Francia in subbuglio: l'inizio di una lunga battaglia?

22 / 10 / 2022

La rubrica “Le Père Duchesne: uno sguardo sulla Francia” deve il suo nome al personaggio Père Duchesne, che nella mitologia popolare francese rappresentano “l’uomo del popolo” che denuncia abusi e ingiustizie commesse dai potenti. Non è un caso che molti giornali nati durante la Rivoluzione Francese si chiamassero in questo modo. Sulla scia di questa tradizione prende il nome questa rubrica di Global Project dedicata alla politica interna francese, ai movimenti sociali e alle manifestazioni che avvengono in Francia. La rubrica è curata da Athénaïs Athénaïs Gauthier Hagry che sta svolgendo nella nostra redazione uno stage nell’ambito dell’European Solidarity Corps.

La settimana appena trascorsa è stata estremamente burrascosa per la Francia a causa di numerose manifestazioni che hanno scosso l’intero paese. Una situazione che va avanti da diverse settimane, come ho già scritto in un precedente articolo.

Il 12 settembre, quattro sindacati (CGT, FO, FSU, Solidaires) e quattro organizzazioni giovanili (FIDL, MNL, UNEF, La Voix Lycéenne) hanno lanciato un appello a mobilitarsi per pretendere un aumento dei salari minimi dei dipendenti dI Total Energies e per difendere il diritto di sciopero. Il loro appello non è rimasto inascoltato e martedì 18 ottobre il Ministero dell'Interno ha contato 107.000 manifestanti in Francia, di cui 13.000 a Parigi. Al contrario, il sindacato CGT ha rivendicato più di 300.000 partecipanti in tutta la Francia e 70.000 nella capitale. Philippe Martinez, segretario generale della CGT, ritiene che il salario minimo debba essere aumentato di 2.000 euro lordi al mese il prima possibile per consentire ai lavoratori di combattere l'inflazione.

La lotta per l'aumento dei salari va avanti da settembre, ma è in seguito alla vertenza che si è aperta alla Total Energies che la mobilitazione sta assumendo contorni più ampi, coinvolgendo anche comitati contro il carovita e collettivi ecologisti. Infatti, dopo l’inizio dello sciopero dei dipendenti di Total Energies in tutta la Francia si è verificata una carenza di carburante. Lo stesso governo è intervenuto per precettare i lavoratori, ma questa limitazione del diritto di sciopero ha avuto un effetto detonatore ed è stata anche oggetto di un ricorso legale a Lille. Il tribunale ha respinto la richiesta della CGT che ha contestato la legalità di tale precettazione da parte del governo e ha stabilito che essa non viola il diritto di sciopero.

Anche le scuole superiori professionali si sono unite alla lotta, con un tasso di sciopero del 22,94% degli insegnanti. La loro partecipazione si spiega in seguito alla riforma del governo Macron, in base alla quale la formazione degli studenti dei corsi professionali si dovrà adattare alle esigenze delle aziende locali. Inoltre, i corsi che non permettono agli studenti di entrare rapidamente nel mercato del lavoro dopo il diploma di maturità, saranno chiusi e gli insegnanti saranno reindirizzati verso altre discipline più spendibili nel mondo del lavoro. Gli insegnanti vedono in questo una sottomissione alle esigenze immediate dei datori di lavoro e chiedono quindi il ritiro di questa riforma.

Inoltre, sono state occupate circa trenta scuole superiori, soprattutto nella regione di Parigi. Questo a causa dei numerosi incidenti avvenuti nelle scorse settimane in diverse scuole superiori. Lo scorso 11 ottobre, quattordici giovani sono stati arrestati per assembramento armato e violenza aggravata in seguito all’occupazione di un liceo di Nanterre dove gli studenti protestavano contro il trasferimento di un insegnante sindacalizzato. Lo stesso vale per gli studenti messi in ginocchio a Mantes-la-Jolie, difesi da Arié Alimi, membro dell'AFP, che sostiene che "si tratta della criminalizzazione e della repressione di un movimento sociale".

La manifestazione di Parigi ha dato luogo a diversi incidenti; otto membri delle forze di sicurezza sono rimasti leggermente feriti e una dozzina di persone sono state arrestate.  Ci sono stati anche diversi feriti tra i manifestanti dopo una carica fatta dai famigerati corpi di CRS (Compagnies républicaines de sécurité). Céline Verzeletti, segretaria confederale della CGT, ha commentato così l’accaduto: "Non è tollerabile. Chiederemo spiegazioni alla prefettura di polizia".

Un'altra manifestazione ha avuto luogo dopo l'omaggio a Lola organizzato dall'Istituto per la Giustizia (IPJ), notoriamente di destra. Lola, una bambina di dodici anni, è stata uccisa il 12 ottobre da un migrante. In seguito all'omicidio, si sono riaccesi i dibattiti sull'immigrazione e tutte le organizzazioni di destra hanno rispolverato la loro retorica anti-immigrazione. Jordan Bardella, presidente ad interim del Rassemblement National, ha dichiarato: "Non è esagerato dire che Lola sarebbe ancora viva se la nostra politica migratoria non fosse così caotica e fuori controllo".

Inoltre, il tributo è stato monopolizzato da Eric Zemmour, il cui partito di estrema destra Reconquête si è presentato all'evento. Tutta l'ultradestra sembra essersi riunita per onorare Lola: i realisti di Action Française, i giovani dell'ex gruppo degli Zuavi e i fondamentalisti cristiani di Civitas. In effetti, l'estrema destra sta sfruttando e manipolando l'orribile omicidio di una bambina di dodici anni per radunare i propri sostenitori.

Tutte queste manifestazioni sono solo un riflesso di una profonda frattura che sta attraversando la società francese, che sia contro il governo, i datori di lavoro o l'immigrazione. Una frattura che non verrà risanata dall'uso dell'articolo 49.3 da parte del governo, che permette all'esecutivo di scavalcare il processo democratico dell'assemblea nazionale.

Immagine di copertina da Cerveaux non disponibles.