Guaidó, l’autoproclamato!

Mentre fuori si svolgeva l’epica scena dell’autoproclamato presidente, il leader dell'opposizione dissidente Luis Parra è stato eletto al vertice dell’Assemblea Nazionale Venezuelana

13 / 1 / 2020

Il colpo di mano di parte dell’opposizione venezuelana che, con l’appoggio dei parlamentari del PSUV, ha preso le redini dell’Assemblea Nazionale Venezuelana, ha costretto l’ex presidente Juan Guaidó a ricorrere nuovamente alla carta dell’autoproclamazione.

Luis Parra, fuoriuscito dal partito Primero Justicia e con accuse di corruzione sulle spalle, è diventato presidente dell’Assemblea Nazionale sfruttando, la messinscena di Juan Guaidó: la spiegazione più plausibile al momento appare quella per cui, il delfino dell’imperialismo yankee, si è accorto di non possedere più una maggioranza reale all’interno dell’Assemblea, motivo per cui avrebbe denunciato, sotto gli occhi attentissimi delle telecamere, il tentativo delle forze armate di non farlo entrare nella sede del Parlamento e un nuovo crimine del regime di Maduro. In realtà, molti video in rete dimostrano il contrario, cioè che le forze armate non hanno mai vietato a Guaidó di entrare in Parlamento, semmai hanno posto il veto verso alcuni parlamentari a lui vicini, inabilitati dal Tribunale Supremo di Giustizia.

Mentre fuori si svolgeva l’epica scena dell’autoproclamato presidente incaricato nel tentativo di scavalcare la recinzione del parlamento, all’interno una fazione dissidente dell’opposizione capeggiata proprio da Luis Parra ne approfittava e, con l’appoggio dei parlamentari di Maduro dava inizio alla votazione per l’elezione della carica di presidente dell’Assemblea per la stagione 2020-21 il cui risultato è stato appunto la nomina di Luis Parra come nuovo presidente.

Di lì a poco, i parlamentari fedeli a Guaidó si sono trasferiti nella sede del giornale di opposizione El Nacional dove hanno svolto una sessione parallela e dove Juan Guaidó è stato proclamato presidente dell’Assemblea. A distanza di giorni, ci sono ancora molti lati oscuri in questa vicenda. Entrambe le fazioni dell’opposizione hanno dichiarato di aver agito secondo la legge citando articoli della Costituzione e la maggioranza ottenuta: 81 su 167 per Parra, 100 per Guaidó. Guardando i dati è evidente che qualcuno non ha raccontato la verità, che resta comunque ancora in dubbio, in quanto nessuno fino ad ora ha presentato le prove di quanto affermato.

La resa dei conti tra Luis Parra e Juan Guaidó è avvenuta due giorni dopo quando si è tenuta la seconda sessione dell’anno dell’Assemblea Nazionale. Entrambi i contendenti avevano annunciato che l’avrebbero presieduta e in effetti, ancora una volta è andata così: la mattina Luis Parra ha aperto la sessione con un lungo discorso sul nuovo corso dell’opposizione che vuole essere più vicina ai problemi concreti dei venezuelani e non divisiva come è stata durante la reggenza di Guaidó. Mentre all’interno la sessione continuava, all’esterno entrava nuovamente in scena Guaidó col suo seguito di giornalisti: provocazioni alle forze armate, urla e proteste e alla fine l’entrata trionfale in Parlamento proprio al termine della sessione “ufficiale”. Guaidó, sempre seguito dalle telecamere, ha anche accennato a un inseguimento a Luis Parra che nel frattempo stava uscendo dalla porta di servizio ma ha preferito poi radunare tutti i suoi deputati e andare a “riprendersi” lo scranno presidenziale dove il suo vicepresidente Juan Pablo Guanipa lo ha nuovamente proclamato presidente dell’Assemblea.

I giorni seguenti tuttavia, è Luis Parra che ha guidato le sessioni dell’Assemblea e che ha preso possesso dell’ufficio della presidenza, mentre Guaidó, che ha in mano i canali social della carica e conta dell’appoggio tra gli altri degli Stati Uniti e della OEA di Almagro, guida un’assemblea parallela ma priva di sede istituzionale e di reale potere politico.

È trascorso un anno dall’inizio dell’offensiva contro Maduro, cominciata con la nomina a presidente dell’Assemblea Nazionale di Juan Guaidó e proseguita con la sua autoproclamazione a presidente incaricato e con il tentativo di utilizzare la protesta e la violenza nelle strade per rovesciare Maduro. Oggi, nonostante le accuse di “golpe parlamentare” che piovono in questi giorni nei confronti di Maduro, l’impressione è che in questo gioco delle parti, Guaidó sia uscito sconfitto, ridimensionato e anche ridicolizzato, l’opposizione tutta divisa e indebolita mentre lo stesso Maduro pare abbia messo a segno un punto importante in vista delle prossime elezioni legislative che si terranno probabilmente il prossimo ottobre e che rinnoveranno completamente la stessa Assemblea Nazionale.