Lo torturarono, gli spezzarono le dita, lo uccisero

Gli assassini di Victor Jara

40 anni dopo sono stati arrestati 8 ex ufficiali dell'esercito cileno

2 / 1 / 2013

Un giudice cileno ha ordinato l’arresto di 8 ex militari con l’accusa di aver torturato e assassinato Victor Jara, grande e popolare cantante folk rapito e assassinato pochi giorni dopo il colpo di stato miliare del 1973. Due dei militari, uno dei quali vive negli Stati Uniti ed è stato raggiunto da un mandato di cattura internazionale, sono accusati di aver eseguito materialmente l’omicidio, mentre altri sei sono accusati di complicità.

Jara venne assassinato nel settembre del 1973, dopo che era stato arrestato e imprigionato nello stadio di Santiago che oggi porta il suo nome, insieme ad altre migliaia di persone. Il giorno precedente al suo arresto, l’11 settembre, l’esercito cileno, con l’appoggio della CIA, aveva organizzato un colpo di stato contro il governo del leader socialista Salvator Allende.

La Moneda, il palazzo presidenziale della capitale, venne bombardato e preso d’assalto dopo che Allende aveva rifiutato di dimettersi. Allende fu ritrovato morto nel suo ufficio e ci sono ancora numerose controversie per stabilire se venne assassinato o se si suicidò prima di essere catturato, come sostiene la versione ufficiale. Alla guida del paese si insediò il generale Augusto Pinochet che governò fino al 1981. Nel 1992, in una stazione di polizia di Asunción, in Paraguay, vennero ritrovati gli Archivi del Terrore, una serie di documenti che dimostravano la complicità di Pinochet e di molte altre giunte militari sudamericane in un’operazione segreta per rapire e uccidere dissidenti politici in tutto il mondo.

Il giorno dopo il golpe, l’esercito cominciò ad arrestare dissendenti, attivisti di sinistra e altre persone ritenute pericolose. Tra questi c’era anche Victor Jara, uno dei cantautori più famosi del paese. Jara era membro del partito comunista e aveva appoggiato la campagna elettorale di Allende nel 1970, facendo propaganda e suonando gratuitamente in numerosi concerti. Il 12 settembre venne riconosciuto tra gli altri prigionieri e condotto negli spogliatoi dello stadio, dove gli ufficiali dell’esercito e del ministero degli interni conducevano gli interrogatori.

Il 16 settembre tutti i prigionieri vennero trasferiti in un secondo stadio. Anche qui Jara venne separato dal resto del gruppo e condotto nei sotterranei, insieme ad altre quattro persone. Il suo corpo venne ritrovato pochi giorni dopo, vicino a un binario ferroviario nei pressi del cimitero di Santiago. Aveva i segni di numerose percosse e le dita delle mani erano state tutte fratturate. Il medico che condusse l’autopsia trovò sul cadavere 44 colpi di arma da fuoco.

Tratto da:

victor jara