Francia – Notre dame des Landes, l'inutile aeroporto utile ai governi

Espulsioni e referendum, decisioni in tribunale, scelte politiche contraddittorie: l'unica certezza è l'opposizione al cantiere e all'evacuazione forzata degli agricoltori e degli occupanti della ZAD

21 / 2 / 2016

Il prossimo 27 febbraio ci sarà un'altra giornata di mobilitazione nazionale per opporsi alla costruzione del secondo aeroporto di Nantes. Le azioni a difesa del territorio, delle sue risorse e delle sua attività si sono intensificate in seguito alla convalida delle espulsioni degli oppositori storici al progetto aeroportuale. Espulsioni chieste dalla Società degli aeroporti Nord-Ovest, filiale di Vinci, gruppo che appalta i lavori e che il 1 gennaio 2011 ha ottenuto la concessione dei terreni per cinquant'anni. 

Le undici famiglie e i quattro agricoltori che avevano rifiutato le offerte di compravendita dei terreni hanno ricevuto l'ordinanza di sgombero alla conclusione della procedura da parte del Tribunale di Nantes, che ha dato due mesi di tempo ad 8 famiglie per lasciare le aziende agricole e i terreni, mentre altre tre famiglie possono essere espulse da un giorno all'altro. Il giudice ha inoltre aggiunto una multa che va da 200 a 1000 euro al giorno per chi si rifiuta di partire entro le date stabilite. 

Esecutore diretto del mandato giudiziario è lo Stato, che si ritrova quindi ad intervenire per difendere un progetto difficilmente realizzabile.

Nel frattempo gli occupanti della ZAD hanno liberato altri cantieri per la costruzione di infrastrutture e servizi nell'area interessata dai lavori della piattaforma aeroportuale, ad una ventina di km da Nantes. Il 30 e 31 gennaio i collettivi che sostengono la lotta di NDDL provenienti da Parigi, Bordeaux, Digione, Marsiglia, Strasburgo ed altre città hanno rilanciato una trentina di progetti per ripulire i sentieri e riutilizzare stalle o abitazioni, rinnovare serre, semenzai, magazzini e depositi necessari alla produzione agricola ed alle coltivazioni di alberi da frutto ed erbe medicinali, all'allevamento, all'orticultura e per la conservazione dei prodotti. Si tratta di attività che si sviluppano, nelle zone liberate, dal 2009.

Zadisti e comitati insieme agli agricoltori, alla rete di produttori agricoli Copain e alle associazioni professionali locali hanno deciso il calendario delle mobilitazioni senza farsi intimidire dalle ingiunzioni giudiziarie, ma anche poco sensibili alle promesse della ministra 'ecologica' Ségolène Royal di differire le espulsioni in attesa di una revisione del progetto. La commissione per la ricerca complementare di soluzioni alternative, chiesta dalla ministra Royal, dovrebbe esprimersi entro fine marzo in concomitanza con la scadenza giudiziaria che riguarda le espulsioni.

Una contro-perizia con numerosi dossier era già stata presentata nel 2014 dall'Atelier citoyen, composto da tecnici in idrologia, naturalisti, ingegneri, piloti, economisti e abitanti delle zone interessate. In realtà una nuova perizia per rivalutare il progetto serve solo a dare il tempo al governo di rimuovere le contraddizioni tra i ministri dell'economia (Macron) e dell'agricoltura (Le Foll) con il primo ministro, in un momento in cui il dossier NDDL sta diventando un oggetto politicamente pericoloso all'orizzonte delle prossime elezioni presidenziali. In effetti i lavori per l'aeroporto dovrebbero cominciare in ottobre, forse.

La rete dei 200 collettivi francesi contro le grandi opere "inutili, costose e imposte alla popolazione" che devastano sia le aree agricole che quelle naturali, è in fase di mobilitazione permanente e le fattorie restano protette da decine di "tracteurs vigilants", pronti a sbarrare i mezzi alle forze dell'ordine in caso di evacuazione forzata. Al minimo tentativo di passaggio centinaia di agricoltori sarebbero pronti a convergere con i propri mezzi per bloccare l'inizio dei lavori. La determinazione dei movimenti e delle popolazioni coinvolte, che chiedono l'abbandono del progetto, ha spinto in questo ultimo mese il governo a posizionarsi: il primo ministro Valls si propone di arrivare al prossimo autunno per dare il via al cantiere, mentre Hollande ha annunciato un referendum locale entro l'estate senza però determinare il perimetro della consultazione popolare, se limitato alla regione Loire-Atlantique o allargato alle regioni limitrofe. Questione cruciale che non modificherà in ogni caso l'azione di contrasto alla costruzione dell'aeroporto, progetto contestato da cinquant'anni che rappresenta la lotta più datata in Francia.

Per altre informazioni sulla manifestazione del 27 febbraio vedi qui

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