Fukushima come Chernobyl

7 / 4 / 2011

Prima di Fukushima evocare Chernobyl sembrava d'antan. Ora non più. Il fantasma del disastro di Chernobyl si è purtroppo materializzato in modo drammatico a Fukushima, in Giappone. Anche il ritornello scaramantico che ripeteva che l'incidente in Giappone non sarebbe arrivato alla gravità di Chernobyl ormai suona ridicolo. Un articolo di Alfiero Grandi, tratto da: Comitato Vota Sì Fermiamo il nucleare.

La scala degli incidenti è stata salita praticamente tutta da quello di Fukushima e ormai la sua gravità è vicinissima se non già come quella di Chernobyl. Già ora i danni sulla salute e sull'ambiente a Fukushima sono terribili e purtroppo in gran parte ancora ignoti. Anche perché l'incidente nucleare alla centrale di Fukushima non è ancora stato risolto.

Le preoccupazioni non sono solo del Giappone ma anche della Cina e degli altri paesi più vicini che temono di essere coinvolti sia da nubi radioattive sprigionati da Fukushima che dal mare. Le continua bugie sulla gravità dell'incidente hanno creato un comprensibile clima di sospetto in Giappone e fuori.
Una tragedia come questa, che ha fatto e farà vittime, lascia sconvolti e purtroppo non possiamo ancora parlarne al passato come se fosse ormai risolto, concluso.
Rubbia - giustamente - ha invitato tutti alla prudenza e ad aspettare prima di chiudere il giudizio sull'incidente perchè ancora oggi nessuno sa bene come risolverlo.

L'origine dell'incidente è naturale? Niente affatto. Sono eventi naturali - purtroppo non prevedibili - i terremoti e lo tsunami, ma non lo è la costruzione di una centrale nucleare che è una scelta dell'uomo che può e deve essere evitata, tanto più in condizioni di rischi naturali. 

Quindi all'origine dell'incidente non c'è tanto un evento naturale imprevedibile ma l'imprudenza di una scelta umana improvvida che ha usato una tecnologia pericolosa come il nucleare.
La verità è che gli incidenti sono calcolati come probabilità, ma non viene considerato il principio di precauzione che consiglia di non correre rischi incontrollati e incontrollabili.

Qualcuno in Italia ancora insiste con il nucleare, malgrado l'evidenza di Fukushima, che tanto abbiamo le centrali nucleari a 200 chilometri dal confine italiano, fingendo di dimenticare che più si è distanti dalle centrali e minori sono i rischi. Sia in caso di incidente, sia nel corso del normale funzionamento delle centrali. Occorre ricordare che l'area evacuata in Giappone è di 30 chilometri attorno alla centrale di Fukushima e che la distanza dall'incidente è una tutela importante per le conseguenze sulle persone.

Avere una distanza di centinaia di chilometri dalle centrali nucleari e per di più le Alpi a parziale protezione è un vantaggio non disprezzabile per tutelare la salute e l'ambiente. Una notizia poco nota è che l'Agenzia per la sicurezza francese ha affermato in un'audizione all'Assemblea nazionale che ritiene utile una pausa sul nucleare e che questa dovrà riguardare anzitutto il reattore Epr che si sta costruendo a Flamanville in Francia, che è lo stesso tipo di impianto che il Governo vorrebbe fare costruire in Italia.
Quindi non è vero che gli incidenti nei nuovi reattori nucleari Epr non sono possibili, come aveva affermato imprudentemente il prof Veronesi, che ora con una piroetta a 180 gradi, ammette che la sicurezza delle centrali è un problema su cui riflettere ulteriormente. Rubbia è stato lapidario sulle generazioni delle centrali, ha parlato di cosmesi. Il nucleare è una tecnologia che non è esente da rischi, anche quella più recente.

Per quanto raro l'incidente può accadere. Anche se poi tanto raro non è se è vero che in Francia 750 all'anno di cui il 10 % considerati più seri, per fortuna senza arrivare a Fukushima. Poi ci sono le menzogne, il non detto. Tepco ha mentito anche al Governo giapponese.

Anche in Francia ora escono documenti sull'inondazione della centrale di Blayais, nei pressi di Bordeaux, nel 1999, dove la diga di protezione è stata travolta, malgrado fosse stato chiesto di alzarla. Troppe volte sui danni alle persone e all'ambiente non ci sono state indagini adeguate sulle conseguenze degli incidenti.
Menzogne, sottovalutazioni, ecc. sono costitutive di tecnologie che sono patrimonio di una piccolissima elitès che ritiene di essere investita del potere divino di decisione sulla testa delle persone.

E' giunto il momento di pretendere verità sulle conseguenze del nucleare sulla salute, sull'ambiente, compresa la catena alimentare. Occorre fare conoscere i risultati sulla salute dei bambini che abitano vicino alle centrali che sono inquietanti come dimostra uno studio commissionato dal Governo tedesco.
Per non parlare dei costi per costruire le centrali che sono molto più alti di quanto sia stato ammesso fino ad oggi e quindi dell'energia elettrica prodotta ovviamente più cara che quella da altre fonti. Per non parlare dell'allarme lanciato da Tremonti sui costi enormi della futura dismissione delle centrali nucleari e della gestione delle scorie radioattive. Secondo il Ministro fino a 3 volte il costo di costruzione della centrale.

Per non parlare del rischio concreto che dedicare tutte le energie per costruire il nucleare finisca con il travolgere gli investimenti nel risparmio energetico e nello sviluppo delle energie rinnovabili su cui l'Italia dovrebbe puntare con serietà, mentre il Governo di fatto ha bloccato gli investimenti in questi settori con un provvedimento incredibile.

Per questo la moratoria non basta, occorre chiudere l'avventura nucleare in Italia. Realizzare il quorum al referendum del 12/13 giugno e abrogare la legge è l'unica vera garanzia per l'Italia.