#FreeTheArtic 30 - Trasferiti gli attivisti di Greenpeace

Spostati a San Pietroburgo continua ad essere accusati di pirateria

11 / 11 / 2013

In questi giorni abbiamo seguito la notizia del trasferimento di Nadia, attivista delle Pussy Riot in Siberia: una destinazione che dimostra l'arroganza delle autorità russe e il loro continuo sfregio dei diritti umani. Alla faccia delle dichiarazioni che erano filtrate dai vari responsabili sul fatto che Nadia avrebbe avuto finalmente una detenzione "normale", la si è sbattuta a 4500 chilometri da casa. Oggi il trasferimento degli attivisti di Greenpeace su cui però grava ancora l'accusa di pirateria che a parole doveva essere ritirata.
"Lingua biforcuta" quella delle autorità russe, che costrette dal clamore mediatico internazionale,  a parole si dimostrano attente agli appelli sui diritti umani, ma che nella pratica continuano a riservare nei campi detentivi, nei processi, nella gestione della giustizia ai detenuti scomodi un trattamento che ricorda i gulag e le persecuzioni.


Sono stati trasferiti dal centro di detenzione di Murmansk a San Pietroburgo, i trenta attivisti di Greenpeace. Il trasferimento come d'abitudine in Russia pare sia stato fatto in un  treno-prigione in cui i detenuti viaggiano suddivisi in speciali carrozze suddivise a sua volta in celle, solitamente non riscaldate.

Nel sito di Greenpeace Italia si legge che "A differenza di Murmansk, a San Pietroburgo c'è qualche ora di luce in più in inverno, e per i familiari e i diplomatici sarà più facile visitare gli Arctic30. Ma questo non vuol dire che il trasferimento in una nuova località rappresenterà un miglioramento delle loro condizioni di detenzione e del rispetto dei diritti umani fondamentali.

Sugli attivisti continua infatti a gravare sia l'accusa di vandalismo che quella di pirateria, mai ritirata in forma ufficiale nonostante le dichiarazioni fatte dalle autorità russe.

Sono ormai 54 giorni che gli attivisti sono detenuti per l'azione di protesta del 18 settembre, contro una piattaforma petrolifera di Gazprom nel mare di Pechora.

Sul sito di Greenpeace è stato reso pubblico proprio in questi giorni anche il video inedito che mostra l'abbordaggio delle Forze speciali russe all'Arctic Sunrise lo scorso 19 settembre. Nella presentazione del filmato si ricorda oltre al fatto che gli attivisti siano stati assolutamente pacifici anche il fatto che il tutto è accaduto in acque internazionali ... alla faccia della pirateria!

Greenpeace - Arrembaggio Forze Sicurezza Russe