Guatemala – Mobilitazioni contadine contro la “Legge Monsanto”

4 / 9 / 2014

Una battaglia globale per la difesa della vita e dei propri alimenti contro i progetti di morte delle multinazionali del transgenico

Centoventimila contadini della regione di Sololà, provenienti da 82 comunità, bloccarono in tre punti la strada Interamericana durante la giornata di ieri; in tutta la regione le autorità locali e le assemblee comunitarie avevano accordato di sospendere le attività commerciali e di chiudere le scuole per permettere la partecipazione alle mobilitazioni. In contemporanea Anonymous Guatemala attacava siti di ministeri governativi, della corte costituzionale e della polizia nazionale. Oggi si registrano altri blocchi stradali nella regione di Alta Verapaz. Una delegazione delle autorità dei 48 Cantoni di Totonicapan (regione indigena con una struttura di governo autonoma), insieme ad altri 150 sindaci di municipi indigeni, si stanno dirigendo verso la capitale per chiedere un incontro con rappresentanti del governo. Queste sono le informazioni che stanno diffondendo i media guatemaltechi riguardo alle mobilitazioni che contadini e indigeni di tutto il paese stanno portando avanti per fermare la nuova legge di “Obtencion Vegetales” soprannominata “Legge Monsanto”.

   

Questa nuova legge, denunciano i manifestanti, vuole aprire le porte all'ingresso di semi OGM oltre che a creare un contesto normativo che renda illegali le sementi e le pratiche contadine, così da distruggere la biodiversità e l'agricoltura organica e di piccola scala. Qualsiasi varietà vegetale geneticamente modificata attraverso selezione artificiale, incrocio o alterazione genetica, recita la legge, potrà essere brevettata e la durata del diritto di proprietà intellettuale del suo “autore” avrà validità di 20 o 25 anni, a seconda della specie. Una minaccia alla produzione contadina, ma una grande possibilità di profitto per quelle poche multinazionali che, come Monsanto, gestiscono la produzione di semi transgenici a livello mondiale.

   

Questo episodio non è un caso isolato, ma si inserisce all'interno di un'offensiva che Monsanto sta portando avanti ormai da un decennio in tutta l'America Latina, e non solo, visto i recenti tentativi di incentivare dei cambi normativi anche in Europa come denunciato recentemente dagli attivisti dei centri sociali italiani. Una vicenda che in questi anni ha visto vari paesi latinoamericani, come una delle clausule contenute nei trattati di libero commercio firmati con gli USA, approvare leggi sulla produzione agricola che non solo aprono le strade agli OGM e alla possibilità di monopolizzare il settore da parte di Monsanto e amici, ma trasformano i contadini in delinquenti, rendendo illegali le tradizionali forme di coltivazione, di immagazzinamento e scambio di semi.

   

Un caso paradigmatico di quali sono le reali intenzioni di Monsanto lo si è visto in Colombia, quando nel 2010 è stata approvata la Risoluzione 970 dell'Istituto Colombiano Agropecuario (ICA): si è reso illegale l'immagazzinamento di sementi non certificate, cioè non brevettate e registrate presso questo ente statale. In altre parole, i contadini colombiani che non compravano ogni anno i semi OGM delle grandi multinazionali, ma continuavano a selezionare e ripiantare le proprie sementi stavano agendo fuori dalla legge. E alle parole seguirono i fatti: nell'anno 2010 i funzionari dell'ICA, secondo la stampa colombiana, hanno distrutto un milione di chili di semi ai contadini. Un caso emblematico fu quello di Campoalegre nel 2011, denunciato nel documentario 9.70 di Victoria Solano (guarda il documentario), dove i contadini locali si opposero a questa norma scellerata e si necessitò dell'intervento di reparti della celere per sottrarre dai magazzini 62 tonnellate di semi di riso selezionati per la nuova semina, che furono poi distrutti e sotterrati con delle ruspe.

Come mostra il video seguente:

   

Di fronte a queste politiche della morte in nome del profitto in tutta l'America Latina i contadini hanno lottato in questi anni. In Colombia, per esempio, nel 2013 sono riusciti ad ottenere di annullare quella parte della legge che appunto vietava di immagazzinare le sementi locali. Anche nel caso del Guatemala, le mobilitazioni di questi giorni hanno portato la Corte Costituzionale a sospendere momentaneamente l'entrata in vigore della legge, ma i contadini non si lasciano ingannare e hanno dichiarato che le mobilitazioni non si fermeranno finno all'annullamento completo. In Cile una proposta di legge simile fu cominciata a essere discussa nel 2009, approvata nel 2013, ma poi grazie alle pressioni popolari è stata sospesa quest'anno. In Argentina le mobilitazioni contro la nuova legge sulle sementi, anche là battezzata da tutti come “legge Monsanto”, sono cominciate nel mese scorso.

   

Insomma, da tutte queste notizie che ci giungono dall'America Latina è evidente che le intenzioni di Monsanto e delle multinazionali del transgenico sono dei progetti di morte che, legittimati dalle leggi sulla proprietà intellettuale e nascoste nelle clausole dei vari trattati commerciali internazionali, mettono a rischio la vita stessa, arrivando a legalizzare la distruzuione di alimenti pur di concedere il monopolio commerciale e i profitti. Allo stesso tempo, le mobilitazioni di massa che si stanno dando in questi anni in quella regione del mondo ci mostrano anche che di fronte alle proteste diffuse i governi di turno prima o poi sono costretti a fare dei passi indietro.

  

***AGGIORNAMENTO: Guatemala, giovedi 4 settembre, dopo le giornate di mobilitazione in tutto il paese, mentre gruppi di autorità indigene assediavano il palazzo del governo nella capitale, il parlamento guatemalteco ha fatto una marcia indietro e a maggioranza ha votato l'abrogazione della cosiddetta Legge Monsanto (Ley de Obtencion Vegetales).

Blocchi stradali a Sololà (Guatemala) contro legge Monsanto (tratto da www.prensalibre.com)