Dal governo di Morsi, dal controllo dell'apparato istituzionale allo scontro nelle piazze, al ritorno in semiclandestinità.

I Fratelli Musulmani costretti alla clandestinità

El Sissi stringe la morsa sugli oppositori

24 / 9 / 2013

L'Egitto ha messo al bando l'Ong Fratelli Musulmani. È ufficiale: oggi la magistratura egiziana ha ordinato la dissoluzione del movimento e la confisca di tutte le proprietà. Il tribunale del Cairo, in primo grado, ha chiuso le sedi del movimento e imposto la messa al bando del gruppo che fino al 3 luglio era partito di governo in Egitto. "La corte vieta le attività dell'organizzazione Fratelli Musulmani e della sua Ong e tutte le attività nel quale prendono parte gruppi da questa derivanti", ha detto il giudice Mohammed al-Sayed. Una sentenza che fa ripiombare la Fratellanza negli anni bui dell'epoca Mubarak, quando - pur presente nel Paese - non poteva svolgere attività se non in clandestinità. La Fratellanza si era costituita come organizzazione non governativa lo scorso marzo, dopo l'apertura di un fascicolo giudiziario che accusava il movimento di non avere uno status legale riconosciuto. A muovere la macchina giudiziaria erano state due denunce: la prima presentata dal partito di sinistra Tagammu, che accusava il gruppo islamista di aver compiuto attacchi terroristici in Egitto; la seconda mossa dalla corte amministrativa del Cairo e la cui sentenza era attesa per il prossimo novembre. Gli effetti del colpo di Stato militare e della cacciata del presidente Morsi sono sempre più concreti: dopo gli arresti di massa dei leader del movimento islamista, i cui processi per incitamento alla violenza e all'omicidio sono tuttora in corso, si va a colpire direttamente la struttura dell'organizzazione. Un pugno di ferro che si aggiunge alle repressioni delle manifestazioni indette dai sostenitori dell'ex governo e che hanno condotto a numerosi arresti.Pochi giorni fa il ministro degli Esteri egiziano, Nabil Fahmy, aveva rassicurato le Nazioni Unite e il segretario di Stato americano, John Kerry: nessuno dei civili arrestati sarebbe stato giudicato da una corte marziale, ma tutti sarebbero finiti di fronte ad un tribunale civile "con un normale procedimento giudiziario"

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