Il governo egiziano, formalmente pro palestina, di fatto è uno degli stati arabi tra i maggiori artefici del blocco della Striscia di Gaza. L'apertura e la chiusura del Valico di Rafah viene usata politicamente come strumento per regolare l'opposizione e i rapporti con i fratelli musulmani (fratelli di hamas) in Egitto. L'approvvigionamento di viveri alla Striscia arriva con molta fatica tramite i tunnel sotterranei e per far passare cibo, medici e altro bisogna pagare delle tangenti.
In questi giorni la situazione si è fatta tesa con la discussa decisione del governo di Mubarak di costruire un muro d'acciaio al confine tra Egitto e Gaza. Centinaia di attivisti pacifisti internazionali sono stati bloccati Al Cairo dal governo egiziano che non li ha autorizzati a entrare nella Striscia. Sembra impossibile manifestare dissenso, in tutto il paese il livello di repressione è altissimo mentre la popolazione sta facendo i conti anche con i pesanti effetti della crisi economica che sta impattando il Medio Oriente.
Abbiamo raggiunto Elsayed, dell'Associazione Città Migrante di Reggio Emilia, che in questi giorni si trova ad Alessandria D'Egitto.