Gaza: escalation di violenza dopo l’uccisione del leader della Jihad Islamica. C’è il rischio di una nuova grande operazione militare

Intervista di Dario Fichera (Ass. Ya Basta! Êdî Bese!) a Michele Giorgio

12 / 11 / 2019

All’alba di stamattina Israele ha colpito la casa di Baha Abu al-At, leader della Jihad Islamica nella Striscia di Gaza, uccidendo nel raid lui e la moglie. Subito dopo il funerale del jihadista, una serie di razzi sono partiti da Gaza in direzione di Israele e molti di questi sono riusciti a colpire le colonie a sud di Tel Aviv e persino la capitale stessa, eludendo il controllo del sistema antimissilistico “Iron Dome” e seminando il panico.

Per ironia della sorte, sembra che uno di questi razzi abbia preso una traiettoria inaspettata e sia finito, invece, su un edificio abitativo della Striscia ferendo 7 civili. Israele ha chiuso i valichi di attraversamento civili e commerciali con Gaza.

Il governo di Israele, che aveva già annunciato nei giorni scorsi di voler trovare una soluzione militare al lancio di razzi avvenuti nelle ultime settimane i cui responsabili sono stati identificati proprio con i jihadisti di Abu al-At, adesso sembra pronto a lanciare una nuova offensiva sull’enclave palestinese sotto assedio da 12 anni e già martoriato da 3 grandi offensive militari, che hanno causato migliaia di morti e feriti tra i civili.

Mentre scrivo, arriva la notizia del bombardamento, da parte dell’IOF, su una scuola UNRWA. Non si conoscono i dettagli sul numero di vittime o feriti.

Per capire meglio cosa stia accadendo a Gaza nelle ultime ore, abbiamo intervistato Michele Giorgio, inviato de “Il Manifesto” in Medio Oriente.

Michele, chi era Baha Abu al-At e come mai Israele ha deciso di colpirlo proprio adesso?

Di Baha Abu al-At non si conosceva molto, chiaramente, perché era il leader militare della Jihad Islamica a Gaza e quindi tutte le sue attività e la sua vita erano assolutamente segrete per per tutti, ma evidentemente non per i servizi segreti israeliani che lo hanno colpito, probabilmente con l'aiuto di collaborazionisti locali, hanno individuato il suo appartamento e lo hanno centrato in piena notte, uccidendo lui e la moglie. Tra l'altro sarebbe avvenuto contemporaneamente un attacco anche a Damasco contro un altro comandante militare della Jihad, che vive nella capitale siriana, e in quel caso Akram al Ajouri, questo è il nome, non è stato ucciso, ma sarebbe rimasto ucciso in questo attacco il figlio e pare anche la moglie del figlio. Ma le notizie dalla capitale siriana sono imprecise in questo momento e quindi vanno confermate.

Perché colpire Baha Abu al-At in questo momento? Secondo la versione ufficiale israeliana, la Jihad Islamica è un'organizzazione che agisce su Istruzione dell’Iran, grande nemico di Israele. Pertanto, almeno secondo la versione ufficiale israeliana, questo comandante militare sarebbe stato dietro agli occasionali lanci di razzi da Gaza che sono avvenute nelle ultime ultime settimane. Questa, ripeto, è la versione di Israele; quindi andava eliminato in questo momento, insieme all’altro comandante a Damasco.

Pensi che possa essere l’inizio di una nuova offensiva massiccia su Gaza? Il primo ministro Netanyahu ha già fatto delle dichiarazioni in merito? E, proprio riguardo a Netanyahu: potrebbe essere un’ultima disperata mossa del leader del Likud per guadagnare consensi, alla luce dei risultati deludenti delle elezioni dello scorso settembre?

Naturalmente i dubbi che questa operazione militare, che di certo è stata preparata da lungo tempo  non è stata improvvisata nelle ultime ore, e le sue conseguenze possono avere anche un impatto sulla politica israeliana. Questo lo dicono i palestinesi, ma tra le righe lo fanno capire anche gli israeliani; perché il primo ministro uscente Benjamin Netanyahu, al potere ininterrottamente da oltre 10 anni, ha perso le ultime elezioni e soprattutto ha fallito l'incarico di formare un nuovo governo. Tant’ è vero che il capo dello stato ha affidato l'incarico ad un altro leader politico israeliano, Benny Gantz, che tra l'altro è stato il Capo di Stato Maggiore durante l'attacco israeliano su Gaza del 2014. In pratica si dice che in Netanyahu, di fronte alla prospettiva sempre più concreta di venire escluso dalla politica israeliana, dalla gestione del governo, avrebbe deciso proprio adesso di lanciare quest'operazione per rimescolare un po' tutte le carte. È una versione che si racconta nelle strade, non è una versione ufficiale, però il sospetto è forte perché tutti sanno che eliminando il comandante militare della Jihad ed attaccando Gaza è chiaro che ci sarebbe stata una risposta. Risposta alla quale Israele potrebbe far seguire addirittura un'operazione militare di terra contro Gaza, quindi una nuova guerra come quella di 5 anni fa, come l'operazione margine protettivo, con tutte le conseguenze che ben conosciamo.

Immagine di copertina: la scuola UNRWA colpita dall’aviazione israeliana.