Grève génèrale illimitée: è solo l'inizio…

Un resoconto dei mediattivisti di Globalproject.info presenti a Parigi sulla giornata di sciopero generale di giovedì 5 dicembre

6 / 12 / 2019

Ducentocinquanta manifestazioni in tutta la Francia. Blocchi di snodi centrali, fabbriche, porti, raffinerie, con pesantissimi disagi al sistema di trasporto persone e merci.

Scontri pesanti a Nantes, Lione e soprattutto a Parigi.

Un milione e mezzo di persone mobilitate contro la riforma pensionistica del governo Macron, ma che hanno saputo fin da subito articolare lo sciopero con delle profonde novità, caratterizzate da oltre un anno di mobilitazione dei gilets juanes.

Il blocco, la paralisi del paese, se questo era uno degli obiettivi, sta senza dubbio funzionando: aerei, autobus, treni sono praticamente bloccati. I dati ufficiali danno un adesione dello sciopero nel 70% dei trasporti nazionali e del 90% in quello regionale

La partita è appena iniziata e già quell'illimitée enunciato diventa quasi realtà: lo sciopero è stato esteso fino a lunedì, con una nuova probabile chiamata di piazza su martedì 10 dicembre.

Il tentativo di oscurare l'esperienza gialla di questi mesi, da parte dei media nazionale, e la violenza spropositata e immotivata messa in campo dalla polizia con il chiaro tentativo di impaurire le persone non hanno funzionato: persino i sindacati confederati, preoccupati di perdere la loro base sociale e quel che resta della loro credibilità, hanno dovuto dichiarare di non voler aprire canali di dialogo con la prefettura parigina e hanno dovuto mediare sulle forme di lotta e sullo svolgimento del corteo con le altre realtà che hanno animato la giornata di ieri. É evidente come la diffusione e il consenso che si è creato attorno ai gilet jeunes, alle loro pratiche e alle loro forme di organizzazione sia un elemento con cui qualsiasi altra realtà che si ponga il problema di creare percorsi conflittuali è obbligato a confrontarsi.

L'aver indicato come responsabili delle violenze di piazza solo una certa componente organizzata - i black bloc - non è altro che il classico tentativo della stampa di regime volto a indebolire lo sciopero e le mobilitazioni, nei numeri e nella durata.

La manifestazione più imponente, quella della capitale francese, con una partecipazione eccedente rispetto alle aspettative, ha dimostrato un'intelligenza tattica e strategica straordinaria.

La volontà della piazza era quella di riuscire a terminare il breve corteo autorizzato, ma anche di  determinare le possibilità di una continuità nelle giornate successive, cogliendo fin da subito il fatto che la polizia avrebbe attaccato e provocato il corteo senza motivazione alcuna.

E così è stato: da Place de la Republique bloccata, fino alle numerose cariche a Nation, dove anche gli spezzoni dei sindacati confederati sono stati caricati, la capacità del corteo è stata quella di resistere, avanzare, difendere e contrattaccare dove necessario.

La risposta è stata decisa e non ha rispecchiato le aspettative di Macron: lo sciopero è stato prolungato fino a lunedì per quello che riguarda i trasporti nazionali e addirittura fino al 14 dicembre per quelli regionali: uno scenario molto interessante sul terreno dello scontro sociale, con il governo francese che ha annunciato di volersi prendere 5 giorni per rispondere alle richieste dei manifestanti.

La capacità dei gilets juanes di innervare il tessuto sociale è stata evidente fin da questa primavera, quando “l'effetto giallo” si è riscontrato in numerose mobilitazioni ecologiste e femministe.

Il metodo giallo si da come modello che mette in atto battaglie radicali che rendono effettive le convergenze di lotta dei movimenti ecologisti e la battaglia per la riforma pensionistica, vista da tutti dentro una logica nella quale il modello produttivo con un impatto ambientale alto ha la meglio sulla tutela dei diritti. Le possibilità di convergenza con i movimenti femministi, osservata tanto ieri quanto nella mobilitazione del 23 novembre, indica un'ennesima straordinaria possibilità di avanzamento, indicando l'otto marzo come un ulteriore passaggio strategico.

Fin dal primo giorno di sciopero si è respirato nell'aria piena di lacrimogeni come la battaglia per la riforma pensionistica abbia una posta in gioco altissima, ma che fin dal principio ha avuto la capacità di estendersi a tutte le rivendicazioni avanzate nell'ultimo anno di mobilitazione dei gilet juanes, andando oltre ogni negoziazione possibile.

Prevista per oggi un'assemblea generale per decidere come proseguire le mobilitazioni durante questo week-end ed oltre.

Il blocco è un blocco vero e concreto ed è solo l'inizio…