GRECIA: Alba Dorata: una struttura paramilitare

26 / 10 / 2013

Dopo il blitz della polizia che su mandato della magistratura di Atene ha portato in carcere numerosi militanti e il leader di Alba Dorata, operazione scattata a seguito della morte di un rapper militante di sinistra lo scorso 17 settembre.

La polizia ha avviato le indagini sul partito in merito al suo presunto coinvolgimento in una serie di attacchi violenti, tra cui l’omicidio del rapper, e il massimo tribunale del paese ha accusato lo scorso mese sei deputati di Alba Dorata di appartenere ad una associazione a delinquere e sovversiva, con struttura e addestramento militare, che gode del supporto e della partecipazione di ampi settori delle forze di polizia, soprattutto tra quelle di grado più basso.

Il parlamento greco ha votato una settimana fa in favore del ritiro dell’immunità a sei deputati del partito di estrema destra Alba Dorata, aprendo la strada a ulteriori indagini sul presunto coinvolgimento dei membri del movimento in reati penali, i parlamentari hanno appoggiato con una maggioranza schiacciante la richiesta dei pubblici ministeri di revocare l’immunità a sei deputati di Alba Dorata.

Incredibili le rivelazioni su Alba Dorata presenti nel fascicolo conclusivo delle indagini del sostituto procuratore della Corte Suprema, Charàlambos Vourliòtis. Vourliòtis parla di una struttura e di un addestramento militare dei membri dell’organizzazione, sul modello dell’addestramento delle forze armate.

Secondo lo stesso Vourliòtis  “per Alba Dorata chiunque non appartenga alla comunità della razza è un subumano. A questa categoria appartengono i migranti, i Rom, tutti coloro che non condividono le loro idee, nonché le persone con problemi mentali. La violenza secondo Alba Dorata è il messaggio e non il mezzo per realizzare i propri obiettivi”. Inoltre, dagli anni ’90, “il gruppo è diventato una formazione politica. Da quell’anno si è distinta la parte operativa da quella politica dell’organizzazione, con la prima ad impegnarsi in attività fuori ufficio, cioè attacchi violenti contro chiunque venisse considerato nemico dell’organizzazione. In base allo statuto di Alba Dorata, in cui viene espressamente fatta questa distinzione, entrambe le parti dipendevano dal medesimo gruppo dirigenziale e da un capo assoluto, secondo il dogma hitleriano del Führerprinzip; l’ordine del capo, anche nelle azioni di poca importanza, era sacro e non negoziabile”.

Gli elementi che risultano dalle conclusioni delle indagini sono scioccanti. “Le caratteristiche dell’organizzazione sono la struttura militare e la gerarchia, la violazione della quale può avere delle conseguenze dure, anche disumane e umilianti” riporta Vourliòtis, e aggiunge: “una delle priorità dell’organizzazione è l’addestramento militare dei suoi membri, che avviene a Malakassa, Mandra e Salamina. Per i bisogni dell’organizzazione vengono usate varie armi, che con molta probabilità sono nascoste in posti ignoti”.

Infine, nel rapporto del Procuratore viene sottolineato come “l’odio contro i migranti non sia indiscriminato nei confronti di questa categoria di persone, in quanto in molte occasioni incaricano questi ultimi della vendita di varie merci e intascano parte dei guadagni, offrendo a queste persone la sicurezza di cui hanno bisogno. Gli ordini vengono trasmessi dal capo e ai sottoposti fino alla finale loro realizzazione “.

Tra l’altro, come risulta dal fascicolo di accusa, Alba Dorata dispone di armi pesanti, nascoste in varie parti dell’Attica.

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