 mila milioni di pesos messicani) per la totalità dei progetti che verranno realizzati nella capitale dello stato di Cearà, che conta 2 milioni e 500 mila abitanti.

A Brasilia è in costruzione lo stadio più caro al mondo, il Mané Garrincha. Solo per l'edificio si stima una spesa di "2 mila milioni di reales". “La nostra città non ha nessuna squadra di calcio che possa utilizzare questo stadio in futuro. Sarà una cattedrale nel deserto” afferma Vinicius Lobão, militante del Comité de la Copa del Distrito Federal. L'accusa che viene mossa è che siano stati ritirati i fondi destinati a servizi come la sanità e l'educazione per pagare lo stadio, e che per realizzare un fondo per finanziare le opere dei Mondiali siano stati venduti terreni pubblici che dovevano ospitare parchi e quartieri popolari nel Distrito Federal. “Sono aree con una capacità che permetterebbe di ospitare migliaia di famiglie, e il governo le vende per pagare lo stadio” critica l'attivista.

Secondo un calcolo fatto dall'ANCOP, in Brasile ci sono 250 mila persone già sgomberate o sotto minaccia di sgomberi collegati con i progetti per i Mondiali di calcio. “Nella città di Taguatinga, Distrito Federal, 400 famiglie sono state sgomebrate da un centro commerciale abbandonato da più di 30 anni che avevano occupato. In altri casi, anche famiglie con contratti abitativi regolari sono state sgomberate” ha denunciato Lobão.

Quest'imposizione alle comunità da parte dei funzionari del governo non rispetta il diritto di consultazione né informa le persone colpite dagli sgomebri riguardo il futuro delle loro case, specificano gli attivisti. “Molte volte gli agenti del governo arrivano nelle comunità a prendere le misure della casa e a fare domande riguardo le famiglie che vi abitano. Dicono che il loro lavoro ha un obiettivo diverso da quello reale. Si sono registrate anchevere e proprie minacce alle comunità: diconoinfatti che se non si accettano le condizioni del governo gli sgomberi verranno effettuati con la forza”, dice Sousa.

Gli attivisti segnalano inoltre che ogni famiglia cerca come può di regolare la sua situazione, dal momento che non esistono politiche pubbliche che si assumano la responsabilità riguardo la loro situazione post-sgombero. Il budget offerto come aiuto finanziario, chiamato “retta sociale” (renta social), ammonta a 400 reales (circa 2 milioni di pesos messicani) ed è da considerarsi irrisorio di fronte alla crescente speculazione immobiliaria. Il pagamento è discontinuo e obbliga le famiglie povere a spostarsi verso zone lontane dalla città, in un processo di imborghesimento delle zone centrali.

Raquel Rolnik, relatrice speciale dell'ONU per il diritto all'abitare, afferma che la realizzazione dei mega eventi aggrava l'emarginazione delle classi più basse della popolazione urbana. Per Lobão, questa diagnosi porta in evidenza anche altri problemi come lo sfruttamento sessuale e il venir meno del diritto alla città, oltre alla mancanza di una qualche iniziativa governativa per individuare una soluzione.

I militanti hanno informazioni riguardo l'esistenza di una rete internazionale di sfruttamento sessuale e tratta delle persone che si sta espandendo in Brasile, in preparazione alla realizzazione dei mega eventi. Questo problema colpisce principalmente i ragazzi più poveri, che hanno un minor accesso all'educazione e al divertimento. “Il governo è l'istituzione che dovrebbe proteggere questi ragazzi, però finora non ha realizzato nessun'azione concreta e, se sì, questa non è arrivata alle periferie. L'unica campagna esistente ha avuto inizio la settimana scorsa, quando è iniziata la Confederation Cup. È troppo tardi, questa rete è articolata ed è già attiva in Brasile” si indigna Vinicius.

Un altro problema urgente che si registra nelle 12 città sedi del torneo della FIFA è in relazione alle rivendicazioni del Movimiento Paese Libre (MPL), che ha dato il via all'ondata di proteste nel paese. Il diritto alla città e alla mobilità viene, secondo l'ANCOP, estremamente leso dal progetto riguardante i mega eventi. I piani di mobilità e di urbanizzazione, denuncia, sono stati imposti dalla FIFA senza prendere in considerazione i contesti sociali e le necessità di queste popolazioni. Ci sono diversi nomi per questa problematica, come igienizzazione sociale e imborghesimento.

Le zone turistiche o centrali delle città soffrono un processo e “elitizzazzione”, racconta Vinicius Lobão: “L'ordine che il governo ha dato alla polizia è di espellere i mendicanti o le persone senza fissa dimora che incontrano nell'area del centro. Vogliono 'ripulire' il centro per mostrare ai turisti che la città è bella, gradevole e pulita. Nella loro visione, queste persone sono sporche, brutte, e devono essere rimosse da lì”, spiega il rappresentante del Comitato del Distrito Federal. Anche il trasporto pubblico è un problema che va ad intaccare i diritti della popolazione: “dopo le 22 non ci sono più trasporti pubblici che collegano il centro alla periferia del Distrito Federal. Chi non ha soldi per vivere in città deve andarsene a casa prima delle 22, perché dopo non ha modo di ritornare. È un sistema di trasporto pubblico completamente segregante”, afferma il militante. Aggiunge anche che le opere di trasporto costruite in occasione dei Mondiali mettono in collegamento esclusivamente lo stadio con la zona degli alberghi di lusso, senza prendere in considerazione le reali necessità esistenti.

Le proteste e il futuro

“E' stata una sorpresa, una bella sorpresa”, ha confessato André Sousa riguardo l'inizio delle mobilitazioni in Brasile. Per gli attivisti dell'ANCOP, le centinaia di migliaia di persone fuori dagli stadi hanno contribuito a dare maggiore visibilità delle loro rivendicazioni, facendo sì che un numero ancora maggiore di persone si aggregasse alle lotte. “Qui a Fortaleza non ci sono mai state mobilitazioni così grandi prima. Eravamo concentrati soprattutto a seguire il discorso relativo alle comunità. È stato sorprendente come un evento facebook per una manifestazione fuori dallo stadio Castelão creato da un gruppo di studenti abbia avuto circa 50 mila persone conferme di partecipazione. Poi il giorno della manifestazione si presentarono tra le 80 e le 100 mila persone, secondo i calcoli della polizia militare”, afferma Sousa. A Brasilia e a Belo Horizonte, in seguito alla grande adesione alle manifestazioni, è nata la Gran Asamblea de los Pueblos, con lo scopo di organizzare le richieste e creare un calendario nazionale delle mobilitazioni.

Per i manifestanti, tuttavia, è un errore dire che le proteste sono state repentine. “La gente ha iniziato a dire 'il gigante si è risvegliato', però i movimenti sociali non hanno mai smesso di essere presenti nelle strade” ha affermato Vinicius Lobão. “Tuttavia, le manifestazioni hanno aiutato molto e hanno portato nuove persone realmente interessate alla discussione riguardo i problemi sociali del Brasile”, conclude.

In una sua dichiarazione pubblica, Dilma ha chiesto ai brasiliani di accogliere bene gli stranieri durante i mega eventi, menzionando il fatto che i cinque campionati della selezione nazionale si devono in parte all'accoglienza di chi li ha ospitati. “Dobbiamo trattare bene gli stranieri, però contemporaneamente i nostri ragazzi e la gente di periferia vengono brutalmente perseguitati e maltrattati, e soffrono per la mancanza di servizi pubblici. Il suo discorso non vale niente per noi, non rappresenta niente di concreto, cerca solo di calmare gli animi e tenta di arginare il tasso di insoddisfazione nei confronti del suo governo, che continua ad aumentare”, accusa Vinicius Lobão.

In un suo comunicato, Dilma ha affermato che incontrerà tutti i rappresentati dei movimenti coinvolti nelle proteste, cosa che ha fatto alcuni giorni dopo quando ha avuto luogo un incontro con i rappresentanti del MPL. I rappresentanti dell'ANCOP, tuttavia, non credono che quest'invito verrà esteso anche a loro. “Per noi, lei sta aspettando la fine della Conferderation Cup, quando cercherà di insabbiare tutto per non ammettere le sue relazioni con la FIFA. La repressione sarà molto forte e Dilma probabilmente non si incontrerà con i comitati perché le nostre rivendicazioni sono molto serie, portiamo avanti accuse basate su dati reali riguardanti gli sgomberi, la costruzione degli stadi e lo sfruttamento infantile. Quello che dobbiamo fare è andare nelle strade e continuare a lottare, dobbiamo fare la rivoluzione per poter garantire questi diritti”, conclude Lobão.

Traduzione a cura di Teresa Gregorin

Pubblicato il 1 luglio 2013 in
Desinformemonos