Gilets Jaunes atto II: l'assedio dell'Eliseo.

Violenti scontri sugli Champs Elysées nel giorno in cui la protesta giunge a Parigi. Nella capitale previsto anche il corteo dei movimenti femministi.

24 / 11 / 2018

Arriva a Parigi la protesta dei “gilet jaunes”. Lo scorso 17 Novembre una mobilitazione nazionale imprevista ha tinto di giallo strade e autostrade in Francia: più di 2000 blocchi contro il governo in risposta al caro carburanti. Mentre Macron mantiene la linea nonostante i quasi 300mila manifestanti scesi in piazza venerdì scorso, il movimento cresce, i blocchi si moltiplicano, una diffusione di ribellione che è diventata virale e sembra non arrestarsi.

C’è stata soltanto una tregua dai blocchi, ieri notte e questa mattina, per permettere a tutti e tutte di raggiungere Parigi e assediare l’Eliseo. Ai manifestanti era stato concesso solamente il prco dello champs de Mers, ma già ieri avevano chiaramente annunciato che avrebbero sfilato sugli Champs Elysées. Proprio qui, a partire dalla tarda mattinata, sono iniziati i primi scontri, che nel corso delle ore stanno aumentando di intensità. La polizia ha affrontato i manifestanti con idranti e lacrimogeni; questi hanno risposto con lanci di sanpietrini e barricate. Nelle stesse ore stanno avvenendo blocchi sempre più massicci in Alta Savoia, verso il confine con l’Italia

Sul piano politico la composizione sociale e politica della rivolta appare ancora liquida. In un comunicato ufficiale condiviso da Eric Drouet, uno dei trasportatori che ha lanciato la mobilitazione, largamente condiviso sul web, il movimento ha dichiarato di opporsi ad ogni forma di discriminazione razziale o sessuale, rivendicando autonomia dalle forze politiche e sindacali che in queste ore hanno cercato di catturarne le istanze, in particolare «nazionaliste» e «fasciste». 
In generale l’opposizione al governo è ribadita con forza: le misure del caro-carburanti sono spesso situate in un quadro sistemico di ingiustizia fiscale, distruzione dello stato sociale, repressione poliziesca e inadeguatezza delle riforme per l’ecologia.

Sul piano enunciativo, insomma, le parole d’ordine del movimento sembrano ben sottrarre la rivendicazione di giustizia sociale al nazionalismo bianco e anti-ecologico cui molti destinavano inesorabilmente i gilets gialli : ad una settimana dal lancio della mobilitazione, invece, le linee di soggettivazione continuano ad essere incerte.

Una partita ancora molto aperta, come la giornata di oggi sta dimostrando. Non è escluso che le proteste dei gilet jaunes possano intrecciarsi oggi con un’altra mobilitazione, quella indetta dai movimenti femministi nella giornata mondiale contro la violenza di genere (leggi l’appello di Nous Aussi tradotto in italiano).