Genocidio in Perù: La sanguinosa eredità di Bush nella Dittatura di Alan Garcia

Basi militari degli Stati Uniti in Perù; della DEA in Amazzonia; i finanziamenti di USAID; il saccheggio delle risorse del Paese. Questa è la coda che ha lasciato George Bush in Perù, per far strada a un sanguinoso ultra-neoliberismo promosso da un sottomesso e corrotto governo guidato da Alan Garcia.

13 / 6 / 2009

Il neoliberalismo é un modello sterile e una guerra contro i popoli, per l'aumento dello sfruttamento e super-sfruttamento delle risorse e la fine del ruolo dell'apparato pubblico per lasciar spazio al controllo delle società economiche negli stati e per sopprimere le economie locali. Questo é Peru', un asse del male installato dall'imperialismo neoliberale diffuso ineccepibilmente nell'amministrazione Bush e che continua ad avere suoi colpi di coda contro i diritti dell'uomo e contro l'ambiente. La maggior parte di questo modello di sviluppo, l'ultra neoliberalismo, e' diffuso in Sud America in paesi come il Cile, che lo ha iniziato, poi la Colombia e naturalmente il Peru', ultimo degli esperimenti estremi.

Fujimori ha fatto il lavoro di "pulizia" per l'istallazione del germe neoliberale. Toledo lo ha sostenuto e Garcia lo espande e cerca di consolidarlo a costo di abusi, arbitrarietà, illegalità e di corruzione

In un sistema realmente democratico i poteri dello stato dovrebbero funzionare, la partecipazione esistere e gli ideali di libertà, giustizia, uguaglianza non essere puramente retorica. Tuttavia, il Governo di Alan Garcia assume facoltà legislative come lo fa un governo di fatto, superando la Costituzione e il proprio Parlamento della Repubblica. Oggi questo modo di fare significa l'imposizione di decreti legislativi che mirano alla distruzione sistematica della vita comunitaria, il trasferimento di terre per interesse di gruppi economici, piccoli fondi, micro-lotti insufficienti per la sussistenza, emigrazione, riunioni per industrie estrattive e super-sfruttamento di beni naturali da parte di potenti gruppi economici; e una violenta repressione statale, criminalizzazione e condanna delle proteste sociali per controllare qualsiasi denuncia che invochi la difesa della terra e i diritti collettivi da parte degli indigeni.

Stato di emergenza, di assedio e coprifuoco, sono altre delle pratiche messe in atto da Alan Garcia per far fronte alla protesta sociale, reprimendo e facendo sparire qualsiasi meccanismo che assicuri il diritto alla partecipazione e, naturalmente, il l'onda repressiva e la smobilitazione.

Decine di assassinii, centinaia di giudicati e carcerati per proteste sociali, principalmente contadini e indigeni, sono alcuni dei conti lasciati dal Governo di Alan Garcia che indubbiamente, assieme a quello di Uribe di Colombia, sono considerati come dei più violenti e genocidi della regione.

Un altro aspetto dei governi di fatto neoliberali, sono l'alto indice di corruzione e sottomissione agli interessi delle Corporazioni economiche. Tutte le dittature nel continente si sono caratterizzate per questo. Il compiacimento, quello in vestito e cravatta e/o uniforme, tenuto in punta di cannone e fuoco, per permettere il saccheggio dei beni comuni di un Paese.

In effetti, uno dei tanti scandali che ha dovuto affrontare il governo Peruviano, é quello chiamato “Petro Audios” che implica alti funzionari dell'esecutivo per ricevere tangenti in cambio del rilascio di concessioni a certe imprese che avrebbero ottenuto il controllo di alcuni lotti petroliferi. Il Presidente ha cercato di prenderne le distanze, ma c'è una responsabilità politica inoccultabile. Perù Petro e il Ministero dell'Energia sono corrotti con il denaro delle grandi imprese transazionali e che ha portato alle dimissioni del Ministro, che tra l'altro, nelle ultime registrazioni rese note da alcuni media, riguardano proprio Alan(1).

Quasi come aneddoto è il messaggio che appare nello supposto ente pubblico “Perù Petro”, che dice: “Perù, un paese per investire” o meglio, la promozione per definire Perù come un paese petrolifero. Perù Petro è l'impresa statale dipendente dal Ministero dell'energia che è giudice e parte interessata nella concessione dei lotti petroliferi. Negozia direttamente con le transnazionali e poi è quella che, dopo l'iter previsto per le concessioni, decide se rilasciarle o no, cosa che è un'assurdità e il cui ruolo ha messo in evidenza recentemente il livelli di corruzione a cui si può arrivare con questo tipo di politica, fuori da ogni etica e legittimità.

Un'altra referenza in relazione all'investimento straniero, è quella che sostiene commercialmente Alan Garcia per l'investimento con il potente gruppo economico del Chile CMPC (Gruppo Matte) per il suo trasferimento in Perù, gruppo molto vicino alla dittatura di Pinochet, indicato inoltre di essere stato uno degli istigatori del Colpo di Stato in questo Paese assieme all'impresario Edward e alla CIA. In effetti è stato uno dei gruppi economici più beneficiati durante il regime militare ed è stato accusato ultimamente di mantenere relazioni con imprese esterne di sicurezza che proteggono i suoi interessi, composte da ex militari che sarebbero stati vincolati alla CNI (Central Nacional de Inteligencia del Gobierno de Pinochet) e che oggi agirebbero come sicari o mercenari. L'obiettivo di detta impresa, unitamente al gruppo economico peruviano “Romero” é l'Amazzonia, per fini di bio combustibili e industria forestale. (2).

Le operazioni statunitensi dell'amministrazione BUSH in Perù

La prassi della repressione ai movimenti sociali e forme di diffusione di informazione in Peru' per difendere gli interessi delle corporazioni non é isolata. Molte di esse si incrociano con l'ingerenza che ha avuto l'amministrazione del ex presidente degli stati uniti George W.Bush e che continuano a ripetersi a tutt'oggi.

Nel giugno del 2008 il Presidente di Bolivia Evo Morales denunciava il pericolo delle basi militari degli USA in Perù e segnalava alla stampa: “Alcuni imperi cercano di umiliarci (...) e con la scusa della lotta contro il terrorismo, con il pretesto della lotta contro il narcotraffico (...) vogliono mettere basi militari” in paesi sudamericani, ha confermato Morales in un incontro (3), cosa che fu smentita e duramente criticata dall'amministrazione di Alan Garcia.

Nel merito, sono molte le attività che hanno avuto unita' militari degli stati uniti in terra del Perù. Una delle ultime quella dei 213 soldati delle Forze Armate degli Stati Uniti, per partecipare ad esercitazioni compresi nel programma di addestramento congiunto con milizia peruviana denominato “Nuevos Horizontes”, realizzato nella selva ayacuchana, come disposto dalla risoluzione Ministeriale 705-2008-DE/SG, che precisa che il personale militare nordamericano resterà nel territorio peruviano fra il 12 di luglio e il 15 settembre 2008, per motivi di “azione civile umanitaria” nella regione Ayacucho.

Nelle seguenti date il Ministro della Difesa emana le seguenti autorizzazioni nel secondo semestre 2008 (4):

20 de junio-RM –Nº 606-2008/DE/SG ……… 158 militari “senza armi”

27 de junio- RM-Nº 636-2008/DE/SG......…………..27 militari “senza armi”

11de julio- RM-Nº 705-2008/DE/SG………………..213 militari “senza armi”

Un altro caso, nella regione di Ucayali, Amazonia del Peru', dove si trovala base principale dell'Agenzia Antidroga degli Stati Uniti (DEA), con numerose squadre, funzionari, uffici, elicotteri, istruttori e colpisce che ufficiali dell'esercito peruviano “mascheratamente” prestino servizi attivi all'organismo statunitense. Non é un mistero neanche il livello di relazione che ha avuto detto organismo con la Central de Intelligencia (CIA) non solo per la lotta contro la droga, ma contro i movimenti sociali in differenti Paesi dove siano presenti gli interessi di grandi compagnie per eseguire progetti di industrie estrattive di minerali e idrocarburi.

Un altro imminente intervento che è diventato un segreto, nonostante che sempre il governo abbia negato in ogni modo le possibilità dell'istallazione di una base militare statunitense, è stato quello che ha denunciato il quotidiano 'La Primera' che nel 2008 ha avuto accesso a un documento officiale che attesta che il Ministero della Difesa ha coordinato con l'ex comandante generale dell'Esercito, Edwin Donayre, su richiesta degli Stati Uniti d'America, la costruzione di un “Centro de Operaciones y Inteligencia Conjunto” nella base di Pichari nella Valle de los Rios Apurimac Y Ene (VRAE). E' da segnalare che “mediante il documento 058VPD/A/SEC, datato il 10 marzo 2008, la vice ministra della Politica per la Difesa, Nuria Esparch Fernández, rende noto a Donayre che il ministero del settore ha coordinato con il Comando Sud, per mezzo del 'Gruppo Consultivo e di Aiuto Militare' degli stati Uniti d'America, il progetto di costruzione di un 'Centro di assistenza medica' e di un 'Centro de Operaciones e Inteligencia Conjunto' nel territorio dove si trova stazionato l'esercito a Pichari”. Pichari è un paese ubicato nel settore orientale delle Ande del Perù, vicino al paese di Siva ai margini della regione Ayacucho, vicino al fiume Apurimac.

Un altro fatto conosciuto, è la gestione del trasferimento della base militare statunitense da Manta a Loretos, in Amazzonia, che secondo le informazioni ufficiali si tratterebbe di un'operazione di “cooperazione bilaterale in zona come assistenza umanitaria, prevenzione di disastri e operazioni di pace, quali gli sforzi antidroga dei due paesi”. E' stata la seconda visita effettuata dall'ammiraglio Stradridis in Perù, da quando nell'ottobre del 2006 ha assunto la nomina di capo del Comando Sud.

Lo specialista in argomenti di droga e ricercatore del transnational Institute (TNI) con sede in Olanda, Ricardo Soberon, ha detto in merito: “esiste l'intento di ubicare un centro di coordinazione in una zona strategica dell'Amazzonia, ma il problema è che quando i nord americani parlano di coordinazione è che stanno pensando a qualcosa di polivalente”.

Secondo Soberon l'istallazione di questo centro in Perù è strategico dal punto di vista militare statunitense perché mente la base di Manta era strategica per la vicinanza alla Colombia e la cosiddetta guerriglia, a Loreto si ha una equidistanza rispetto i tre nuclei della politica alternativa che ci sono in questo momento nel continente: Caracas, Quito e La Paz.

Nel sociale, è scandaloso il livello di ingerenza dell'Agenzia Internazionale per lo Sviluppo, meglio conosciuta come USAID e l'azione occulta della CIA in ognuno dei paesi 'sottosviluppati' dove agisce. Solo come esempio quello che è successo in Bolivia, dove USAID operava dalla località di Santa Cruz cercando il rovesciamento del governo di Evo morales, finanziando complotto e sommossa attraverso organismi privati. (7)

In Perù, così come in diversi posti, USAID con la politica di 'retroazione' ha utilizzato diverse istituzioni soprattutto private per perseguire i suoi scopi canalizzando denaro senza darlo troppo a vedere: Fondazioni, Ong, Corporazioni, Società, Associazioni, qualcuna, forse, lavorando in buona fede, ricevono finanziamenti da questo organismo per realizzare diversi progetti sociali, principalmente rurali, da dove si diffondono informazioni che riguardano zone interessate dall'industria estrattiva ed energetica; leader sociali (“nemici interni”) in zone di conflitto o resistenza sociale (da dove si interviene per far fallire le proteste sociali e quindi la smobilitazione); rilevazioni topografiche e sistemi di informazione geografica (SIG); “sostegno” a comunità per interferire nella politica (neutralizzazioni di basi); iniziative per la conservazione Amazzonica-Andina, i cui risultati sono recepiti da questo organismo attraverso comunicazioni, riunioni o pubblicazioni di conclusioni di progetti a quelli che si prestano e che sono stati “uomini chiave”, in particolar modo durante l'amministrazione Bush.

Barack Obama, attuale Presidente degli Stati Uniti, è stato uno dei principali oppositori che ha avuto Bush e ha dichiarato che si impegnerà per terminare i genocidi nei vari paesi e per cambiamenti radicali in materia di scelte ambientali e diritti umani, per questo, si rende indispensabile che di fronte al genocidio che si vive in Perù contro il popoli indigeni e la complicità che ha avuto con questi eventi il suo predecessore con la pianificazione repressiva, dovrebbe fare una verifica completa degli attuali “operatori” che ancora permangono in questo paese sudamericano e dei programmi che persistono, altrimenti significherebbe continuare la complicità.

Amazzonia in Perù: fra saccheggio e genocidio

Quello che è successo a Bagua, con la violenta repressione delle forze speciali della polizia chiamata DINOES e la strage di decine di indigeni che bloccavano una strada strategica per il trasporto del “crudo” (petrolio grezzo) come forma di protesta per la difesa dei propri diritti collettivi di fronte alle arbitrarietà del Governo, fa parte della politica statale per salvaguardare gli interessi delle corporazioni economiche.

Negli ultimi tempi le organizzazioni indigene dell'Amazzonia hanno diffuso diversi comunicati di allerta e di emergenza per le atrocità e oltraggio sistematico ai propri Diritti Umani di Popoli Indigeni, come conseguenza delle politiche, azioni e omissioni dello Stato peruviano che hanno causato l'assalto dei killer dei boschi (tagliatori di legna) e gruppi economici petroliferi che continuano devastando i loro territori e attentando ai diritti fondamentali delle comunità, nonché minacciando e attentando alla vita delle persone, soprattutto dei liders.

La situazione che hanno di fronte i Popoli Indigeni in tutto il Perù è grave e scandalosa, infrange gravemente i Diritti Indigeni stabiliti nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni, approvata dal Perù e la Convenzione della OIT n°169, trattato internazionale di tipo costituzionale, come pure i diversi patti e trattati internazionali in generale, relativi ai Diritti Umani. In Amazzonia la situazione si sta aggravando per il saccheggio che si sta attuando.

I territori dentro i limiti di frontiera dello stato peruviano comprendono il bosco dell'Amazzonia condiviso con altri paesi, che solamente per la parte peruviana supera la dimensione di 75 milioni di ettari, con una ricchezza unica di biodiversità ed ecosistemi.

Senz'altro il panorama che si trova è grave e critico, conseguenza del conflitto ambientale delle industrie petrolifere, controllate da imprese transnazionali, alle quali lo Stato peruviano ha concesso lotti che includono circa il 75 % di tutta la selva amazzonica; parte di queste concessioni si trovano in fase di sfruttamento, esplorazione o negoziazione, per un totale di 55 milioni di ettari (8), molte delle quali riguardano terre delle comunità, senza che venga preso in considerazione il Diritto alla consultazione o all'approvazione preventiva, libera e informata. Si trovano anche popoli indigeni in isolamento volontario che non sono riconosciuti dal governo e impresari. Il Presidente della República, Alan García, attraverso una lettera del 2007 pubblicizzata come “La sindrome del cane dell'ortolano” li indicava come “scollegati” e come invenzioni dei sostenitori dell'ambiente (9).

Gli indigeni in isolamento volontario sono popoli che vivono in gran parte dell'estensione della conca amazzonica che da secoli preferiscono la vita isolata evitando il contatto con estranei, comprendendo e evidenziando il grave pericolo che corrono a essere contagiati da qualche malattia per la quale non hanno difese o di fronte al pericolo di essere ammazzati dai tagliatori abusivi di boschi e dall'assalto delle imprese petrolifere.

Nei territori dell'Amazzonia esistono casi gravi di contaminazione, saccheggio e distruzione. Uno di questi è stato lo scarico di inquinanti dal 2006 nei fiumi alto amazonas e rio corrientes, con danni a tutto l'ecosistema del posto e la contaminazione di più di 8000 persone indigene, la maggior parte Achuar. Le conseguenze che si stanno manifestando a causa di queste infiltrazioni di idrocarburi e scarico di acqua salata di lavorazione nel fiume e nei suoi affluenti, fatte dall'impresa transnazionale Pluspetrol, sono casi di intossicazione del sangue, malattie alle ossa e al sistema nervoso, disturbi dovuti alla presenza negli organi di metalli pesanti come piombo e cadmio.

Questi “incidenti” si sono verificati in diversi parti dell'Amazzonia. Adesso sono più di 25 le imprese transnazionali che si trovano nella selva per prove di esplorazione o di estrazione di greggio, alle quali di uniscono l'assalto dell'industria dei bio combustibili da olio di palma o di pino, disastrose per la loro monocoltura, distruzione e reimpianto di boschi nativi o aree agricole.

Natura, sovranità popolare e alimentare

Quello che è in gioco sono gli ecosistemi unici, economie e sicurezza alimentare e la sovranità dei popoli e di un Paese. Pensando ad attività turistiche e sicurezza alimentare, si potrebbe dare un gran supporto all'economia locale e in diversi posti del pianeta dove c'è fame. Il turismo, la gran varietà di alimenti di frutti che ha l'Amazzonia, invece che essere potenziate sono state rimpiazzate da attività petrolifere, del legno e da biocombustibili. Un gran disastro e tanta propaganda, essendo gli unici beneficiati le grandi corporazioni.

Uno dei danni della contaminazione o super sfruttamento dei beni naturali e che modificano le forme di produzione locali e tradizionali, è la perdita di questa sovranità e sicurezza alimentare, diritti fondamentali per combattere la carestia e l'aumento del costo della vita, cosa che, come già detto, non solo porterebbe beneficio al Perù, ma a tutta l'umanità. Questi territori sono molto importanti per la ricchezza alimentare e la biodiversità, vitali per l'esistenza del pianeta, soprattutto per l'emergenza che attualmente vive l'umanità in conseguenza del riscaldamento globale, per le sue fonti di acqua e grandi estensioni di bosco fonte di ossigeno; indubbiamente il neoliberismo di Alan Garcia continua nella distruzione e nella morte, ma, per quanto si può constatare, la resistenza continuerà e anche la speranza di un profondo cambio. Per primi devono venire i diritti.

* Un contributo di Alfredo Seguel, attivista della 'Red Autonoma di Comunicacion' e del 'Grupo de Trabajo por Derechos Colectivos'.

(1) Petro Audios:

Los Nuevos Petro Audios – Utero de Marita: http://utero.pe/2009/01/27/los-nuevos-petroaudios/

Audio que involucra a Alan García: http://www.youtube.com/watch?v=Ku07JFLkmTI

Petroaudios – Voz - Video: http://www.youtube.com/watch?v=gXRbn9L3Mhc

(2) CMPC, la llegada a Perú y su cuestionamiento en Chile / Leer Más: http://www.periodistadigital.com/ultima_hora/object.php?o=899896 / http://argentina.indymedia.org/mail.php?id=610658&comments=yes / http://www.mapuexpress.net/?act=news&id=2424

(3) Evo Morales: “Estados Unidos instalará sus bases militares en Perú” / Leer Más: http://www.aporrea.org/internacionales/n116171.html

(4) Los enlaces Militares de Estados Unidos en Perú: http://alainet.org/active/25619?=es

(5) Ver: Centro de Operaciones e Inteligencia USA en VRAE / Leer Más: http://www.diariolaprimeraperu.com/online/politica/centro-de-operaciones-e-inteligencia-usa-en-vrae_36734.html

(6) EE.UU. trasladará base militar de Manta a Loretos Perú / Leer Más: http://www.no-bases.org/show_news/ee_uu_trasladara_base_militar_de_manta_al_peru

(7) La USAID y los proyectos separatistas en Bolivia – Leer Más: http://www.boliviaenvideos.com/2009/05/la-usaid-y-los-proyectos-separatistas.html / Ver documentos desclasificados en su formato original y en español – Leer Más: http://www.jeremybigwood.net/BO/2008-USAID

(8) 22 Lotes petroleros están en proceso de selección a cargo de: Petro Perú – Ver Presentación de la "Empresa" Estatal:

http://www.perupetro.com.pe/downloads/Lanzamiento%20Bases%20PS%202008%20junio-061008.ppt

(9) Síndrome del Perro Hortelano (Alan García) - http://www.elcomercio.com.pe/edicionimpresa/html/2007-10-28/el_sindrome_del_perro_del_hort.html

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