Francia - La destra francese chiede la riforma della legge sulla cittadinanza

Per impedire l'aquisizione automatica della "citoyenneté" ai bambini nati in Francia da genitori immigrati, l'UMP fa propria la politica xenofoba del Front National.

27 / 10 / 2013

 Il presidente dell'UMP, Jean-François Copé, ha annunciato che depositerà la proposta di legge per "ridefinire il diritto di suolo per l'acquisizione della nazionalità francese" entro la primavera del 2014. Il 25 ottobre, ha dato il via all'iter parlamentare della riforma. 

 Sull'immigrazione, 7 francesi su 10 vogliono una riforma del "diritto di  suolo".

C'è chi ha votato Hollande, applaude Valls, il suo ministro dell'interno, ed è a favore della riforma (47%), anche gli ecologisti (EELV) si distinguono con il 43% di consenso alle idee delle destre.  I sondaggi non sono sempre affidabili e per fortuna ma, davanti ad un prevedibile calcolo a pochi mesi dalle scadenze elettorali, i dati inquietanti forniti dall'istituto BVA e da differenti media convergono per dire che l'offensiva politica si gioca sulle vite e sui corpi degli immigrati. E sulla sicurezza.

Nella proposta di legge dell'UMP quattro articoli ostacolano l'accesso alla cittadinanza: il primo sottomette il beneficio alla volontà. Già nel 1993 era stata introdotta questa regola dell'adesione al patto repubblicano al compimento dei 18 anni.

Il secondo vuole "permettere all'autorità pubblica di opporsi all'acquisizione della nazionalità francese, ad effetto del diritto di suolo, per uno straniero che dimostri di non essere assimilato alla comunità francese". Cioé, la Prefettura o un altro servizio di Stato sono liberi, nel più totale arbitrio, di selezionare chi ha la vocazione a diventare francese oppure no.

Per esempio, citando Larrivé, il parlamentare UMP che ha depositato la proposta di legge (*), "il rifiuto in questo caso potrebbe riguardare le persone che indossano il velo integrale".

Il successivo articolo intende "sopprimere il benficio del diritto di suolo per glistranieri in situazione illegale".  E l'ultimo "esclude i delinquenti, condannati a partire da una pena minima di sei mesi".

Abbondano, non solo nelle file della destra, articoli e pareri di esperti e specialisti, storici e consiglieri politici, che spiegano perché la cittadinanza "non deve più essere automatica per i figli di chi è arrivato in modo illegale sul (nostro) territorio".

Una svolta netta persino rispetto a Sarkozy che ha sempre difeso il diritto di suolo: "Il diritto di suolo fa parte della tradizione francese. E' la Francia". Paese in cui più di una persona su quattro appartiene alla seconda o terza generazione di immigrati.  In un tale contesto, la banalizzazione culturale e politica dell'estrema destra ed una crescente ostilità verso gli stranieri, la discussione sul "diritto di suolo" non può che produrre una condizione di 'naturale'  discriminazione, di stigmatizzazione e in fine di esclusione rispetto ad inviolabili confini nazionali, interni ed esterni.